I balli nella Russia imperiale

La stagione dei balli iniziava in autunno e si estendeva fino alla primavera (Foto: Maria Afonina/Russia Oggi)

La stagione dei balli iniziava in autunno e si estendeva fino alla primavera (Foto: Maria Afonina/Russia Oggi)

La vita mondana nei secoli XVIII e XIX era indissolubilmente legata alle feste e alla vita all’insegna del lusso. Nel museo-riserva di Tsaritsyno, a Mosca, una mostra celebra il 400mo anniversario della dinastia Romanov

Il primo ballo celebratosi in Russia risale al XVII secolo, in occasione delle nozze del Falso Dmitri I con Marina Mniszhech. Fu solo nel 1717, però, che i balli entrarono definitivamente a far parte della vita della nobiltà russa, grazie a un decreto emesso sotto il regno di Pietro I. Da allora, i balli iniziarono via via ad allietare non solo i nobili, ma anche i ricchi mercanti.

Più tardi, verso la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, il carattere ufficiale di questi eventi passò in secondo piano e si incominciò a organizzare balli pubblici con il coinvolgimento di figure professionali come, ad esempio, compagnie teatrali, artisti o architetti.

La mostra "Il gran ballo"

La mostra “Il gran ballo” rimarrà aperta al pubblico fino al 3 ottobre 2013, presso il museo-riserva di Tsaritsyno, a Sud-Ovest di Mosca. I visitatori potranno ammirare più di 460 pezzi legati alla cultura del ballo in Russia: abiti e costumi da ballo, così come locandine e dipinti raffiguranti le varie feste e i ballerini. Una sezione della mostra è dedicata anche ai vari allestimenti del Teatro Bolshoj, nel corso di tutta la sua storia: bozzetti di scenografie, costumi, tutù e, per esempio, l’abito utilizzato dalla stella della danza, Maya Plisetskaya, disegnato da Pierre Cardin. Gli oggetti esposti provengono da dieci musei di Mosca e San Pietroburgo

La parola bal (ballo), di origine francese, si diffuse nella lingua russa a partire dal XVIII secolo. In questi balli, la danza non era l’unica forma di intrattenimento. Gli invitati si divertivano, conversavano, mentre i più anziani discutevano di politica e giocavano a carte. A cavallo tra il XIX e il XX secolo, i balli iniziarono a essere accompagnati da concerti, a cui venivano invitati cantanti lirici e ballerini. Comparve, inoltre, il concetto dei balli-lotteria, il cui ricavato veniva destinato ai più bisognosi.

La stagione dei balli iniziava a fine autunno e durava fino a primavera. Essi diventavano piuttosto festosi e chiassosi in prossimità dei festeggiamenti della Maslenitsa, il Carnevale russo. Anche in estate, la gente amava andare ai balli, esclusi, però, i periodi di digiuno. Il successo di una stagione danzante non si stabiliva solo sulla base dello sfarzo delle feste e dei vestiti, ma anche in base al numero di nuove coppie di fidanzati che nascevano durante questi festeggiamenti.

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sulle celebrazioni
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Romanov 

San Pietroburgo era la località prediletta per lo svolgimento dei balli di corte. Nella sala Nikolaevsky del Palazzo d’Inverno, si celebrava il “Gran ballo”, con cui si apriva la stagione dei balli. Seguivano i “piccoli” e “medi” balli dell’Ermitage e del Palazzo Anichkov. In estate, gli invitati venivano ricevuti nel Palazzo di Peterhof o di Tsarskoe Selo.

Nonostante la sontuosità di queste feste, secondo il cognato di Nicola II, il granduca Aleksandr Mikhailovich (1866-1933), le spese risultanti non erano poi così elevate: “Non era necessario fare acquisti speciali né dover ricorrere a un numero maggiore di servitori. La Direzione principale dei territori si occupava della fornitura del vino, mentre i fiori provenivano dalle diverse serre dello zar. Per quanto riguarda l'orchestra, soggiornava in pianta stabile nel palazzo”.

I preparativi del ballo

Prima di ogni ballo, gli invitati ricevevano dei raffinati inviti, spesso disegnati dai migliori artisti, che si incaricavano anche delle locandine colorate.

Foto: Maria Afonina/Russia Oggi

Un ventaglio di piume di ali d'aquila dell'inizio del XX secolo (Foto: Maria Afonina/Russia Oggi)

Il linguaggio del ventaglio

Nel XVIII secolo il ventaglio si trasformò in uno strumento di comunicazione ideale, in un momento in cui la libertà di espressione e socializzazione delle donne era piuttosto limitata. Ecco i principali gesti e significati corrispondenti, che diedero luogo a ciò che veniva denominato il “linguaggio del ventaglio”:

- Se il ventaglio è aperto e la dama lo agita per farsi aria: “Sono sposata”

- Se il ventaglio è chiuso: “Non sono interessata”

- Se la dama ha aperto solo la prima piega del ventaglio: “Rimaniamo amici”

-Se il ventaglio è completamente aperto: “Sei il mio idolo”

Le dame si preparavano all’evento, sfogliando le riviste di moda di quell’epoca, per la maggior parte francesi. Se da un lato la moda dei vestiti era continuamente soggetta a cambiamenti, vi era un accessorio, davvero indispensabile, a cui le dame di corte non potevano assolutamente rinunciare: il ventaglio. Con esso, le nobildonne non solo si sventolavano dopo ogni giro di danze, ma attiravano anche l'attenzione dei cavalieri, rivelando il loro volto, o agitandolo in maniera seducente.

I fiori adornavano sempre gli abiti da ballo, impreziosendo le acconciature, i corpi e le gonne dei vestiti. A volte venivano semplicemente tenuti in mano a mo’ di mazzetto. Tra il XVIII e il XIX secolo, un accessorio di moda, che non poteva mancare, era il porta-bouquet, una sorta di gioiello a forma di piccolo vaso per contenere mazzi di fiori finti.

Infine, nessuna dama poteva partecipare a un ballo senza il proprio carnet du bal, in cui si appuntava il nome del cavaliere con cui voleva ballare una polonaise, una mazurka o una quadriglia.

Balli in maschera

Il tour virtuale
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nella sezione
Multimedia 

Il primo ballo mascherato si celebrò nel 1763, presso il Palazzo d'Inverno, durante il regno di Caterina II. Questi tipi di eventi radunavano sempre diverse migliaia di invitati, nobili, ma anche ricchi mercanti. Nel XIX secolo la tradizione dei balli in maschera si mantenne. Di solito venivano organizzati in occasione del 1° gennaio o del Carnevale. La moglie dello zar Nicola I di Russia, Aleksandra Fedorovna, racconta che nel 1818, durante un ballo in maschera, organizzato nel Palazzo d'Inverno, si vestì da principessa indiana mentre l'imperatrice Elisabetta Alekseevna da pipistrello. Spesso venivano celebrati balli con tematica orientale o storica. Nel 1837, Nicola I si presentò a una festa in maschera dedicata alla Cina, vestito da cinese, con una grande pancia e una lunga treccia.

Balli celebri 

Le più suntuose erano le feste di incoronazione. I balli nel Palazzo delle Faccette, a Mosca, organizzati per la prima volta in occasione dell'incoronazione di Caterina II, inauguravano ufficialmente i festeggiamenti. Spesso questi balli venivano alternati con ricevimenti presso le ambasciate straniere, come, ad esempio, quella inglese o francese. Durante l'incoronazione di Nicola I, nel 1826, vennero indetti dei balli presso le residenze dell'ambasciatore francese, il maresciallo Marmont, del duca di Ragusa e dell’ambasciatore inglese, il duca di Devonshire.

Nel 1903, presso il Palazzo d'Inverno, si celebrò il famoso ballo in maschera “à la russe”, dove tutti gli invitati si abbigliarono con abiti dell’epoca dello zar Alexei Mikhailovich. Alcuni dei partecipanti ricorsero a vecchi ritratti per copiare i costumi dei loro antenati, e molte delle dame indossavano costumi d'epoca, tuniche e copricapi simili ai kokoshniki.

L’ultimo grande ballo dell’epoca si svolse il 23 febbraio del 1913, nelle sale dell’Assemblea della Nobiltà, in occasione del 300mo anniversario della dinastia Romanov. Secondo le memorie del conte Kokovtsov, allora primo ministro del governo zarista, la festa non riscosse un grande successo. “Non perché non fosse stata sufficientemente animata, o per via del mio cosciente timore nei confronti del futuro prossimo. Tutta la mia attenzione era assorbita dalle preoccupazioni quotidiane su che cosa avremmo potuto fare il giorno seguente per prevenire una catastrofe globale”, si legge nei suoi scritti.

Dopo la rivoluzione, i balli e tutte le tradizioni della vecchia Russia vennero relegati nel passato. Nel XX secolo, il mito poetico del “ballo russo” si mantenne comunque vivo grazie all’arte, la cinematografia, la musica e le rappresentazioni teatrali.

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