Famiglia e lavoro. La parola d'ordine è felicità

I russi più felici sono i giovani, pari all’86 per cento degli intervistati (Foto: Alexei Malgavko / Ria Novosti)

I russi più felici sono i giovani, pari all’86 per cento degli intervistati (Foto: Alexei Malgavko / Ria Novosti)

Secondo i sondaggi, il 76 per cento dei russi si considera felice e soltanto il 17 per cento si ritiene infelice. Questa è la conclusione alla quale sono giunti i sociologi del Centro di ricerca sull’opinione pubblica russa (VCIOM). Il numero delle persone felici è diminuito di poco soltanto nel corso degli ultimi sei mesi

I russi sono felici come non mai. Secondo un sondaggio reso noto da VCIOM l’8 dicembre, il 76 per cento della popolazione russa si considera felice. Dal marzo scorso l’Indice della Felicità è diminuito appena di poco, passando da 64 a 59 punti. I russi più felici sono i giovani (86 per cento), mentre tra i pensionati si considera felice il 64 per cento, e tra la popolazione meno istruita il 61 per cento.

Le statistiche sulla felicità

Il 45 per cento dei russi è circondato da gente felice e soltanto il 15 per cento della gente ha accanto a sé qualcuno che è infelice, mentre il 34 per cento è circondato da persone sia felici sia infelici. La cosa interessante è che malgrado la più grande felicità per i russi nasca dai rapporti familiari, soltanto il 3 per cento dei russi infelici attribuisce la propria infelicità ai problemi personali, mentre un altro 3 per cento soffre di solitudine. Il direttore del centro di Studi socio-politici presso VCIOM, Stepan Lvov, ha detto a RBTH che le attuali statistiche non sono così importanti rispetto alle loro stesse dinamiche in un arco di tempo di 10-15 anni. “L’evoluzione dinamica degli stati d’animo mostra in quale stato è la società, e le conclusioni sono tratte sulla base di questo” ha spiegato. “Per noi, l’Indice della Felicità è uno dei fattori che caratterizzano una società. Possiamo parlare dei processi sociali sulla base di quei dati. Oltre alla felicità, poniamo domande relative al benessere sociale. La felicità è un indice generale: infatti si può non essere soddisfatti dalla politica ma considerarsi felici perché si vive bene a casa propria” ha spiegato Lvov.

Effettuando uno studio comparato sulle statistiche degli anni precedenti, risulta che i russi si sono sentiti peggio negli anni Novanta e che l’anno nel quale si sono sentiti meglio è stato il 2011. Le risposte più interessanti al sondaggio riguardano ciò che rende felici i russi. Secondo gli intervistati, la prima fonte di gioia nella vita è la famiglia. Il quaranta per cento dei russi ha indicato proprio la famiglia tra le principali motivazioni che li fanno sentire felici, mentre il 14 per cento di loro si rallegra della propria salute. Soltanto una persona su dieci ha attribuito la propria felicità a un buon posto di lavoro, e il 4 per cento degli intervistati si è detto felice perché guadagna molto bene. Lvov ha detto che la società russa è per lo più orientata verso i rapporti personali. “Malgrado l’opinione secondo cui non abbiamo uno stile di vita tradizionale come in passato, i russi apprezzano il loro stile di vita. Da altri nostri sondaggi risulta che la vita sociale viene al secondo posto dopo la famiglia, e che i ruoli economici e politici rivestono molto meno significato di quelli personali” ha spiegato il sociologo. Lvov ha continuato dicendo che le statistiche sulla felicità dei russi non differiscono molto da quelle globali, ma secondo l’Indice Planetario della Felicità redatto dal centro di ricerca britannico New Economics Foundation, la Russia nel 2012 occupava il 122esimo posto su 151 paesi, con un indice del 34,5 (inferiore di soli 17 punti rispetto agli Stati Uniti). Secondo i sondaggi, i più felici al mondo sono i costaricani, con un indice di 64. I meno felici sono gli abitanti del Botswana con 22,6 punti. I cubani si collocano al dodicesimo posto con 56,2 punti, i messicani al trentunesimo con 52,9, i britannici al 41esimo con 47,9, gli ucraini al centesimo con 37,6 e gli americani al 105esimo posto con 37,3.

In ogni caso, secondo un rapporto redatto in ottobre dal Global Attitude Project del Pew Research Center, gli abitanti delle economie avanzate ed emergenti sono considerevolmente più felici della loro vita rispetto a coloro che vivono nelle economie in via di sviluppo. Israele, Stati Uniti, Germania e Regno Unito spiccano tra le altre come le economie nelle quali si vive più felicemente, con circa sei persone su dieci che affermano di sentirsi quasi all’apice della soddisfazione (rispettivamente col 75, il 65, il 60 e il 58 per cento). In 12 dei 24 mercati emergenti, circa la metà delle persone intervistata considera molto soddisfacente la propria vita. Le opinioni pubbliche dei paesi latino-americani sono le più felici, con circa i due terzi della popolazione o più in Messico (79 per cento), Venezuela (74 per cento), Brasile (73 per cento), e Argentina (66 per cento) che dichiarano di vivere bene. In questa classifica la Russia ha segnalato un 43 per cento, l’Ucraina il 23. Riesaminando i sondaggi PEW, emerge chiaramente una tendenza: negli ultimi tempi in Russia è aumentata la soddisfazione, passata dal 19 per cento nel 2002 al 23 per cento nel 2007 e infine all’odierno 43 per cento.

I criteri per la politica e l’economia

Tatiana Karabchuk, vicedirettrice del Laboratorio per la Ricerca sociale comparata presso la Scuola superiore di Economia, concorda con le valutazioni di Lvov. Secondo lei l’Indice della Felicità è uno degli indicatori più importanti, “tenuto in considerazione dalle istituzioni mondiali e dai politici al governo in particolare, perché descrive l’esatta situazione in un determinato paese”. Karabchuk ha detto che tale indice “è tanto significativo quanto il Pil di un paese, ed è essenziale per spiegare le agitazioni e le proteste sociali e molto altro”. Secondo lei, “la situazione in cui versa la popolazione deve essere misurata di continuo per capire fino in fondo in quale direzione si sta avviando. È sufficiente misurarla una volta l’anno, ma qualora gli eventi in un paese evolvano come stanno facendo al momento, si riscontreranno fluttuazioni ogni mese”. Anna Varga, responsabile dell’Associazione degli psicologi di famiglia, esprime invece un certo scetticismo nei confronti dei valori familiari espressi dal sondaggio. “La risposta al riguardo della famiglia è la più tranquilla che i russi possano dare: così facendo la gente dimostra lealtà nei confronti di ciò che sta accadendo nel paese. È un po’ come chiedere a qualcuno: ‘Come va? Tutto bene?’ e quel qualcuno risponde: ‘Sì, tutto bene’. ‘E come mai va tutto bene?’ ‘Perché ho una famiglia e dei figli’” ha detto la psicologa. “La felicità è uno stato transitorio e momentaneo. Quando si rivolge a qualcuno una domanda sulla felicità, si riceve una risposta socialmente accettabile in termini sociali. L’Indice della Felicità secondo me è un parametro alquanto dubbio”, ha detto Varga.

Secondo Varga, in Russia è importante per chi è intervistato in proposito capire a chi sta dando una risposta al riguardo della propria felicità, se a un superiore o a un pari grado. “Se si risponde a un superiore, la risposta sarà inevitabilmente: ‘Grazie, sono felice’. Mentre se si risponde a un pari livello, la risposta sarà diversa, e forse quella stessa persona si confiderà dicendo che le cose vanno male per il solo motivo che teme di essere invidiata o di rimetterci. Si tratta dunque di un meccanismo di difesa, al quale si ricorre per proteggersi” ha concluso. Dal punto di vista della psicologa, sulla base di tale indice si può soltanto valutare quanto sia ben sviluppato l’istinto di sopravvivenza dei russi. “Ti diremo quello che vuoi sentirti dire e lo spiegheremo in modo sicuro: così reagisce la popolazione intervistata in proposito” ha spiegato. “Il fatto è che buona parte di essa discende dai servi della gleba, ed è sempre timorosa di incorrere in qualche eventuale condanna. Infatti, ha imparato da varie generazioni ad adattarsi. Quanto più è alto il livello di dispotismo in un paese, tanto più al riguardo di qualsiasi cosa si ricevono risposte socialmente accettabili”, ha concluso. 

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