A Roma la Russia ricorda le vittime dell'Olocausto

Un momento dell'incontro al Centro russo di Scienza e Cultura (Foto: ufficio stampa / Centro Russo di Scienza e Cultura)

Un momento dell'incontro al Centro russo di Scienza e Cultura (Foto: ufficio stampa / Centro Russo di Scienza e Cultura)

Un incontro al Centro russo di Scienza e Cultura per non dimenticare la tragedia e per rendere omaggio a coloro che hanno combattuto per porre fine al conflitto

Alcuni minuti di silenzio. E poi il ricordo. Il 4 febbraio il Centro russo di Scienza e cultura di Roma ha ospitato un incontro dedicato al 70esimo anniversario della liberazione di Auschwitz, per la Giornata internazionale della Memoria delle vittime dell’Olocausto. “Sulla questione della liberazione di Auschwitz: la visione russa”: questo il nome della serata, alla quale hanno partecipato studiosi, diplomatici, artisti ed esponenti delle comunità russa, italiana, tedesca, ebraica.

 
Auschwitz, memorie dall'orrore

“Così come dimostrano alcuni studi, le forze armate delle truppe del Primo fronte ucraino che hanno liberato il campo di concentramento sono la dimostrazione della composizione internazionale dell’Armata Rossa: essa racchiudeva 39 nazionalità, tra cui russi, ucraini, kazaki, bielorussi, armeni, azerbaigiani. È nostro dovere oggi tenere viva la memoria dei tragici fatti avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale, ed essere fieri di coloro che hanno lottato per il nostro futuro”, ha dichiarato durante l’incontro l’ambasciatore russo in Italia Sergei Razov.

“L’Unione Sovietica riuscì a distruggere tre quarti del potenziale militare della Germania di Hitler. Oggi più che mai è attuale ricordarlo - ha aggiunto Razov -. Durante gli anni di guerra abbiamo perso oltre 27 milioni di persone, molte delle quali erano semplici civili. Tragedie simili non si devono dimenticare”.

Il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, ha aggiunto che “senza l’intervento dell’Armata Rossa non sarebbe stato chiaro l’esito della guerra”, aggiungendo che l’incontro al Centro russo “consente di avere uno sguardo fresco sul destino storico del popolo ebraico”.

Un momento dell'incontro al Centro russo di Scienza e Cultura, dove è stata inaugurata anche una mostra fotografica (Foto: ufficio stampa / Centro Russo di Scienza e Cultura)

Andrei Sorokin, direttore dell’archivio russo di stato di storia socio-politica ha poi presentato una relazione sul tema “L’olocausto: il ricordo del passato nella Russia moderna”. “È indispensabile inserire questo tema nei programmi scolastici e delle università - ha detto -, promulgando documenti di archivio, per mantenere viva la memoria”. Sorokin ha poi donato al Centro “L’enciclopedia dell’Olocausto in Unione Sovietica”. 

Il presidente del fondo moscovita “Olocausto” Alla Gerber ha raccontato come negli ultimi dieci anni sia cambiato l’atteggiamento in Russia nei confronti di questo argomento. Il direttore del Museo ebraico e centro di tolleranza Uri Gershovich ha presentato l’attività della fondazione. Il consulente del museo, Pavel Polyan, si è poi soffermato sugli studi fatti in Russia e all’estero sul tema dell’olocausto.

All’incontro, al quale erano presenti italiani, tedeschi e russi, hanno partecipato l’addetto militare russo Sergei Shtern, l’ambasciatore del Kazakistan in Italia Adrian Elemesov, il consigliere dell’ambasciata di Israele Rafael Erdejkh, il consigliere dell’ambasciata bielorussa Anatoly Glaz, il consigliere dell’ambasciata azerbaigiana Bugar Gadzhiev, oltre a studiosi, scienziati, artisti e rappresentanti della stampa russa e italiana. 

Durante la serata è stata inoltre inaugurata la mostra “Omaggio alla memoria”: oltre cinquanta fotografie della tragedia avvenuta nel lager nazisti. È stato infine proiettato il film documentario “Bambini dall’abisso” di Pavel Chukhraj.

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