La squadra russa parteciperà per la prima volta al torneo di calcio internazionale Mundialido, a Roma dal 25 maggio al 30 giugno 2013 (Foto: Associazione Giovani Italo-Russi)
Un professionista del marketing pubblicitario, con il pallino del calcio. Vladislav Dorokhin, 29 anni, da sei in Italia, è il capitano che guiderà la squadra russa alla XV edizione del Mundialido, il torneo di calcio per stranieri che dal 1999 porta in campo formazioni da tutto il mondo, in nome della solidarietà e dell'integrazione.
"Il torneo è nato una quindicina di anni fa per unire le diverse culture che ora convivono in Italia. Un evento di fair play, voluto nel segno dell'amicizia e del rispetto di tutti, al di là delle barriere linguistiche e del colore della pelle". Per la prima volta quest'anno parteciperà anche una squadra in rappresentanza della Federazione Russa.
"Prima non c'era stata la possibilità di mettere assieme una compagine con ragazzi russi - racconta Vladislav Dorokhin -. Quest'anno invece, grazie alla collaborazione dell'Associazione Giovani Italo-Russi, siamo riusciti a riunire ventidue ragazzi con la passione del calcio, che scenderanno in campo a Roma per la prima partita contro il Perù il 26 maggio 2013".
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Vladislav Dorokhin, capitano |
Quando è
nata la squadra?
È una
squadra molto giovane, nata circa quattro mesi fa. Abbiamo fatto una selezione
di giocatori. Siamo ovviamente tutti calciatori amatoriali; nella vita ci
occupiamo di ben altro.
Che tipo di
ragazzi sono i giocatori che scenderanno in campo il 26 maggio 2013 con la maglia
della Russia?
Sono
giovani russi, di età media intorno ai 25 anni, arrivati in Italia per studio o
per lavoro. Qualcuno è a Roma da pochi mesi, altri da molti anni. Tra di noi
parliamo in russo, anche se scappano spesso parole in italiano.
Come sono
le squadre che vi ritroverete ad affrontare?
Il Perù è
uno dei favoriti nel nostro girone. Anche la Colombia, però, è una squadra
forte e preparata.
Un
pronostico di risultato nel caso in cui vi ritrovaste ad affrontare l'Italia?
Beh...
Direi che non importa molto il risultato. L'importante è che tra i goal
segnati, ce ne sia uno in più da parte nostra.
Che
importanza assume questo torneo da un punto di vista culturale?
Si tratta
di un'occasione per riunire, con fair play, diversi popoli che vivono in un'unico
Paese. Diverse nazionalità unite dal calcio e dai valori dello sport.
Una lezione di tolleranza e rispetto. Sia sul campo, sia nella vita.
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