La specie è diffusa nella Siberia orientale, in Jakuzia, sui Monti Altaj e nella Mongolia settentrionale. A parte la bellezza e la grazia, secondo gli scienziati, gli orsi bruni siberiani hanno anche qualcosa di speciale nella loro saliva: il microrganismo Bacillus pumilus, che viene usato per produrre l’antibiotico amicoumacin A.
Questo farmaco ha dimostrato di essere molto efficace contro un altro pericoloso batterio, lo stafilococco aureo, causa di molte malattie umane.
Per fare i loro test, gli impavidi scienziati russi dell’Istituto di Chimica Bioorganica hanno prima dovuto catturare degli esemplari di orso nella taiga siberiana. Quindi la loro saliva è stata testata con l’aiuto dei colleghi statunitensi della Yale University.
Gli scienziati non erano alla ricerca di antibiotici nella saliva dell’orso: la loro ricerca faceva parte di un importante progetto sul microbioma degli animali selvatici, ovvero sulla loro intera comunità di microrganismi.
Lo stafilococco aureo sviluppa spesso resistenza ai farmaci. Ecco perché la scoperta inaspettata di un nuovo antibiotico è così importante.
Oltre a contribuire allo sviluppo di nuovi metodi di trattamento, la ricerca aiuterà gli scienziati a comprendere i meccanismi di resistenza agli antibiotici.
“La capacità degli animali selvatici di prosperare, pur vivendo circondati da microrganismi aggressivi, potrebbe essere parzialmente mediata dal loro microbiota, rendendo questo tipo di microbiota una nicchia potenzialmente attraente per lo screening mirato di antibiotici e di potenziali ceppi probiotici”, hanno detto gli scienziati.
In precedenza, altri gruppi di ricercatori avevano scoperto efficaci antibiotici nelle ghiandole dei serpenti a sonagli e delle formiche.
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