L'ex astronauta della Nasa Ed Lu (Foto: Nasa)
All’indomani dell’inaspettato incidente del 15 febbraio 2013, quando un meteorite è esploso sopra la città russa di Chelyabinsk, negli Urali, Russia Oggi ha raggiunto Ed Lu, ex astronauta della Nasa. Oltre ad aver partecipato a tre missioni spaziali a bordo dello Shuttle e della navicella Soyuz, nel 2003 Lu ha trascorso sei mesi nella Stazione Spaziale Internazionale insieme all’astronauta russo Yuri Malenchenko.
Oggi il dottor Lu è a capo della prima iniziativa tesa alla costruzione di un telescopio in grado di monitorare lo spazio profondo e scongiurare l’impatto con pericolosi asteroidi e meteoriti. “L’esplosione del meteorite nel cielo di Chelyabinsk è stato un segnale di allarme: la Terra orbita attorno al Sole tra un’infinità di asteroidi, che talvolta la colpiscono. Siamo molto vicini a tutti coloro che abitano nella zona di Chelyabinsk, e in particolare a chi è rimasto ferito, e alle loro famiglie”, ha dichiarato Lu.
In quell’occasione gli scienziati russi hanno studiato più di cinquanta frammenti di meteorite (del peso di dieci tonnellate), che hanno ferito più di 1.200 persone e mandato in frantumi 200.000 metri quadrati di vetri. Tuttavia l’impatto di Chelyabinsk appare come un incidente di poco conto se paragonato a quello avvenuto nel 1908, quando il famoso meteorite Tunguska distrusse completamente una zona remota della foresta siberiana vasta quanto l’area metropolitana di Washington.
Ma l’aspetto più sconvolgente è che nessuno avesse avvistato il meteorite di Chelyabinsk.
Stando ad alcune recenti stime della Nasa, in prossimità della
Terra orbiterebbero 981 asteroidi di grandi dimensioni e circa 19.500 asteroidi
di dimensioni medie. La Nasa ha però precisato che “nessuno di questi colpirà
la Terra nei prossimi secoli”. Lei si trova d’accordo con questa osservazione?
È
vero che nessuno degli asteroidi ad oggi avvistati presentano delle concrete possibilità
di colpire la Terra. Tuttavia, gli asteroidi avvistati e monitorati rappresentano
meno dell’1 per cento di tutti gli asteroidi che potrebbero rappresentare una
minaccia, e che sono più grandi di quello che colpì Tunguska. In realtà,
la vera minaccia è rappresentata dal fatto che non sappiamo nulla del restante 99
per cento.
La sua fondazione sta preparando la prima missione nello spazio
profondo finanziata e realizzata da privati con l’obiettivo di proteggere la
Terra dalla minaccia degli asteroidi. Come procedono i lavori per il lancio del
vostro telescopio “Sentinel”?
È
vero, stiamo compiendo grandi progressi e il lancio è previsto per il 2018. Nel
gennaio 2013 la Ball Aerospace ha inaugurato un nuovo impianto a Boulder, in Colorado, dove sarà
costruito il “Sentinel”. Il progetto rappresenta un’iniziativa non governativa
della fondazione B612, simile per certi versi ad alcuni progetti spaziali
privati che sono stati inaugurati negli ultimi anni.
La fondazione tuttavia non ha intrapreso questo progetto a scopo di lucro, dal momento che siamo un’impresa no-profit. A motivarci è esclusivamente il desiderio di garantire la sopravvivenza della vita sulla Terra. In ogni sua forma.
A proposito delle iniziative che mirano a proteggere la Terra
dalle minacce provenienti dallo spazio, quali sono le principali differenze tra
il telescopio spaziale “Sentinel”, della B612, e altri telescopi già in
attività, come il Wise (Wide-field infrared survey explorer), lanciato dalla
Nasa il 14 dicembre 2009?
Per
individuare e monitorare gli asteroidi vicini alla Terra, “Sentinel” sarà di
gran lunga più efficace di tutti gli altri telescopi messi insieme. Complessivamente,
tutti gli altri telescopi hanno avvistato vicino alla Terra circa 10.000
asteroidi. “Sentinel” ne avvisterà e monitorerà in media altrettanti in un
mese, per ogni mese.
La maggiore efficacia di “Sentinel” è dovuta al fatto che il nostro telescopio sarà messo in orbita attorno al Sole, ma all’interno dell’orbita della Terra attorno al Sole. E da lì potrà scrutare continuamente verso l’esterno, in direzione opposta a quella del Sole. In secondo luogo, “Sentinel” è un telescopio a infrarossi: ciò agevolerà l’avvistamento degli asteroidi, che essendo assai scuri non riflettono molta luce visibile.
Anche la missione Wise della Nasa che lei ha citato si basava sull’impiego di un telescopio a infrarossi, ma operava nell’orbita della Terra e non è più in funzione. Benché fosse stato progettato per studi di altro tipo, e non solo per l’avvistamento di asteroidi, Wise ha scoperto 130 asteroidi vicini alla Terra. “Sentinel”, per intenderci, ne scoprirà altrettanti in meno di un giorno.
Negli anni Cinquanta e Sessanta la Russia era all’avanguardia nell’esplorazione
dello spazio, e ancora oggi offre delle tecnologie spaziali avanzate: cosa di
cui lei è direttamente al corrente, essendo stato un astronauta della Iss e del
Soyuz. Nel 2014 la Russia lancerà a sua volta un grande telescopio: lo “Spektr-RG”.
Ritiene che l’industria spaziale russa possa svolgere un ruolo nell’ambito della
tutela del nostro pianeta, proteggendolo dagli asteroidi, magari in
collaborazione con B612?
Nel 2003 ho avuto l’onore di volare a bordo
del Soyuz russo (TMA-2), con il quale ho raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale.
Durante gli anni di addestramento ho imparato ad apprezzare profondamente i
successi conseguiti dal programma spaziale russo. Il telescopio “Spektr-RG” sarà
lanciato nell’orbita terrestre, e non è a infrarossi.
È pensato per studi di altro tipo, e non contribuirà all’avvistamento degli asteroidi. Non sono a conoscenza di alcuna iniziativa concreta con cui la Russia intende proteggere il nostro pianeta dagli asteroidi.
Tuttavia, la fondazione B612 ha stretti legami con la Russia, nel senso che alcuni dei nostri finanziatori sono russi. Poiché il rischio rappresentato dagli asteroidi è inerentemente globale, la nostra missione è sostenuta da finanziatori di tutto il mondo.
Alcuni funzionari del governo russo hanno proposto di unire le
risorse internazionali al fine di sviluppare una sorta di sistema di difesa comune
contro gli asteroidi. La considera un’idea fattibile?
Sappiamo già come deviare gli asteroidi. Gli
scienziati ritengono che nella stragrande maggioranza dei casi basterebbe semplicemente
raggiungerli con una piccola navicella spaziale, e se necessario allontanarli
con l’aiuto di un trattore gravitazionale, non ancora realizzato. Tuttavia, per
poter deviare un asteroide occorrerebbe agire con decenni di anticipo.
“Sentinel” ci darebbe decenni di anticipo, e rappresenta quindi di gran lunga lo strumento più importante di cui siamo a conoscenza per proteggere il pianeta dall’impatto con un asteroide. Sapendo che esiste il rischio di un impatto con un asteroide, i governi del mondo, compresa la Russia, avranno il tempo di progettare e attuare una missione per deviarne il corso.
Aleksandr Gasyuk dirige l’ufficio di corrispondenza di Washington di Rossiyskaya Gazeta
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