Denis Menchov lascia il ciclismo

Il ciclista russo Denis Menchov vincitore del Giro del centenario nel 2009 (Foto: Reuters)

Il ciclista russo Denis Menchov vincitore del Giro del centenario nel 2009 (Foto: Reuters)

Il campione russo, vincitore del Giro d'Italia nel 2009, annuncia l'addio alla due ruote a causa di un infortunio che gli ha fatto saltare anche l'ultima edizione della Rosa

Il ciclista russo del Team Katusha, Denis Menchov, ha ufficialmente annunciato il proprio ritiro dal ciclismo agonistico in un’intervista rilasciata all’agenzia R-Sport. Il velocista russo ha detto basta dopo l’ennesimo problema fisico a un ginocchio che non gli ha permesso di competere in più di una gara durante la stagione primaverile.

Menchov iniziò a gareggiare nel Pro Tour nel 2000, dopo aver firmato un contratto con la squadra spagnola Banesto. Il giovane talento, originario di Orel, una città della Russia Centrale, si adattò piuttosto in fretta alla nuova lingua e cultura.

“Nei primi mesi, con il team Banesto, parlavo in francese -, ricorda Menchov nel corso dell’intervista all’agenzia R-Sport. - A scuola avevo il massimo dei voti in francese e ciò mi aiutò molto, perché gareggiavamo spesso in Francia e nel Belgio francofono. Poi mi comprai un paio di libri di spagnolo. Credetemi, quando si è costretti a imparare una lingua straniera, lo si fa davvero dando il meglio di se stessi. Mi trasferii all’inizio di febbraio e a maggio ero già in grado di esprimermi liberamente. Allora non c’era Internet, niente. Avevo solo un frasario, due libri di testo e un dizionario. A un certo punto, mi resi conto che non avevo più bisogno dei libri di testo e che potevo tranquillamente parlare”.

Menchov attirò per la prima volta l’attenzione degli specialisti nel 2001, quando vinse il Tour de l’Avenir. Ma fu nel 2003 che il russo lasciò il segno, arrivando 11mo al Tour de France.

Nel 2004 il ciclista russo passò alla Rabobank. Con la maglia del team olandese la carriera di Menchov iniziò a decollare. “La Rabobank mi piaceva molto come progetto, e finanziariamente la loro proposta era molto più allettante rispetto a quella di molte altre squadre -, racconta Menchov. - Rispetto alla Banesto, le differenze erano evidenti. Sentivo gli olandesi più vicini a me in termini di mentalità. Parlano in maniera chiara e precisa, una cosa che apprezzo molto”.

La stampa olandese soprannominò Menchov la “Tempesta silenziosa” e il “Killer silenzioso”, per la sua tenacia e il suo carattere schivo. Menchov rispondeva con ironia ai soprannomi: “Tempesta silenziosa? Davvero? Semplicemente non mi piace molto parlare dopo una corsa, soprattutto se è importante”.

Durante gli anni trascorsi alla Rabobank, Menchov vinse tre Grand Tour: due edizioni della Vuelta, nel 2005 e nel 2007, e un Giro d’Italia, nel 2009.

Il velocista russo considera proprio la vittoria al Giro d’Italia il risultato più importante della sua carriera. “Vincere il Giro è stato senza dubbio il mio più grande successo ciclistico. Il giorno della vittoria fu davvero emozionante, dopo un mese pazzesco di duro lavoro. Fu una lotta molto intensa e quando tagliai il traguardo fui assalito da una tempesta di emozioni... Quest’anno a causa di un infortunio ho perso la possibilità di partecipare al Giro. Doveva essere la mia gara più importante della stagione, ed è lì che ho capito che era giunto il momento di fermarmi”.

Nel 2012, Menchov ritornò in Russia per unirsi al Team Katusha. L’anno scorso, fece il possibile pur di scalare la classifica del Tour de France, ma alla fine si dovette accontentare del 15mo posto. Oltre a vincere una tappa della Vuelta spagnola, un altro momento clou del suo 2012 fu la partecipazione ai Giochi Olimpici di Londra in qualità di rappresentante della Nazionale russa sia per il ciclismo su strada che per le prove a cronometro.

Alla domanda sui suoi progetti futuri, Denis Menchov ha risposto che, forse, “un giorno si siederà sotto il sole di luglio a tifare per il Team Katusha, sorseggiando birra e monitorando ogni fase dei Pirenei”.

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