Lasagne in salsa sovietica

Piatto di “makaronnik con tvorog” (Foto: Anna Kharzeeva)

Piatto di “makaronnik con tvorog” (Foto: Anna Kharzeeva)

I “makaronnik con tvorog” ricordano alla lontana il celebre piatto italiano, che viene però reinterpretato “in chiave russa”. Ecco la ricetta

Per preparare il pranzo di questa settimana sono andata a fare visita a mia nonna così da prendere un paio di spunti da lei. Sono sorpresa dal fatto che mi apra ancora la porta, considerando la quantità enorme di domande che le ho fatto negli ultimi sei mesi.

Una volta preparato il pranzo, mia nonna l’ha messo in uno dei mei contenitori per il cibo e mi ha spedito a casa. La settimana prima ero andata da lei per farle assaggiare un po’ di kulich, dimenticandomi da lei il mio contenitore. Io me ne ero già scordata, lei evidentemente no. In casa sua, qualsiasi contenitore di cibo immaginabile viene messo da parte e riutilizzato. Conserva contenitori che un tempo erano barattoli di panna, miele, marmellata... Mentre i grandi contenitori di gelato o le scatole di cioccolatini costosi, hanno per lei lo stesso valore dell’argenteria di famiglia. I sacchetti di plastica, infine, vengono custoditi in una speciale borsa di dimensioni più grandi e ogni nuova “acquisizione” viene ordinatamente piegata e aggiunta al mucchio.

 
Elogio della grechka

Mentre stavamo preparando i makaronnik s tvorogom - pasta al forno ricoperta di ricotta, un parente lontano (molto lontano) delle lasagne e uno di quei piatti sovietici che non ti fanno affatto sentire la mancanza della tua infanzia - ho imparato una serie di dettagli interessanti sul packaging alla sovietica.

"Quasi nulla era preconfezionato", mi ha spiegato mia nonna. "Tè, cereali, pasta - lunga 40 cm - burro, formaggi, salumi: tutto veniva confezionato in fogli di carta grezza di colore grigio e pesato su bilance. I prodotti lattiero-caseari venivano venduti in bottiglie di vetro con coperchi di colori diversi, che ci permettevano così di distinguere, per esempio, il latte dal kefir. Le uova si commercializzavano in sacchetti fatti di una maglia metallica e tutti i prodotti deperibili venivano acquistati in piccole quantità giacché fino al 1962 non avevamo neanche un frigorifero per conservarli”.

"Quando andavamo in Estonia, che era sempre più avanzata e occidentalizzata, ci vendevano il latte in sacchetti di plastica. Mia madre non se la sentiva di buttarli una volta usati, così iniziò a realizzare dei tappeti con i sacchetti tagliati a strisce sottili”.

Munka, la mia bisnonna, ha scoperto poi il mondo delle grandi buste di plastica colorate, con le quali ha realizzato diversi tappeti rotondi. Ne ho ancora uno nel mio bagno. È la parte più "eco" del mio appartamento.

Eco-solidali, riciclatori, ma nonostante ciò, beatamente inconsapevoli della terminologia, i cittadini sovietici trasportavano le loro cose in quella che è una delle mie parole russe preferite: l’avoska, la borsa da usare “solo se si è fortunati". Non occupava praticamente spazio, e se t’imbattevi in qualcosa di interessante da comprare sulla strada di casa - qualunque cosa la fortuna ti riservasse - avevi sempre qualcosa con cui trasportarla.

Per quanto riguarda gli imballaggi gestiti dallo Stato, i produttori di verdure non sembravano, al contrario, fare tanto affidamento sulla fortuna, bensì su professori universitari, bibliotecari, contabili, studenti e altro personale qualificato che lavoravano per loro.

"Venivamo mandati regolarmente ai magazzini dove venivano imballate le verdure per fare diversi tipi di lavoro, come buttare gli ortaggi marci e confezionare quelli commestibili. Tutti coloro che non lavoravano in una fabbrica o in uno stabilimento, lo facevano durante i loro orari di lavoro. Mio cugino Zinovy Paperny, un critico e professore di letteratura, nonché un comico piuttosto conosciuto, metteva un bigliettino in ogni sacchetto di patate che imballava. Tale bigliettino recitava: “Queste patate sono state confezionate per voi dal professore di letteratura Z.S. Paperny”.

Una volta finito di mangiare i makaronnik, che erano insipidi come c’era da aspettarsi, - la pasta, la ricotta, il sale e lo zucchero tutti confezionati in diversi sacchetti di plastica, che in Russia non si riciclano - non ho potuto fare a meno di pensare a quanto mi sarebbe piaciuto trovare in ciascuna confezione una piccola nota scritta da un arguto ed eccessivamente qualificato professore.

Makaronnik c tvorogom

Ingredienti:

250 grammi di pasta

2 uova

1 tazza di tvorog o ricotta

2 cucchiai di zucchero

2 cucchiai di pane grattugiato

½ cucchiaio di sale

1 cucchiaio di burro fuso

Preparazione:

Cuocete la pasta o i noodle. Mescolate le uova crude con sale e zucchero, e setacciate il tvorog. Unite il tutto alla pasta o ai noodle. Disponete il composto in un piatto unto d’olio. Spolverate con il pane grattugiato e versate il burro fuso sulla pasta. Cuocete in forno per 15-20 minuti. Prima di servire spolverate con lo zucchero.

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