Cos’è l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva che ha inviato le truppe in Kazakistan?

Ministero della Difesa della Federazione russa/Sputnik
Per 30 anni la CSTO è rimasta un’alleanza pacifica che conduce annualmente esercitazioni militari collettive; e non aveva mai schierato le proprie truppe da nessuna parte, fino allo scoppio degli scontri in Kazakistan, dove ha mandato 2.500 paracadutisti provenienti da Russia, Bielorussia, Armenia, Tagikistan e Kirghizistan

L’operazione di pace condotta in Kazakistan dall’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO la sigla in inglese: Collective Security Treaty Organization) ha permesso di stabilizzare la situazione nel Paese: lo ha dichiarato il 10 gennaio il presidente russo Vladimir Putin. 

Stando alle parole del presidente kazako Kassym-Zhomart Tokaev nel Paese ci sarebbe stato un tentativo di colpo di Stato, durante il quale - secondo le fonti ufficiali - sono stati uccisi 26 manifestanti, 17 poliziotti e più di mille feriti (altre fonti parlano invece di numeri ben più elevati: 160 morti e 2.000 feriti). Eventi - dice Tokaev - che lo avrebbero costretto a chiedere assistenza immediata alla CSTO.

Secondo Putin la CSTO sarebbe riuscita “in poche ore” a prevenire l’indebolimento del potere statale e ad evitare il “deterioramento totale della situazione interna”, oltre a sventare ogni possibile attività da parte di “terroristi, saccheggiatori e altre figure criminali”.

Come risultato, la situazione in Kazakistan sembra tornare lentamente alla normalità; “una serie di luoghi di importanza vitale, come l’aeroporto di Almaty, sono stati liberati da terroristi e criminali”, ha dichiarato il capo del Cremlino. 

Cos'è la CSTO?

L'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva è un'alleanza politico-militare siglata tra sei Paesi post-sovietici: Russia, Kazakistan, Bielorussia, Armenia, Tagikistan e Kirghizistan.

È stata creata nel 1992 da questi Paesi e dall'Uzbekistan, e un paio di anni dopo si sono uniti anche l'Azerbaigian e la Georgia. Ma nel 1999 Azerbaigian, Georgia e Uzbekistan hanno deciso di non estendere il trattato e si sono ritirati dall’Organizzazione. 

Proprio come la NATO, anche la CSTO è stata creata per proteggere i suoi membri dalle aggressioni militari: un attacco a un Paese sarebbe considerato come un attacco a tutti gli Stati membri che, tra l’altro, non possono unirsi ad altre alleanze militari.

L’unità ha dei rami che lavorano congiuntamente contro le minacce terroristiche, il traffico di droga, l'estremismo e affrontano insieme le conseguenze dei disastri naturali. La CSTO è composta da forze rapide collettive (17-22 mila persone), forze collettive di spiegamento rapido (5 mila persone) e forze collettive di mantenimento della pace.

In passato ci sono stati due momenti nella storia dell’Organizzazione durante i quali i suoi membri hanno chiesto aiuto. 

Il primo è avvenuto nel 2009, quando il Kirghizistan si è ritrovato a un passo dalla guerra civile a causa dei gravi scontri tra le diaspore kirghisa e uzbeka nel sud del Paese. La CSTO ha partecipato alla risoluzione del conflitto, ma non ha inviato le truppe sul posto. 

Un altro appello era stato lanciato dall’Armenia nell’estate del 2021 per la situazione al confine con l’Azerbaigian (dopo la presa del Nagorno-Karabakh da parte dell'Azerbaigian, nell'autunno del 2020) e anche in quel caso era intervenuta l’Organizzazione. 

L’intervento in Kazakistan

Per 30 anni la CSTO è rimasta un’alleanza pacifica che ogni anno conduce esercitazioni militari collettive; ma fino a questo momento non aveva mai schierato le proprie truppe da nessuna parte. La situazione in Kazakistan segna ora un precedente per il dispiegamento delle forze militari della CSTO.  

La base giuridica che legittimizza l’intervento è un paragrafo della carta della CSTO, che presuppone la “creazione e lo sviluppo di un sistema per reagire alle crisi, così come agli eventi che minacciano la sicurezza, la stabilità, l'integrità territoriale e la sovranità degli Stati membri”.

“Questa è la prima operazione delle forze collettive della CSTO dalla nascita dell'organizzazione. I compiti principali della missione di pace in Kazakistan saranno quelli di proteggere importanti strutture statali e militari, nonché di assistere le forze dell'ordine per stabilizzare la situazione e riaffermare la legalità”, dice Igor Korotchenko, caporedattore della rivista Difesa nazionale. 

La forza di pace comprende unità provenienti da Russia, Bielorussia, Armenia, Tagikistan e Kirghizistan. 

In totale, il contingente ha più di 2.500 paracadutisti, accompagnati da veicoli blindati leggeri, veicoli da combattimento anfibi BMD-4, veicoli blindati Tiger, veicoli corazzati BTR-82A, stazioni di comunicazione satellitare, nonché complessi di guerra elettronica Leer-3.

“Quest'ultimo sistema è stato messo alla prova durante la campagna militare siriana. È utilizzato per stabilire una no-fly zone per i droni di qualsiasi tipo su un’area di diverse decine di chilometri in un breve periodo di tempo. Permette anche di tracciare i telefoni cellulari e ascoltare le comunicazioni dei terroristi”, spiega Korotchenko. 

Infine, secondo Korotchenko, “nessun colpo è stato ancora sparato e le armi saranno usate solo come ultima spiaggia nel caso in cui i nostri soldati si trovassero in pericolo”.

LEGGI ANCHE: Com’era la vita nelle repubbliche sovietiche dell’Asia centrale? Le foto d’archivio 

Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie