Il capo del Servizio federale per il controllo veterinario e fitosanitario della Russia Sergei Dankvert (Foto: Monique Lapa)
Il capo del Servizio federale per il controllo veterinario e fitosanitario della Russia (Fsvps) Sergei Dankvert ha risposto alle domande di Russia Oggi, in occasione della sua visita a Parigi per l'Assemblea Mondiale dei Delegati dell'Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie).
Quali sono i principali risultati ottenuti dalla delegazione russa nell'ultima assemblea generale dell'Oie?
In primo luogo, insieme a Bielorussia, Kazakhstan, Ucraina e alcuni altri Paesi abbiamo presentato all'assemblea generale dell'Oie la proposta di creare un gruppo di lavoro per valutare l'opportunità di inserire il morbo di Schmallenberg nell'elenco delle malattie di cui è obbligatorio notificare l'insorgenza. Abbiamo posto la questione in modo tale che l'Oie sarà obbligata a tenere un'assemblea dedicata a questo tema tra agosto e settembre 2013. È necessario infatti ridurre le probabilità di un'ulteriore diffusione del virus. Le decisioni dell'Europa riguardo a questo virus sono state prese con straordinaria rapidità, ma senza un fondamento sufficiente. Alla comparsa dei primi focolai di infezione sarebbe stato possibile limitarne la diffusione limitando gli spostamenti degli animali dalle zone colpite. Il mancato inserimento della malattia nella lista di quelle particolarmente pericolose ha causato la sua diffusione in contemporanea attraverso tutte le frontiere europee, cosa che potrebbe avere conseguenze economiche imprevedibili. Noi abbiamo tolto il divieto di importazione del bestiame dai Paesi europei, ma abbiamo posto delle condizioni per l'importazione. In particolare, all'interno del Paese che esporta il bestiame deve essere in atto un programma di monitoraggio della malattia, come avviene, per esempio, in Francia. Restiamo in attesa di controproposte. In secondo luogo, abbiamo discusso con i colleghi europei le condizioni per le forniture di carne macellata. Si tratta di un prodotto particolare, che richiede un apposito sistema di controlli. Quando acquistavamo 100 tonnellate all'anno di carne macellata per i ristoranti, potevamo lavorare con altre modalità, ma oggi che acquistiamo 59mila tonnellate di carne di manzo all'anno, abbiamo il diritto di esigere che i Paesi fornitori si assumano delle responsabilità, effettuando i necessari test di laboratorio prima che il prodotto arrivi alla frontiera. Altrimenti saremo costretti a rinunciare all'acquisto.
Quali altri requisiti ha stabilito la Russia per i prodotti agroalimentari d'importazione?
Nello stabilire i requisiti e le norme di sicurezza dei prodotti noi partiamo dal dato che la stragrande maggioranza della popolazione della Russia si nutre in maniera completamente diversa dagli europei e si cura con medicine diverse. Ad esempio, le normative russe per quanto riguarda il contenuto di antibiotici nella carne sono sempre state più severe, perché gli antibiotici che da noi ancora oggi sono largamente impiegati per curare le persone in America e in Europa già da tempo si usano per curare gli animali. Sappiamo che attraverso la carne degli animali una certa quantità di farmaco va a finire nell'organismo umano, diminuendo la propria efficacia futura. Noi prendiamo le mosse dalla nostra legislazione. Se le nostre norme prevedono un livello di tetraciclina nel latte più basso che in Europa, dobbiamo esserne orgogliosi. Pertanto, non accrediteremo per l'importazione le aziende nei cui prodotti questo livello non soddisfa le nostre norme.
Come funziona il sistema di controllo dei prodotti importati?
Compiamo un'ispezione presso la sede dell'azienda all'estero e, sulla base di questa ispezione, stabiliamo quanto sia efficace il loro sistema di controllo interno. Se riscontriamo molti aspetti che non ci soddisfano, attiviamo un sistema di monitoraggio nel Paese e alla frontiera. Se effettuando un gran numero di test di laboratorio su campioni di prodotto emergono dei problemi, automaticamente vengono presi dei provvedimenti nei confronti dell'azienda. Aprendo la rubrica "Import-Export-Transito" sul nostro sito Web, si possono trovare gli elenchi delle aziende fornitrici e le misure di controllo ad esse applicate.
In Russia esiste un sistema che permette di tracciare i prodotti dal campo alla vendita?
Il sistema per garantire la tracciabilità dei prodotti all'interno del Paese è attualmente in fase di elaborazione. Se i documenti normativi verranno approvati, saremo pronti a mettere in opera il sistema nel giro di un anno, un anno e mezzo. Un altro aspetto è la creazione di leggi che permettano allo Stato di lottare efficacemente contro la contraffazione e i produttori non coscienziosi. Attualmente, se si viene fermati durante il trasporto di suini affetti da una malattia molto grave, ce la si cava con una multa da tremila rubli, e i suini vengono rilasciati. È una cosa ridicola.
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Le sanzioni devono essere molto più severe, fino al divieto per il fondatore dell'azienda di creare in futuro un'altra società nello stesso settore. Purtroppo nel 2004 nel nostro Paese è stata distrutta la coesione del servizio veterinario. Un tempo da noi esisteva una struttura verticale, come in Francia, dove il servizio funziona in modo abbastanza efficace. Ora una serie di poteri sono stati delegati alle regioni, ma senza che queste abbiano alcun obbligo nei confronti degli organismi federali. La situazione che ne deriva è simile a quella della Germania, dove il governo federale è sottoposto a delle leggi, e i länder a delle altre. C'è anche un altro problema. Affinché un Paese possa esportare i propri prodotti, esso deve dimostrare la competenza dei suoi servizi veterinari in quel determinato ambito. Da noi nessuno ha mai verificato la qualità dei servizi: non sono mai stati stanziati i fondi per farlo, e oggi non abbiamo un numero sufficiente di specialisti. Solo adesso, con l'ingresso nel Wto, abbiamo avviato degli audit dei nostri servizi veterinari.
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