Durante le maratone d'acqua vengono consumati cibi energetici in gel e frullati di proteine (Foto: La base di pasti consumati durante la competizione, sono gel energetici e frullati di proteine. Credit: Aleksandr Vilf / RIA Novosti)
Evgenij Bezruchenko è nato nel 1979 in una famiglia di nuotatori professionisti. Pratica questo sport dall’età di 6 anni. Due volte campione del mondo, nel 2000 e nel 2001, sulle distanze di 5 km e 10 km. Attualmente Evgenij si occupa dell’organizzazione e della gestione di allenamenti individuali e di gruppo nelle piscine di tutto il mondo
Come si riescono a percorrere a nuoto, in mare aperto o nell’oceano, distanze di 5 chilometri e più? Evegenij Besruchenko, due volte campione del mondo e oggi direttore della scuola di Mosca “MySwim”, svela i segreti dei maratoneti dell’acqua.
Il nuotatore deve lavorare con i pugni
Per i maratoneti è importante sapere lottare per il proprio posto, scegliere la posizione per l’attacco. Può capitare che si debba dare qualche spintone o farsi largo con i pugni. L’importante è che non centrino gli occhialini. E ancora, nessuno ama nuotare nell’acqua sporca. Una volta mi era successo, in Argentina avevo messo la mano in un sacchetto di cellofan che qualcuno aveva buttato. Ero in testa, mancavano 25 metri e alla fine per colpa di quel pacchetto ho perso 15 centesimi.
Il corpo deve essere riscaldato
Per riscaldare il corpo nell’acqua fredda (e insieme per aumentarne la velocità) è essenziale mettersi una crema. Cosa ci sia dentro nessuno lo può dire. È sostanzialmente una miscela di vasellina e grasso fuso, qualcuno ci aggiunge anche del talco. Gli atleti più forti si ricoprono soltanto determinate fasce muscolari che possono dare problemi.
Il cibo nel costume
Le gare sulle distanze lunghe e molto lunghe in mare aperto sono nate alla fine dell’Ottocento. La più famosa del genere è la traversata della Manica. Dal 1991 il nuoto in mare aperto è entrato nel programma dei Campionati del mondo per gli sport acquatici e dal 2008 alle Olimpiadi c’è in palio la medaglia per la distanza di 10 km. La prima campionessa olimpica di questa disciplina è stata la russa Larisa Ilchenko. Otto volte campionessa mondiale, la Ilchenko è stata riconosciuta come migliore atleta nelle acque libere dei primi decenni del Novecento
Nessuno dice mai quello che mangia, nemmeno agli amici. È un segreto. I gel energetici e le bevande di proteine e carboidrati costituiscono la base dell’alimentazione. Il problema principale è come consumare il cibo mentre nuoti. Molti si infilano dei pacchettini con il cibo nei costumi. Un altro modo è assumere gli alimenti da un bicchierino o da una bottiglia distribuiti su un canottino speciale. Per le distanze di 5 km gli atleti non possono recuperare le energie, non ne hanno il tempo, mentre per i 10 e 25 km mangiare è indispensabile. Capita che non ci si possa avvicinare all’allenatore per fare rifornimento perché ti spingono. In quel caso gli atleti mettono nei costumi dei pacchettini di gel concentrato di circa 40 grammi ciascuno. Ma nessuno nuota consapevolmente senza scorte. Vi immaginate che preparazione fisica ci vorrebbe?
Gli uomini non temono gli squali
Ci sono stati casi in cui i delfini nuotavano insieme agli sportivi. Per quanto riguarda gli squali, nella mia esperienza non ho mai visto un attacco. Nel 1998 in Australia un grande squalo si è avvicinato al gruppo in testa a un chilometro di distanza, ma poi ha fatto inversione e se ne è andato. In teoria ci sono sempre elicotteri che girano sopra le teste dei nuotatori e motoscafi da accompagnamento; se serve li scacciano via. Tra i nuotatori maschi sono pochi quelli che ne parlano, le ragazze ovviamente ogni tanto fanno un urlo. Ci sono molti squali nella baia di San Francisco a settembre-ottobre, vengono a caccia di lontre marine. Ma quando più di mille persone si buttano in acqua a tempo riescono a mettere in fuga chiunque.
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