Corruzione, i russi: "Inaccettabile"

Manifestazione di protesta contro la corruzione in piazza Pushkin a Mosca, 26 marzo 2017.

Manifestazione di protesta contro la corruzione in piazza Pushkin a Mosca, 26 marzo 2017.

: AP
Lo sostiene l’89% della popolazione, secondo un recente sondaggio del Centro Levada. Diminuiscono le accuse dirette a Putin ma crescono le proteste per mazzette e tangenti

Una situazione “inaccettabile”. È stata definita così dall’89% della popolazione la corruzione che dilaga tra gli organi e le istituzioni governative in Russia. Lo rivela un sondaggio del Centro Levada, che ha chiesto ai russi cosa ne pensano di tangenti e mazzette. La maggioranza degli intervistati ritiene che gli organi governativi siano “in parte o totalmente corrotti” e che la responsabilità è da attribuire a entrambe le parti: a chi offre e a chi accetta tangenti.

L’opinione dei russi in merito alla corruzione in realtà non è cambiata in modo sostanziale negli ultimi anni.  “L’unica cosa che abbiamo notato è che è cresciuto, anche se non di molto, il numero di persone convinte che nel Paese la verticale del potere sia tutta corrotta, dall’inizio alla fine. E le imponenti campagne anti-corruzione contro i governatori, quando su tutti i canali di Stato fanno vedere le mazzette di banconote rubate, probabilmente aumentano la convinzione che il sistema sia marcio più che dare l’idea di una vera lotta al problema”, spiega a Rbth Denis Volkov.

 

L’esperto del centro Levada aggiunge che nei focus group le persone ricordano ancora il grande scandalo del 2012 in seguito al quale il ministro della difesa Anatolij Serdjukov ha rassegnato le dimissioni. “All’inizio hanno fatto passare in televisione l’inchiesta come se fosse una ritorsione, poi di colpo hanno fatto sparire la figura chiave dell’indagine. Alle persone non è andata giù”, ricorda Volkov. Quella decisione all’epoca aveva scatenato una reazione molto negativa, il 70% dei russi si era detto contrario. Secondo le statistiche dei sociologi invece negli ultimi anni la società russa incolpa sempre di meno il Presidente Vladimir Putin.

Se nel 2013-2014 quasi il 40% sosteneva che fosse il Presidente a dover rispondere dello stato delle cose, nell’ultimo biennio la percentuale è scesa al 25-26%. “È probabile che il calo sia legato al rafforzamento della legittimità del potere dopo l’annessione della Crimea anche se apparentemente non ha niente a che fare con la corruzione - conclude il sociologo -. Abbiamo però notato che alla fine del 2014 e per tutto il 2015 l’autorevolezza di Putin, ma anche di tutti gli altri organi governativi, è cresciuta”.

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