Pirateria, perché in Russia continua a essere un fenomeno così diffuso?

Un frame della serie televisiva statunitense "Black Sails".

Un frame della serie televisiva statunitense "Black Sails".

: Kinopoisk.ru
Prosegue, con successi alterni, la battaglia tra legislatori e pirati del web. Ma continuano a nascere nuovi sistemi informatici studiati per aggirare i severi decreti sul blocco dei siti internet

“Abbiamo cercato di combattere la pirateria in internet. Ma la pirateria, purtroppo, ha vinto”. Parola di Andrej Strugatskij, erede della famiglia dei fratelli Strugatskij, celebri scrittori sovietici, convinto che contrastare l’immenso numero di risorse illegali “sia assolutamente impossibile”.

Due terzi dei russi ritiene infatti che guardare e scaricare dei contenuti pirati da internet sia legale. Lo riferisce un sondaggio effettuato dalla società software Irdeto. Oltre la metà degli intervistati ha ammesso di utilizzare contenuti pirati.

La maggioranza degli utenti del web russo ricorda i tempi in cui quasi ogni film era accessibile liberamente nel social network Vk.com, mentre gli e-book si possono scaricare gratis da ogni sito di biblioteca elettronica. Ora Vk incassa una tassa dai melomani, rimuove i film più recenti, e parecchi servizi di video-streaming sembrano dare discreti risultati commerciali. Uno dei servizi più graditi dagli utenti – Amediateka –  ha stimato di recente un incremento dei proventi del 112% pari a 600 milioni di rubli (10,6 milioni di dollari). Tuttavia, in Russia è ancora molto facile scaricare illegalmente film o brani musicali.

Una fase molto importante nella lotta contro la pirateria in internet in Russia ha coinciso nel 2013 con la comparsa della “Legge antipirateria” che autorizzava il blocco dei siti su richiesta del detentore del copyright. Nella sua prima redazione la legge riguardava soltanto la distribuzione di prodotti video, e non contemplava nessuna sanzione per gli utilizzatori. Nonostante ciò, il provvedimento aveva scatenato un’ondata di proteste ed era stata battezzato “La legge contro internet”.

La petizione per un internet libero

A rappresentare gli interessi degli utenti indignati sono stati i promotori di Progetto Roskomsvoboda (denominato così in contrapposizione al Roskomnadzor, il Servizio federale per la supervisione nella sfera della comunicazione, delle tecnologie e dei mezzi di comunicazione di massa) e il Partito Pirata russo. Insieme con l’Associazione degli utenti di internet hanno diffuso una petizione in cui si critica la legge e si chiede la sua abolizione. La legge è stata criticata per la vaghezza del suo dettato a causa del quale rischiano di essere penalizzate anche le risorse virtuose e per le restrizioni sulla libertà di diffusione dell’informazione.

“Siamo contro chi con l’aiuto della macchina repressiva dello Stato si mette a chiudere i siti in cui per anni le persone hanno effettuato selezioni e traduzioni di film, spesso migliori delle traduzioni in commercio che ci vengono proposte dai detentori del copyright”, aveva dichiarato il presidente del Partito Pirata russo Pavel Rassudov.

Rassudov aveva precisato che la legge difende gli interessi dei detentori del copyright in quanto diritto di chi acquista i contenuti, ma non degli autori delle opere. Per gli autori la diffusione dei contenuti sarebbe, a suo avviso, un’ulteriore forma di pubblicità, mentre, a detta del Partito Pirata, gli introiti provengono dai concerti dal vivo e dalle proiezioni nelle sale cinematografiche.

Se gli utenti non sono disposti a pagare, spiega Pavel, è perché i legislatori pretendono delle “somme inadeguate per le copie digitali”.

In risposta alla petizione, che ha raccolto oltre 100 mila firme, il governo ha promesso di riesaminare la legge. Tuttavia, la legge non è stata annullata, ma al contrario, è stata ampliata. Dal maggio 2015 si è estesa anche alla musica, ai testi e ai software, ovvero a ogni contenuto, a eccezione delle fotografie. Inoltre, è stato deciso di bloccare immediatamente i siti, in caso di reiterato illecito.

Su decisione del tribunale nel gennaio 2016 è stato “bloccato ad libitum” il popolare torrent tracker RuTracker. Tuttavia il sito non ha cessato di esistere e ha conservato gran parte del suo pubblico. Il fatto è che su RuTracker sono state diffuse preventivamente delle istruzioni su come aggirare il blocco.

A caccia di fantasmi

Le istruzioni dettagliate su come accedere alle risorse bloccate si sono diffuse rapidamente nel web. Sono comparsi dei siti che hanno aperto una pagina attraverso un server proxy, delle speciali app per smartphone e consigli su come modificare le impostazioni del browser. I proprietari dei siti hanno cominciato a creare dei “mirror”, copie di siti con nuovi indirizzi.

Il Roskomnadzor ha reagito proponendo di bloccare i “mirror” e imponendo delle sanzioni per colpire la “propaganda dei metodi per aggirare il blocco delle risorse pirata” e costringere i sistemi di ricerca a rimuovere i link alle risorse bloccate e alle loro copie dai risultati.

Riguardo all’efficacia delle “misure antipirateria” adottate in Russia, il Ministero della Cultura ha dichiarato che il numero di violazioni in internet si è ridotto e che la vendita di contenuti legali è aumentata, ma ha al contempo spiegato che non esistono statistiche concrete per suffragare tali dati.

Tra i problemi irrisolti il rappresentante del Ministero della Cultura ha indicato l’utilizzo massiccio di contenuti illegali nei social network, l’irresponsabilità dei sistemi di ricerca che utilizzano illegalmente la produzione intellettuale, il problema del blocco dei siti e l’impossibilità di fermare l’attività dei loro proprietari. A tutti questi problemi si potrà ovviare con l’aiuto di nuove leggi.

Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie