Per chi ama la moquette

Mosca vista dal basso di un'italiana. I post
Credit: Niyaz Karim

Ci sono parecchie cose che fanno sgranare gli occhi a noi italiani viaggiatori. C’è chi le accetta di buon grado, chi invece si ostina a scrollare la testa, dondolandosi tra perplessità e rassegnazione. In cima alla lista delle cose che “In Italia non è mica così”, c’è senza alcun dubbio il bidet. Un oggetto per molti stranieri superfluo. Di fondamentale importanza, invece, per i connazionali di Dante e Petrarca.

Non sarà certo mia intenzione aprire lunghe parentesi sull’eterna questione dell’uso e non uso del bidet (a proposito della quale si potrebbero scrivere intere tesi di laurea); ma vorrei soffermarmi su un altro oggetto, molto diffuso all’estero, guardato con grossa perplessità dagli italiani: la moquette, che ricopre anche a Mosca i pavimenti di molte case. 

In passato ho vissuto in un appartamentino in zona centrale, il cui suolo era ricoperto da una bellissima moquette rossa. Si adattava molto bene al colore dei mobili, e metteva allegria. Personalmente non ho particolari problemi di adattamento: mi ambiento in fretta, e faccio mie tutte le piccole abitudini dei posti in cui mi trovo. Anche in questo caso la convivenza con una moquette sotto i piedi (e di conseguenza con “tutta la polvere che si accumula”, volendo citare un’amica) non mi ha creato grossi fastidi. 

La moquette ricopre i pavimenti di molte case di Mosca (Foto: Eva Canta)

In risposta ai miei connazionali e alle loro campagne contro la moquette, considerata sporca e poco igienica, riporto la curiosa conversazione tra due russe, che ho orecchiato l’inverno scorso, e che mi ha fatto guardare la questione con tutt’altri occhi. Con gli occhi dei russi, per l’appunto.

Durante una festa un paio di amiche russe hanno iniziato a scambiarsi opinioni in merito agli ultimi viaggi fatti in Italia. Convinte di non essere ascoltate, hanno snocciolato con estrema sincerità pregi e difetti di questo popolo, che “pensa solo a mangiare” e “dove è impossibile fare la spesa dopo le otto sera”. Chiacchierando del più e del meno, le due ragazze sono finite a parlare delle abitazioni italiane, per certi versi molto diverse da quelle russe. “Ci credi che loro non usano mai la moquette? - ha esordito una di loro -. Ho trascorso il periodo invernale in Italia, e ho sofferto il freddo molto più che a Mosca: visto che il riscaldamento costa parecchio, sono sempre molto attenti ai consumi e i termosifoni funzionano solo in certi momenti della giornata. In inverno nelle case quindi fa freddissimo. Bisogna vestirsi come in dacia: maglioni, calze, pantaloni lunghi! Avessero almeno la moquette… Quella un po’ riparerebbe dal freddo! Invece gli italiani hanno questa passione per le mattonelle… In pieno febbraio i pavimenti sono gelidi, e io avevo sempre freddo ai piedi. Usassero di più la moquette, si eviterebbero tutto quel freddo!”.

Ho orecchiato la conversazione con grosso interesse. Non solo perché due russe stavano parlando di me, di noi, dei miei connazionali, a cuore aperto, evidenziando i pregi (tanti) e i difetti (tantissimi) del mio popolo, ma anche perché hanno dato un senso a quel tappeto rosso, carino ma pieno di acari, che metteva una così "polverosa" allegria alle mie giornate moscovite.

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