La campionessa russa Elena Isinbayeva (Foto: Itar-Tass)
Il 10 agosto 2013 a Mosca è iniziato quello che potrebbe essere il più grande evento sportivo della stagione. Per la Russia, che ospita i primi Campionati mondiali di atletica della sua storia, si tratta di un’ottima occasione per superare finalmente la selezione americana.
Le star più attese di questo torneo sono ovviamente lo sprinter giamaicano Usain Bolt e la campionessa russa di salto con l’asta, Elena Isinbayeva. La loro presenza contribuisce a far riempire fino all’ultimo posto gli spalti dello Stadio Luzhniki, che al termine delle gare verrà chiuso per dare inizio ai lavori di ricostruzione in vista dei Mondiali di calcio 2018.
E se Bolt è riuscito a riprendersi l'oro correndo i 100 metri in 9"77, Isinbayeva sembra intenzionata ad appendere le scarpe al chiodo al termine di questi Mondiali.
Eppure, il tema principale del campionato moscovita sarà un altro. A partire dalla fine degli anni Novanta, la storia dell’atletica leggera è diventata anche la storia di due squadre formidabili che si rincorrono a vicenda. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la distanza che separava il team americano, in vetta alle classifiche, da quello russo, era colossale. Verso la fine del decennio scorso questa distanza si è quasi del tutto ridotta, e già ai Mondiali di Edmonton nel 2001 la Russia era quasi riuscita a superare gli Stati Uniti, dopo aver vinto lo stesso numero di ori. Anche ai successivi Mondiali, quelli di Parigi, la Russia era a un passo dal superare l’America.
Dopodiché c’è stato un periodo in cui la Russia ha perso leggermente terreno, ma l’attuale decennio sembra aver riacceso la corsa per il primato. Nei due tornei precedenti a quello di Mosca, solo pochi punti separavano la Russia dagli Stati Uniti. All’ultimo Campionato del mondo, nella città coreana di Daegu, gli americani hanno vinto solo tre ori in più rispetto alla Russia, e alle scorse Olimpiadi di Londra, se si considerano solo le medaglie d’oro, il vantaggio degli Stati Uniti è stato minimo: gli americani si sono portati a casa nove ori, la Russia otto. E il campionato di Mosca rappresenta senza dubbio un’ottima opportunità per la Russia di superare la barriera americana.
In realtà, non ci vuole un miracolo per fare sì che essa cada. La selezione degli Stati Uniti è arrivata a Mosca con una squadra molto simile, se non meno forte di quella delle Olimpiadi. Possiamo pertanto supporre che anche i risultati saranno simili. La Russia dovrà quindi solo puntare un po’ in alto, fino a circa dieci medaglie d’oro, per superare i rivali. In teoria, queste dieci vittorie sono effettivamente facili da ottenere.
Poco prima dell’inizio di questo campionato, alcuni tra i migliori atleti hanno dovuto dire addio alla possibilità di parteciparvi, per casi di doping e altre ragioni meno scandalose. Ad esempio, quasi la metà della delegazione giamaicana (non Bolt, per fortuna) e il miglior velocista americano Tyson Gay sono risultati positivi ai controlli antidoping. Anche la squadra russa ha sofferto alcune perdite, e piuttosto gravi. Al Luzhniki, per motivi di salute, non vedremo né l’attuale campionessa del mondo di eptathlon, Tatiana Chernova, né tantomeno Yuri Borzakovsky, un atleta sempre in grado di sorprendere i suoi avversari negli 800 metri.
Nonostante le perdite, il team russo sembra piuttosto forte. È composto da cinque atleti che hanno ottenuto i migliori risultati della stagione e da molti che figurano solo a pochi centimetri o decimi di secondo dai migliori. La squadra russa vanta anche atleti, come le campionesse olimpiche nei 800 e 3000 metri Maria Savinova e Yulia Zaripova, che hanno rinunciato a raggiungere i migliori risultati e successi a livello locale, al fine di preservarsi proprio per questo grande evento. Metà della squadra russa è composta da atleti di questo calibro, che possono tranquillamente aspirare alla medaglia d’oro.
E la formula per raggiungere l’oro non è poi così difficile. Gli atleti russi non dovranno cedere posizioni negli sport in cui sono più forti, come il salto in alto e la marcia. Dovranno ridurre al minimo il numero di errori nelle discipline in cui la competizione è maggiore, come nel lancio del martello femminile, dove la campionessa olimpica russa Tatiana Lysenko è comunque un passo avanti rispetto alle rivali. Bisogna poi che altri tre o quattro atleti, con ottimi risultati all’attivo, brillino: potrebbe essere il caso della lanciatrice di giavellotto Maria Abakumova o della velocista nei 400 metri ostacoli Natalia Antyukh.
Nuovi record sono attesi anche da atleti che hanno di recente riconquistato i loro posti nell’élite sportiva, come Sergei Shubenkov negli ostacoli o Aleksandr Menkov nel salto in lungo. E, naturalmente, ci si aspetta che Elena Isinbayeva concluda in maniera brillante la sua carriera.In questo modo, la Russia potrebbe chiudere i Campionati di Mosca con quindici medaglie invece che dieci. Le vendite dei biglietti per assistere al torneo sono andate bene e anche il fattore pubblico non va trascurato, dal momento che, di solito, accresce le possibilità della squadra che gioca in casa.
Per leggere la versione originale dell'articolo, cliccare qui
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email