In diverse città della Russia si sono tenute manifestazioni pro e contro l’azione militare in Crimea (Foto: Itar Tass)
Domenica a Mosca si sono tenuti due meeting: uno a sostegno dell’azione militare in Crimea, l’altro di protesta. Coloro che si oppongono alla guerra si sono riuniti presso la sede del Ministero della Difesa e in piazza del Maneggio. La manifestazione contro la guerra non era autorizzata. Messaggi che incitavano alla partecipazione hanno cominciato a circolare sui social network alla vigilia del corteo, subito dopo la riunione del Consiglio della Federazione, nella quale i senatori hanno deciso l’appoggio all’invio di truppe in Ucraina promosso dal Presidente Vladimir Putin.
Una ragazza, tra i primi ad arrivare alla manifestazione contro la guerra, si è rivolta ad un soldato dei servizi speciali (OMON) con questa domanda: ”Sa, io temo che mio fratello possa essere mandato a combattere contro l’Ucraina. Perché inviare le truppe in Ucraina?”. Appena quaranta minuti dopo l’inizio delle azioni sono state arrestate decine di persone. La gente non ha opposto resistenza, ma al contempo non ha mai smesso di scandire lo slogan “No alla guerra!”. Il corteo spontaneo ha marciato alla volta della piazza del Maneggio, dove era programmato un altro meeting di protesta contro la guerra, organizzato allo stesso modo. Secondo i dati della polizia, attorno all’edificio del Ministero della Difesa sono state arrestate quaranta persone, nella piazza del Maneggio altre cinquanta.
Alla manifestazione a sostegno dell’intervento militare in Ucraina hanno preso parte, invece, rappresentanti delle organizzazioni patriottiche giovanili e dei veterani. Gli slogan principali di quest’azione sono stati: “Putin, io sono con te”, “Gloria alla Berkut”, “Maidan non passerà!”, “Insieme all’Ucraina”. Secondo i dati degli organizzatori, il corteo ha riunito oltre 27.000 persone.
Almira, una studentessa delle scuole superiori, è arrivata alla manifestazione con il cartello “Noi stiamo con la Crimea!”. “A me, in generale, interessa la politica, ho seguito la situazione in Ucraina, e quando ho assistito ai fatti di Maidan, ho avuto come la sensazione che mio fratello minore mi avesse tradito. Gli Ucraini non sono forse i nostri fratelli minori? Allora ho deciso di partecipare alla manifestazione, credo che la Crimea sia il nostro territorio comune” spiega la studentessa. “Solo, non bisogna inviare le truppe - dice Almira -. È meglio che l’Ucraina ci ceda semplicemente la Crimea. Se i suoi abitanti sono scontenti dell’Ucraina, non c’è ragione di trattenerli con la forza”.
“Io sono venuta qui di mia spontanea volontà, ho alcune compagne che vivono in Ucraina, e che stanno vivendo un momento di seria difficoltà. Per questo è decisamente meglio che tutto si concluda pacificamente, senza guerre”, ha detto Ljubov Viktorovna, collaboratrice del centro ricreativo sportivo del distretto di Chertanovo-Severnoe.
Cinque domande sulla Crimea |
A sostegno dei cittadini russofoni dell’Ucraina sono intervenuti gli street racers della capitale organizzando una corsa automobilistica di circa 50 veicoli alle Colline dei passeri (Vorobevy Gory) sotto lo slogan: “Non abbandoniamo i nostri”, i bikers del gruppo “I lupi della notte” hanno invece intrapreso un rally di moto nell’Ucraina Orientale “a sostegno della popolazione russa”.
A San Pietroburgo, nella sala concerti “Oktjabrskij” i rappresentanti del partito al potere “Edinaya Rossiya” sono riusciti a riunire 15.000 persone. Alla fine del meeting la decisione sull’uso delle armi in territorio ucraino è stata appoggiata vista “la persecuzione senza precedenti ai danni di semplici cittadini per ragioni legate alla nazionalità, alla confessione religiosa e alle convinzioni politiche”. Testimoni riferiscono che alla manifestazione hanno preso parte impiegati statali, studenti, cadetti e cosacchi. I rappresentati dell’amministrazione cittadina hanno dichiarato che il meeting “sulla situazione in Ucraina” era stato concordato già da molto tempo, che si era semplicemente aggiunta una ragione in più affinché si svolgesse. La manifestazione non è durata più di mezz’ora.
A San Pietroburgo il meeting di protesta contro l’azione militare in Ucraina si è svolto in piazza Isakievskaya. La manifestazione non era stata concordata. È stato comunicato che circa 500 oppositori alla decisione del Consiglio della Federazione si sono riuniti in piazza e che, a seguito alla protesta, sono state trattenute circa 40 persone. Allo stesso modo, meeting e cortei si sono svolti a Krasnodar. Diecimila persone hanno sfilato per la città con manifesti del tipo “Il fascismo non passerà”, “Crimea e Kuban insieme” e ancora “Russia Unita-Grande Russia!”.
“Presto invieremo in Ucraina i primi aiuti umanitari raccolti dagli abitanti della regione Kuban. Se la situazione dovesse evolversi in maniera assolutamente negativa siamo pronti a concedere asilo nella nostra terra”, ha dichiarato il governatore della regione di Krasnodar, Aleksander Tkachev.
Il governatore ha anche sottolineato che gli abitanti della zona di Kuban non possono rimanere indifferenti ai fatti dell’Ucraina, in quanto “molti di loro hanno su quella sponda amici e parenti”. “In ogni caso non stiamo parlando di guerra, Dio ce ne liberi! Il Presidente non ha mai dichiarato e mai dichiarerà guerra al popolo ucraino”, ha precisato Tkachev. Una nuova serie di meeting a sostegno dei compatrioti in Ucraina è attesa in Russia nei prossimi giorni. Lunedì manifestazioni si sono svolte a Belgorod, a Bryansk e a Novocherkassk. E poi ancora a Rostov, Voronezh, Kostroma e Irkutsk. Continueranno, inoltre, le manifestazioni a Mosca. A sostegno dello svolgimento di queste manifestazioni si sono già espressi politici e attori della scena culturale e sportiva russa.
L'articolo è stato realizzato con materiali apparsi sui giornali Nezavisimaja Gazeta, Kommersant, Gazeta.ru, MK, Ria Novosti e Lenta.ru
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