Il viaggio verso Ovest

Mosca e San Pietroburgo: sono queste le mete che attraggono buona parte dei migranti (Foto: Itar Tass)

Mosca e San Pietroburgo: sono queste le mete che attraggono buona parte dei migranti (Foto: Itar Tass)

Migrazioni interne: sempre più cittadini della Federazione lasciano le terre dell'Est. Per cercare il futuro nelle grandi città della parte occidentale del Paese

Da cinquant'anni a questa parte in Russia è incessante la "deriva verso Ovest", ossia il trasferimento degli abitanti dall'Est del paese verso la sua zona centrale. Gli studiosi di tale fenomeno osservano che esso si mantiene stabile, e il cambiamento dei dati che lo riguardano non dipende tanto da cause macroeconomiche oggettive, quanto dai nuovi metodi di rilevamento statistico. Dopo che la Rosstat ha iniziato a conteggiare non solo le persone che cambiano residenza in modo permanente, ma anche i lavoratori in trasferta temporanea, si è scoperto che nel 2012 all'interno dei confini della Russia sono migrati 3,8 milioni di abitanti. Gli esperti affermano che questa cifra non ha subito significativi cambiamenti negli ultimi vent'anni, e anche il vettore dei trasferimenti è costante: dai villaggi verso le città, e dalla provincia verso la capitale.  

Due poli di attrazione

Nessuna altra città della Russia può competere con Mosca e San Pietroburgo per livello di attrattiva. La parte più attiva della popolazione dal punto di vista dei fenomeni migratori, ovvero i giovani dai 16 ai 30 anni di età, è diretta proprio verso di esse. La seconda categoria con la maggiore mobilità, ossia le persone andate da poco in pensione, preferiscono le regioni dal clima mite, nel Sud del paese, ma questo dato non influisce più di tanto sulle statistiche. Se nel periodo sovietico la gente si trasferiva nelle regioni del Nord per guadagnare di più, oggi gli stessi stipendi si ottengono anche nelle megalopoli, dove il clima non è così rigido.

Zhanna Zajonchikovskaja, studiosa dei fenomeni migratori, in un suo lavoro del 1991 scriveva che negli anni Settanta le due capitali e le loro provincie accoglievano quasi il 70 per cento del totale dei migranti. Secondo i dati di Rosstat, nel 2012 questa tendenza non è cambiata.  Il motivo è evidente, a Mosca e a San Pietroburgo si può avere tutto: c'è lavoro, l'istruzione è migliore, ci si può divertire, da qui si può raggiungere qualsiasi punto del globo, e soprattutto, si ha la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni. "Non vedo i presupposti perché questa tendenza cambi. Non si può semplicemente invertire questo flusso; l'unico modo di fermare la fuga dalle regioni periferiche è dare agli abitanti dei buoni motivi per tornare nelle loro città di origine", è l'opinione di Nikita Mkrtchjan, collaboratore del Centro di ricerche demografiche della Higher School of Economics di Mosca.   

 
La richiesta di professionisti
che arrivano dall’estero 

"In Russia vi sono dei soggetti federali verso i quali gli abitanti si dirigono per via degli alti salari, come ad esempio Tjumen (2100 km da Mosca). Laggiù però non è possibile restare a lungo, perché a parte il lavoro non c'è niente da fare. Per evitare che la gente scappi da quelle zone, bisogna realizzare dei progetti culturali", spiega Alla Sorokina, collaboratrice scientifica del Centro di analisi dei settori strategici dell'economia dell'Accademia Russa di Economia Nazionale e Amministrazione Pubblica (RANEPA). Un'altra causa della migrazione interna sono le limitazioni forzate negli spostamenti, si dice convinto Mkrtchjan. Molte città in Russia si possono raggiungere solo in elicottero, in nave o percorrendo strade innevate. Nella vita di tutti i giorni, alla gente non piace questa condizione di isolamento dal resto del mondo.

Da dove iniziare

Le amministrazioni locali, seguendo le direttive del presidente, cercano di elaborare delle strategie a lungo termine per lo sviluppo delle regioni, ma secondo gli esperti si tratterebbe di misure astratte e incapaci di produrre dei risultati fintanto che della loro realizzazione si occuperanno i funzionari statali. "Bisogna cambiare approccio nella scelta dei responsabili degli enti locali, per far salire al potere dei dirigenti dinamici, e non le persone che fanno comodo alle amministrazioni regionali", sostiene il titolare della cattedra di Politologia e gestione politica della RANEPA Dmitri Slizovskij.   

Problemi che sembrerebbero insormontabili trovano soluzione in tempi brevi, se ad occuparsene sono dei politici veramente interessati. Uno degli esempi più recenti è quello del sindaco di Petrozavodsk (città distante 1000 km da Mosca) Galina Shirshina, che in otto mesi di gestione è riuscita a fare ciò che i suoi predecessori non erano riusciti a fare per anni. La Shirshina ha trovato un nuovo capitolo di spesa per il bilancio comunale: ha ridotto gli ingenti stipendi dei funzionari, ha reso pubbliche le sedute della giunta comunale a tutti i cittadini, ha abbassato le tariffe dei trasporti pubblici e ha fatto ripartire i lavori del Consiglio per l'ecologia.    

Una ragione per restare

Il senso di responsabilità di tutti i cittadini e la coscienza del fatto che non si può sempre restare in disparte come spettatori distaccati di quanto avviene, secondo gli esperti, potrebbero risolvere molti dei problemi delle regioni.  Per il momento, però, le statistiche rivelano che i cittadini russi preferiscono insediarsi in territori dove le condizioni di vita sono già favorevoli. I dati più preoccupanti sono stati registrati nelle regioni settentrionali del paese, come la Jacuzia, le regioni di Magadan, di Sakhalin, la Kamchatka, i distretti autonomi della Chukotka e dei Korjaki. La massiccia emigrazione di abitanti da queste regioni ebbe inizio già negli anni Novanta, quando in quelle zone si cominciarono a smobilitare i reparti dell'esercito: allora si svuotarono intere città e villaggi. Gli attuali tentativi del governo di suscitare l'interesse degli abitanti, ad esempio, con l'offerta di terreni a basso costo per il momento non cambiano la situazione.   

 

Ciò nonostante, vi sono persone disposte a cercare dei motivi per cui in queste regioni valga la pena di vivere e di costruire i propri progetti per il futuro. Uljana Budina, specialista nella preparazione di mangimi composti per il bestiame, un anno fa si è trasferita in Kamchatka per compiere un passo avanti nella sua carriera e ottenere uno stipendio più alto, cosa che a Mosca non era possibile. "Qui gli alimentari sono molto cari, ma a parte questo non vedo altri aspetti negativi. A Petropavlovsk la natura è di una bellezza straordinaria, abbiamo l'oceano e le colline; tutto è a portata di mano, si può uscire dall'ufficio e raggiungere a piedi le piste da sci, senza fare ore di viaggio.  Prima non immaginavo nemmeno che si potesse vivere in un altro luogo che non fosse Mosca; adesso invece mi fanno addirittura pena i moscoviti, è terribile passare tutta la propria vita tra lavoro e metrò", racconta Uljana.   

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