Così la Russia compete sul mercato globale delle armi

Il nuovo caccia russo leggero monomotore di quinta generazione "Checkmate" presentato al salone aerospaziale MAKS 2021

Il nuovo caccia russo leggero monomotore di quinta generazione "Checkmate" presentato al salone aerospaziale MAKS 2021

Leonid Faerberg/SOPA Images/LightRocket/Getty Images
La Russia ha firmato negli ultimi anni contratti di vendita d’armi per cifre da record. Ecco la strategia di Mosca per ottenere nuovi clienti e conquistare nuovi mercati

Nell'estate 2021, la Russia ha sottoscritto contratti di vendita d’armi per un valore di tre miliardi di euro. Gli accordi sono stati siglati durante le principali mostre internazionali d’armi organizzate in Russia: il Salone navale internazionale MVMS 2021, il Salone aerospaziale MAKS 2021 e il forum tecnico-militare Army 2021. Gli accordi prevedono la consegna di caccia russi Su-30, elicotteri Mi-35 e Mi-171 e di vari sistemi di difesa aerea; nei contratti sono stati inclusi anche i sistemi missilistici da difesa aerea “Pantsir” e i sistemi mobili “Verba”. I clienti, poi, hanno dimostrato interesse per il sistema di radiolocalizzazione “Protivnike-GE”, per i sistemi finalizzati al disturbo delle comunicazioni “Krasukha” e “Repellent-Patrul”, e per il complesso di missili anticarro “Kornet-EM”. Naturalmente hanno suscitato curiosità anche le unità da battaglia telecomandate, le armi navali e sottomarine, le armi da fuoco e le munizioni. Inoltre, per la prima volta è stato messo in vendita il complesso di artiglieria navale “Palma”. E l’elenco potrebbe essere ancora molto lungo...

Dai missili alle endoprotesi umane

L’aumento delle vendite ai partner stranieri rientra nella strategia studiata dai fabbricanti russi d’armi, dal momento che il paese ha ormai completato l’ammodernamento degli equipaggiamenti tecnici e militari. Nel programma di riarmo della Russia, durato una decina di anni, è stata investita la cifra astronomica di 23 trilioni di rubli (circa 350 miliardi di dollari). Secondo il ministro della Difesa Sergej Shoigu, nel 2021 il tasso di riarmo dell’esercito con armi ed equipaggiamenti moderni è stato del 71,9%: si tratta della percentuale più alta al mondo. Ovviamente, con la fine del progetto, anche gli investimenti subiranno una notevole riduzione. Il presidente Putin ha quindi fatto presente all’industria della difesa che sarà necessario diversificare la produzione di armi e materiale militare. Entro il 2030, la quota di produzione di attrezzature militari da parte dell'industria della difesa dovrà essere ridotta al 50%, mentre il resto della produzione dovrà essere destinata al settore civile. Una scelta che non è stata accolta con entusiasmo da parte dei produttori, che, tra l’altro, per ora non hanno ancora le capacità per un simile adattamento. 

Endoprotesi

In questo contesto ci sono delle interessanti eccezioni: nell’edizione 2019 del MAKS, il produttore di missili da crociera “Tactical Missile Corporation” (KTRV, un membro dell'Unione dei costruttori di macchine della Russia) ha presentato una propria endoprotesi; un prodotto che ovviamente non è passato inosservato tra missili e cannoni. Si è scoperto infatti che l’azienda possiede il know-how necessario per produrre una specifica endoprotesi a base di carbonio rinforzato. Secondo un comunicato stampa dell'azienda, il materiale - pur essendo molto simile alla materia ossea umana - può resistere a temperature fino a 2.500°C. Inoltre, a differenza delle protesi in titanio, le endoprotesi si modellano praticamente sull'organismo umano e non richiedono sostituzione. Il direttore di KTRV Boris Obnosov ha spiegato che, attualmente, la tecnologia è in fase di certificazione, mentre gli impianti di produzione sono già in costruzione. In un contesto come questo, non è difficile immaginare che per il progetto sia stato utilizzato lo stesso materiale impiegato per il rivestimento di “The Avangard”, un veicolo nucleare ipersonico, e per il missile “Zirkon”.

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I nuovi mercati

L’esempio di cui sopra, però, è un’eccezione. E quando l’industria militare vede svanire il commercio nazionale, inizia a guardare con particolare interesse verso i mercati orientali e occidentali. Decenni di investimenti nella modernizzazione militare e l'acquisto di nuovi armamenti all'avanguardia hanno portato a un surplus nel complesso militare-industriale che può essere ridotto solo entrando nei mercati esteri. 

L’impresa statale “Rosoboronexport” se n'è accorta in tempo per evitare una crisi. E la soluzione è stata individuata in una politica aggressiva di promozione dei prodotti in quei mercati che fino a prima erano fuori dalla sfera di interessi russi. 

Il sistema d'arma antiaereo di nuova generazione S-400 Triumph

Al MAKS 2021, per esempio, è stato presentato il caccia tattico leggero “Checkmate”: il primo del suo genere per la Russia. Secondo il capo della società, Sergej Chemezov, l'aereo costerà 25-30 milioni di dollari, una cifra di gran lunga più economica rispetto a quella della concorrenza (il francese “Dassault Rafale” e lo svedese “Saab Gripen” costano 60-90 milioni di dollari). Secondo lui, il “Checkmate” potrebbe essere una soluzione molto più accessibile per quei paesi che non hanno le risorse economiche sufficienti da potersi permettere un F-34 “Lightning II” prodotto negli Stati Uniti, il cui costo è pari a 120 milioni di dollari. Chemezov ha spiegato che è già stato fatto un ordine di 300 unità.

Nel febbraio 2021, ad Abu Dhabi, il ministro dell'Industria e del Commercio Denis Manturov ha detto che la Russia e gli Emirati Arabi Uniti avrebbero formato una joint venture per la ricerca e lo sviluppo di jet passeggeri supersonici, con la partecipazione del fondo indipendente “Mubadala”. Fino a poco tempo fa Abu Dhabi era un partner strategico degli Stati Uniti.

A differenza dell'Occidente, la Russia non sta costruendo alcun tipo di “pentagramma” politico nella scelta dei partner. Ankara, per esempio, ha deluso la Russia numerose volte durante le operazioni militari in Siria: nel 2015, i caccia F-16 turchi hanno abbattuto un Su-24M russo durante una missione per distruggere le basi dei terroristi, dopo che è entrato “accidentalmente” nello spazio aereo turco (nello scontro è morto il tenente colonnello Oleg Peshkov). Ciò, tuttavia, non ha dissuaso Mosca dal vendere ai turchi il complesso antiaereo S-400 “Triumph”. Inoltre, Chemezov ha espresso la volontà di aiutare Ankara nella produzione di un caccia di quinta generazione. 

L'equipaggiamento militare del futuro

“La Turchia vuole avere un proprio caccia di quinta generazione, il ‘TF-X’. Considerato il nostro know-how nel campo della ricerca e dello sviluppo di sistemi aeronautici, prenderemo in considerazione la possibilità di aiutare i nostri partner turchi nella creazione del jet da combattimento”, ha detto Chemezov all'agenzia di stampa RIA Novosti.

Questi esempi illustrano i passi intrapresi dall'industria russa delle armi. I tradizionali mercati russi in India, Cina e in altri paesi sono stracolmi di armi russe. Il paese ha bisogno di nuovi mercati di nicchia, tradizionalmente occupati dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali. La Russia, con le sue nuove capacità tecnologiche, sta cercando di cambiare questo scenario. Non solo vende merci a prezzi più competitivi, ma è anche pronta ad aprire una linea di credito per i clienti. Nel 2020, il giornale Kommersant, citando una fonte diplomatica, ha detto che Mosca è pronta a stanziare 500 milioni di dollari per Colombia e Sri Lanka per la vendita di sei jet da combattimento Su-30 e un carico di veicoli corazzati per il personale BTR-28A. Inoltre, Mosca è pronta a co-finanziare lo sviluppo di nuove armi. Un'altra cosa che distingue la Russia dalle potenze occidentali, quindi, è la volontà di condividere le sue tecnologie. 

Dmitry Litovkin è un esperto militare, caporedattore della rivista Independent Military Review

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