La richiesta di professionisti che arrivano dall’estero

La Russia continua ad aver bisogno di figure altamente qualificate. E cresce la presenza di specialisti stranieri che operano nella Federazione, soprattutto nel settore dell’edilizia e del commercio

Secondo i dati in possesso dell’Alta Scuola di Economia di Mosca la quota di lavoratori stranieri in Russia starebbe variando, e dopo il picco significativo registrato nella seconda metà degli anni Duemila, avrebbe cominciato a diminuire. Come osservano gli esperti, in Russia il numero degli specialisti provenienti dai paesi confinanti con il territorio russo avrebbe attualmente raggiunto il suo minimo storico.

Tuttavia, come racconta la dipendente di un’importante banca straniera, il numero di stranieri impiegati nella filiale del loro istituto di credito è piuttosto consistente e tutti sembrano sentirsi piuttosto a loro agio, malgrado le tensioni esistenti tra la Russia e l’Occidente a causa della questione ucraina. “Di solito se ne vanno, quando c’è un ridimensionamento dell’organico, altrimenti nessuno manifesta il desiderio di tornare nella propria patria”, osserva la ragazza.

Gli studiosi sono giunti alla conclusione che la comunità di lavoratori stranieri sia molto eterogenea e che alcuni di essi siano persuasi che i russi sono per natura aggressivi e corrotti e che per questa ragione non sia possibile realizzare nel paese alcun cambiamento. “Ci sono anche persone pragmatiche che pensano unicamente al denaro, ma l’essenziale è che esiste una fascia di stranieri che sono venuti qui spinti da un sincero desiderio di essere utili e che tra l’altro potrebbero dare un vero impulso allo sviluppo del nostro paese”, ha detto, in un’intervista rilasciata al giornale Ogonek, Vladimir Karacharovskij, docente presso l’ Alta Scuola di Economia di Mosca.

A detta degli esperti, ad avere un atteggiamento più diffidente verso la Russia sarebbero gli stranieri che non hanno scelto autonomamente di risiedere qui, ma che sono stati chiamati da società multinazionali. “Costoro non sono mossi da alcun interesse personale verso il nostro il paese. Ci sono poi anche stranieri entusiasti e molto attivi che hanno scelto la Russia come luogo di lavoro e che si comportano in modo del tutto opposto. Questi stranieri non sembrano interessati solo all’impresa datrice di lavoro, ma anche al paese e alla realtà circostante. Tuttavia, nei confronti di tali persone la nostra politica sull’immigrazione è alquanto restrittiva: lo Stato cerca in tutti i modi di dimostrarsi diffidente”, afferma Elena Danilova, direttrice del Dipartimento di Teoria e studio delle trasformazioni sociali dell’Istituto di Sociologia dell’Accademia delle Scienze russa. “I rischi politici sono i fattori che condizionano di più”.

Come hanno raccontato a Rbth alcuni rappresentanti dell’Ufficio federale dell’immigrazione, negli ultimi due-tre anni le autorità hanno cercato di alleggerire le norme sugli ingressi di esperti stranieri altamente qualificati. Ma sono soltanto le imprese ad avere il diritto di chiamarli, non esiste una procedura semplificata che consenta a un singolo cittadino di venire da solo in Russia, sebbene, al momento di essere rimpatriato, qualora non intenda tornare nel paese d’origine, possa richiedere autonomamente i documenti necessari a regolarizzare la sua situazione. 

I lavoratori stranieri sono in numero minore rispetto a quanto occorrerebbe

Secondo le statistiche dell’Ufficio federale dell’immigrazione, dall’1 luglio 2010 al 30 aprile 2014, avrebbero ottenuto il permesso di lavoro 61.500 esperti stranieri altamente qualificati di cui 3.100 nel 2010, 10.800 nel 2011, 11.800 nel 2012 e 26.300 nel 2013. “Si è così stabilizzata la tendenza a un aumento costante dei permessi di lavoro assegnati a esperti stranieri altamente qualificati”, afferma un portavoce dell’Ufficio federale dell’immigrazione.

Il sociologo Ovsej Shkaratan, professore dell’Alta Scuola di Economia di Mosca, è convinto che nella fase attuale la Russia non possa fare a meno dell’apporto di questi specialisti altamente qualificati e che la situazione potrà cambiare solo tra 10-20 anni. “Negli anni Sessanta del XX secolo abbiamo assistito a un salto qualitativo; eravamo in grado di eseguire con le nostre forze la maggior parte dei lavori più complessi e non avevamo bisogno di stranieri. Ma ora, alla fine del XX secolo, dopo la fuga all’estero dei nostri specialisti, abbiamo scoperto di non riuscire a produrre certe tipologie di macchine e per questo abbiamo bisogno di esperti stranieri. Per ristabilire un equilibrio occorrerà attendere che si formi una nuova generazione di specialisti dagli attuali studenti”.     

Shkaratan rileva, inoltre, che fino alla rivoluzione del 1917, venivano abitualmente chiamati a lavorare in Russia specialisti stranieri in ogni ambito, inclusi persino governatori e funzionari burocratici di alto livello, e che questa prassi è andata a tutto vantaggio dell’economia e della politica russa.

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