A partire da settembre 2015 tutte le società che operano in Russia saranno tenute a gestire e proteggere i dati personali dei cittadini russi nel territorio del paese in base alle modifiche apportate alla legge N. 242-F3.
: AFP/East NewsLinkedIn, il più grande social network dedicato al mondo del lavoro, in Russia potrebbe essere bloccato. Secondo Roskomnadzor, l'ente federale russo per il controllo delle telecomunicazioni, il dominio di LinkedIn Corporation avrebbe violato la legge russa in quanto non avrebbe trasferito i dati personali dei russi su server russi.
La richiesta è partita l’anno scorso, il 1° settembre 2015, ma alcune aziende la stanno ancora ignorando. In estate Roskomnadzor ha citato a giudizio LinkedIn e la corte si è schierata dalla parte dell’ente, decidendo di includere il social network nella lista dei siti vietati.
Non essendo ancora entrata in vigore la decisione, il social network continua a funzionare e la società è in attesa dell’esito del ricorso, che sarà noto dopo l’incontro in tribunale il prossimo 10 novembre. Se LinkedIn Corporation non riuscirà a vincerlo, questa sarebbe la prima grande piattaforma Internet a essere bloccata in Russia per essersi rifiutata di localizzare i dati dei russi in Russia. Nell’agosto 2016, TNS ha stimato che il numero di utenti LinkedIn nella Federazione è pari a 2,6 milioni.
LinkedIn da parte sua non ha rilasciato commenti in merito al processo legale. Mentre Roskomnadzor avverte che il provvedimento potrebbe essere applicato a tutte le aziende che stanno facendo affari in Russia, anche nel caso in cui non possiedano una sede legale qui. È il caso di Facebook, per esempio, che nella Federazione non ha alcun ufficio.
"Siamo profondamente convinti che qualsiasi società, anche straniera, anche se non ha fisicamente una rappresentanza nel nostro Paese, ma guadagna soldi con i nostri cittadini attraverso un sito Internet, elabora i loro dati personali ed esercita attività di marketing”, rientra in questa legge, ha detto in un'intervista a Rbth Vadim Ampelonskij, rappresentante di Roskomnadzor.
LinkedIn ha attirato l'attenzione delle autorità perché “di fatto, ogni anno a partire dal 2010, è coinvolto in qualche grande scandalo associato alla sicurezza dei dati personali di milioni di utenti", sostiene Roskomnadzor.
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