Calcio, le squadre russe superano il test dell'onestà

I primi risultati dei controlli Uefa attestano che le squadre russe della Premier League sono ok dal punto di vista del fair play finanziario (Foto: Itar-Tass)

I primi risultati dei controlli Uefa attestano che le squadre russe della Premier League sono ok dal punto di vista del fair play finanziario (Foto: Itar-Tass)

È iniziata la procedura di rilascio delle licenze ai club della Premier League del calcio russo. Le nuove regole per l'ottenimento della licenza si basano sul fair play finanziario e i primi risultati sono positivi

Il processo di rilascio delle licenze ai club calcistici russi per la stagione sportiva 2013/14 si sta svolgendo nell'osservanza dei principi del fair play finanziario promossi dal presidente dell'Uefa Michel Platini.

Il principio fondamentale delle nuove regole consiste nella limitazione delle spese dei club: alle società sarà proibito spendere più di quanto guadagnino. Pertanto, a partire dalla stagione 2012/13 e fino alla stagione 2014/15 compresa, ai proprietari delle squadre sarà vietato - pena la revoca del diritto a partecipare alle coppe europee - immettere nel capitale della squadra più di 45 milioni di euro. In futuro è prevista un'ulteriore riduzione di tale somma. Inoltre, di fatto si impone il divieto di chiudere il bilancio in deficit e i funzionari calcistici europei verificheranno la conformità dei contratti di sponsorizzazione dei club ai prezzi di mercato.  

Prima dell'avvio della procedura per il rilascio della licenza, i club russi guardavano con timore all'introduzione delle regole del fair play finanziario nel mondo del calcio russo. Ad esempio, Alexei Miller, presidente di Gazprom, sponsor principale del club più ricco del Paese, lo Zenit, già a febbraio 2013 aveva dichiarato apertamente: "Bisogna ammettere che il campionato russo così come si presenta oggi non potrebbe sopravvivere secondo le regole del fair play finanziario".

Il motivo di ciò è la bassa affluenza di pubblico alle partite di calcio in Russia, che non permette ai club di guadagnare dalle vendite dei biglietti. Inoltre, non esiste un sistema ben rodato di vendita di maglie e oggettistica delle squadre. Pertanto, molti club calcistici russi di fatto vivono dei finanziamenti delle aziende sponsor, molte delle quali includono capitale statale o utilizzano mezzi dei bilanci regionali.   

Eppure, come mostrano i primi risultati del processo di rilascio delle licenze, i club nazionali rientrano perfettamente nelle nuove regole del gioco finanziario, anche con il vecchio formato del campionato russo.  

"Tutti i contratti con il nostro sponsor principale, le Ferrovie Russe (Rzd), e con le sue società figlie sono stati riconosciuti conformi alle condizioni di mercato e non hanno dato adito a richiami", ha dichiarato a Kommersant il direttore dell'ufficio legale del club calcistico Lokomotiv, Evgenij Krechetov.

Anche il direttore generale del Cska, Roman Babaev, ha confermato che il club ha ottenuto la licenza dell'Unione Calcistica della Russia (Rfs) ed è in attesa della licenza Uefa. "Si può dire che abbiamo passato l'esame al primo tentativo. Al Cska non è stato rivolto alcun appunto da parte della commissione per il rilascio delle licenze", ha osservato Babaev.

Pure il vicepresidente del FC Terek di Grozny, Khajdar Alkhanov, ha reso noto che la procedura di rilascio della licenza per la sua squadra è andata a buon fine. E perfino Alexei Chigenev, presidente del cda del club Krylja Sovietov, che non è il più prospero dal punto di vista finanziario, ha dichiarato a Kommersant di non essere particolarmente preoccupato per la procedura di rilascio della licenza: "Non ho notato cambiamenti radicali nella procedura. Il club ha superato la fase degli accordi preliminari".  

In conclusione, solo al Volga di Nizhnij Novgorod e al Rostov è stato negato il rilascio della licenza per la prossima stagione sportiva. Entrambe le società si sono dette certe che in tempi brevi rimedieranno a tutte le loro mancanze e otterranno la licenza al secondo tentativo.

Gli esperti sono divisi riguardo ai risultati così favorevoli dei club russi nell'ottenere le licenze con le nuove e più severe regole. Il presidente onorario dell'Unione Calcistica della Russia, Vjacheslav Koloskov, che per molti anni ha ricoperto incarichi dirigenziali presso la Fifa, ha dichiarato di non essere sorpreso dai risultati dei club nazionali: "Bisogna sapere che i requisiti dell'Uefa diventano man mano più severi, in maniera graduale, e attualmente le squadre russe hanno superato solo la selezione minima".  

Il segretario generale del Sindacato dei calciatori e degli allenatori Nikolaj Grammatikov si è detto invece sorpreso dal fatto che i club del suo Paese siano rientrati nei requisiti del fair play finanziario. "È evidente che dei problemi ci sono. Lo stesso Alexei Miller ne ha parlato. È chiaro però che i club non hanno pensato a nessuna soluzione individuale per rientrare nei limiti del fair play finanziario. Se si considera la questione attenendosi strettamente al regolamento, il rischio di non soddisfare i requisiti dell'Uefa è reale. A me sembra evidente che i club russi hanno superato l'esame del fair play finanziario solo grazie a un intervento ai massimi livelli", ha dichiarato a Kommersant Grammatikov.

Il segretario generale del sindacato, probabilmente, alludeva al fatto che un mese prima dell'entrata in vigore della nuova procedura più severa di rilascio delle licenze ai club russi si era tenuto un incontro tra il Presidente russo Vladimir Putin e il principale fautore del fair play finanziario, il presidente dell'Uefa Michel Platini.  

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