Stalin, il giudizio sessant'anni dopo la morte

Un busto di Iosif Stalin, che morì il 5 marzo del 1953 (Foto: Ap)

Un busto di Iosif Stalin, che morì il 5 marzo del 1953 (Foto: Ap)

Mentre il Paese si prepara a celebrare l'anniversario della scomparsa del leader sovietico, il numero dei suoi sostenitori è in calo, anche se non di molto

La Russia celebra il 60° anniversario della morte di Iosif Stalin il 5 marzo 2013 e il 49 per cento dei russi considera, ancora oggi, positivo il ruolo del dittatore sovietico nella storia russa, mentre il 32 per cento crede che abbia avuto un ruolo negativo.

I numeri resi noti da un sondaggio del Centro Levada, pur dimostrando che quasi la metà dei russi di oggi mantiene un giudizio positivo su Stalin, indicano al contempo una leggera perdita di sostegno a favore del leader sovietico rispetto a 10 anni fa, quando era ben visto dal 53 per cento dei russi, contro il 33 per cento che ne dava un giudizio negativo.

Tra i sostenitori di Stalin, c'è il leader del Partito comunista russo, Gennady Zyuganov; è uno dei più accesi, essendo convinto che molte delle conquiste più importanti del popolo sovietico, nel periodo di Stalin, dovrebbero essere attribuite alla sua leadership.

"L'industrializzazione, la vittoria nella Grande Guerra Patriottica (come i russi chiamano la Seconda Guerra Mondiale), la scoperta dell'atomo, lo sviluppo della tecnologia nucleare, il [primo] volo spaziale e altre imprese, insieme con la gloria del grande potere dell'Urss, rimarranno nella memoria della gente per sempre -, scrisse Zyuganov sulla Pravda, il giornale del suo partito, nel 2009. - Tutto ciò è inestricabilmente legato al nome di Stalin, un rivoluzionario e un patriota della Russia".

Foto: Ricardo Marquina Montañana /Russia Oggi

La deposizione dei fiori sulla tomba di Iosif Stalin, il 5 marzo 2013, sotto le mura del Cremlino di Mosca (Foto: Ricardo Marquina Montañana /Russia Oggi)

Arsenij Roginsky, presidente del movimento per i diritti umani Memorial, ricorda che dovremmo tenere a mente il prezzo che il popolo sovietico pagò per questo progresso nel periodo di Stalin. "L'atteggiamento nei confronti di Stalin cambierà solo dopo che le persone avranno capito che la loro vita e la loro dignità prevalgono sugli interessi dello Stato e che lo Stato è per la gente, non il contrario", ha detto.

In un Paese in cui il sacrificio personale per lo Stato è stato propagandato per decenni, cambiare questa mentalità è una battaglia in salita, ha aggiunto Roginsky.

Il sondaggio del Centro Levada, inoltre, ha rivelato che il numero di persone che ritiene il ruolo di Stalin "decisamente positivo" è sceso dal 18 al 9 per cento negli ultimi 10 anni.

Valeria Kasamara, docente associata presso il Dipartimento di Comportamento politico presso la Scuola Superiore di Economia di Mosca, afferma che il grande consenso dei russi verso Stalin può essere spiegato dal desiderio di "un ordine sovrano autoritario, che, con il pugno di ferro, combatta corruzione e criminalità".

"Questo dovrebbero essere il pensiero della generazione anziana, nata nell'era di Stalin -, aggiunge la Kasamara. - Il numero di accaniti sostenitori di Stalin si ridurrà, insieme con la fine naturale di questo gruppo della popolazione".

Kasamara precisa, poi, che l'atteggiamento in generale favorevole nei confronti di Stalin potrebbe anche essere il risultato di "un vuoto di informazione" in cui vivono in tanti. "Questi risultati indicano che quasi la metà dei russi riceve informazioni unilaterali su Stalin da parte dei media nazionali e non ha la minima idea degli errori commessi e delle conseguenze di questi errori -, continua la Kasamara. - Potrebbe essere l'effetto di una campagna di propaganda che ritrae Stalin come un buon leader".

Foto: Ricardo Marquina Montañana /Russia Oggi

Un altro momento della commemorazione del 60° della morte di Stalin, il 5 marzo 2013, sotto le mura del Cremlino di Mosca (Foto: Ricardo Marquina Montañana /Russia Oggi)

In vista del 60° anniversario della morte di Stalin, il canale televisivo NTV ha iniziato a trasmettere una serie di documentari dal titolo: "Stalin è con noi".

"Quattro milioni di detenuti politici, circa 800.000 fucilati, altri diversi milioni di vittime collaterali, circa 2 milioni di contadini mandati ai gulag, diversi milioni di ceceni, ingusci e tatari di Crimea trasferiti dalla loro patria... Circa dieci milioni di persone in un Paese con una popolazione di 200 milioni. È un grande o un piccolo numero? -, si chiede l'autore del documentario, Vladimir Chernyshyov, nel suo film. - L'argomento è sempre impregnato di retorica. È più importante ricordare le centinaia di migliaia di persone che sono morte durante la costruzione della nuova capitale della Russia, San Pietroburgo, o essere grati a Pietro il Grande per aver fondato questa gloriosa città?".

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