Aleksandra Vafina, una delle stelle della nazionale russa femminile di hockey su ghiaccio, ha parlato con Moskovskie Novosti di come si sia avvicinata a questo sport e di che cosa significhi per la squadra la tanto agognata medaglia del Campionato del Mondo di hockey femminile.
Aleksandra, vincere la medaglia di bronzo al Campionato del Mondo è stata una piacevole sorpresa per molte delle tue compagne di squadra.
Alcuni dati relativi al campionato nazionale russo di hockey su ghiaccio femminile:
9 squadre vi hanno partecipato; a vincerlo le Tornado di Dmitrov, una città nella regione di Mosca. Sin dagli inizi del campionato, nel 2005, le Tornado hanno vinto sei volte il torneo.
Per la prossima stagione, probabilmente ben 11 squadre parteciperanno al torneo, di queste molte saranno nuove squadre della regione di Mosca e San Pietroburgo.
La Superlega russa non ha squadre provenienti da Mosca.
Le Tornado hanno totalizzato 48 vittorie su 48 partite con 503 gol segnati e solo 45 gol ricevuti.
Il capitano delle Tornado, Ekaterina Smolentseva, ha segnato 102 gol e realizzato 77 assist in 48 partite
Non riesco ancora a crederci che ce l’abbiamo fatta! Credetemi, per noi è come se avessimo vinto l’oro. Era da dodici anni che cercavamo, invano, di vincere uno straccio di medaglia.
Ci può spiegare perché?
Non c’è una risposta precisa. Dopo i successi dell’hockey femminile su ghiaccio negli Stati Uniti, Canada ed Europa, lo sport ha iniziato ad acquistare slancio, mentre noi a perderlo. Non riuscivamo a muoverci dalla nostra posizione e abbiamo iniziato a perdere terreno rispetto ad altre squadre che invece incominciavano ad avanzare.
Come mai?
Nel Nord America l’atteggiamento nei confronti dell’hockey su ghiaccio femminile è molto diverso. Me ne sono resa conto non appena ho attraversato l’oceano. Organizzano dei campionati interuniversitari ai quali partecipano un bel po’ di squadre. Hanno anche una lega di atleti professionisti dove giocano i laureati universitari. La competizione è molto alta. Anche in Finlandia e Svezia vengono organizzati tornei piuttosto impegnativi. Il nostro campionato nazionale, invece, non è caratterizzato da un alto livello di competizione. Inoltre, in Russia, non vi è lo stesso tipo di atteggiamento nei confronti dell’hockey femminile.
Ovvero?
Quando, in Russia, dico a qualcuno che gioco a hockey, ricevo uno sguardo di sorpresa. Molte persone non sanno dell’esistenza dell’hockey su ghiaccio femminile, nonostante sia già diventato uno sport olimpico.
E in America, anche lì rimangono sorpresi?
Sto studiando presso l’Università del Minnesota e quando dico a qualcuno, che ho appena conosciuto, che gioco a hockey, non vedo il panico nei suoi occhi. Hockey? Wow, uno sport fantastico! La gente, negli Stati Uniti, ama lo sport e non è prevenuta nei confronti dell’hockey, non lo vede come una disciplina esclusivamente maschile. Purtroppo, in Russia, non è così.
Una domanda che le giocatrici russe di hockey si sentiranno fare spesso: Come si è avvicinata all’hockey?
Questa domanda mi perseguita! Dovete sapere che in realtà non è stata una decisione del tutto mia. All’inizio non mi piaceva molto come sport. Sono stati i miei genitori a insistere affinché continuassi. E ora sono davvero grata a loro per avermi spronato a proseguire.
Molti allenatori per bambini, a Mosca, sono contrari al fatto che ragazze e ragazzi si allenino assieme.
Personalmente, penso che avere dei ragazzi e delle ragazze che si allenano assieme sia l’opzione migliore. Le ragazze si sviluppano, in genere, prima dei ragazzi. I ragazzi le raggiungono solo intorno ai 12/13 anni. Penso inoltre che, per le ragazze, sia utile giocare con i ragazzi in modo da migliorare le loro abilità.
Scoppiano mai delle liti nell’hockey femminile?
Le liti sono molto rare a livello internazionale. Ora che ci penso, non me ne viene in mente neanche una. Anche nei campionati universitari, sono un’eccezione piuttosto che la regola. Siamo soggette a sanzioni piuttosto pesanti se provochiamo una zuffa. Inoltre le liti che scoppiano nell’hockey femminile sono molto diverse da quelle degli uomini. Le ragazze non si tolgono i caschi o i guanti per affrontarsi. Ci possono essere delle spinte, un paio di colpi sul casco, tutto qui. Ma ripeto, le zuffe sono molto rare.
È d’accordo sul fatto che l’hockey femminile su ghiaccio non sia molto interessante per chi è abituato a seguire l’hockey maschile?
Si tratta di due sport diversi. La velocità di gioco è diversa. Anche se, guardando le nazionali di Stati Uniti o Canada, è molto facile dimenticarsi che si tratta di hockey femminile. Sebbene la velocità non sia quella delle squadre di hockey adulte, potrebbe sembrare tranquillamente quella di una squadra giovanile.
Le partite di hockey femminile su ghiaccio vengono trasmesse in televisione?
In Russia, no. Sarebbe il nostro sogno che iniziassero a trasmetterne almeno un paio. Speriamo che la medaglia di bronzo, che abbiamo vinto, ci aiuti.
Sta frequentando Nikita Nesterov, giocatore dei Traktor. Che cosa ne pensa lui del fatto che anche lei sia una giocatrice di hockey su ghiaccio?
Vi dirò un segreto: molte ragazze che praticano il mio sport escono con giocatori di hockey. E che c’è di male? Condividiamo argomenti e interessi simili. Inoltre, tra atleti è più facile riuscire a capirsi.
Ciascuna di voi otterrà 20.000 dollari per la medaglia di bronzo vinta ai Campionati del Mondo. È una somma considerevole per te?
È una bella somma, devo ammetterlo. Ma nessuno in squadra parla di denaro.
Non è questo quello che volevo dire. Un giocatore di punta della KHL non ha motivo di preoccuparsi del suo futuro finanziario, quando si ritirerà dai campi di gioco. Lo stesso discorso non vale però per l’hockey femminile, non è così?
Sì, sarebbe impossibile riuscire a sopravvivere nell’hockey femminile con i risparmi accumulati nel corso della carriera. Stiamo parlando di somme completamente diverse e da questo punto di vista siamo molto lontane dagli standard maschili. Per questo le ragazze devono prendere sul serio la loro formazione. Tutto è possibile. Ci si può fare male ed essere costrette a lasciare lo sport. Per questo dobbiamo essere preparate e trovarci qualcosa da fare al termine della nostra carriera.
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