Foto: Slava Petrakina
Prima delle sanzioni molti russi non si soffermavano a riflettere su quanto saldamente le merci di importazione siano entrate a far parte della loro vita quotidiana. Siamo capaci di rinunciare alle cose a cui siamo abituati per sostituirle con gli equivalenti nostrani? E questi ultimi, sono davvero equivalenti? Per rispondere a queste domande, la nostra blogger Anna Fefelova ha deciso di condurre un esperimento: vivere una giornata senza usare prodotti di marche americane o europee, e cercando per quanto possibile di fare a meno in generale delle merci d'importazione.
9:45
Buongiorno! O forse non è tanto buono: ho una gran voglia di controllare Instagram o Twitter, ma ahimè ho dato il mio iPhone in custodia a un'amica: è un dispositivo americano, oggi non posso usarlo. Tra l'altro, devo annotare le mie impressioni in un taccuino (prodotto in Russia, s'intende). Mi dirigo verso la stanza da bagno. Mi sento persa: letteralmente tutto, dallo spazzolino da denti all'asciugamani, è fabbricato all'estero. Esamino le confezioni una per una, e capisco che oggi potrò usare soltanto lo shampoo, il gel doccia e il dentifricio. A quanto pare, dovrò andare al lavoro senza truccarmi. E senza farmi la messa in piega: anche il phon, per evidenti motivi, è fuori dalla mia portata.
10:10
In cucina le difficoltà non sono minori: rinuncio al caffè e bevo un bicchiere di latte nostrano. Studio il contenuto del mio frigo: posso mangiare del formaggio e le mele che ho portato dalla dacia. Dopotutto, non va poi così male.
10:50
Che disastro! Non c'è assolutamente nulla che possa indossare!
11:25
Il problema dei vestiti in qualche modo l'ho risolto: ho trovato un paio di pantaloni russi e una maglia fatta da mia mamma. Prendo una borsa di tela che mi avevano dato in omaggio a un qualche evento. Del resto, non ho quasi niente da metterci dentro: il computer portatile americano, il borsellino italiano e i cosmetici francesi devo comunque lasciarli a casa. Con le scarpe le cose vanno ancora peggio. Mi sembra di capire che esistono solo scarpe italiane e cinesi; di russe ho trovato solo delle pantofole. Mi toccherà fare un salto in pantofole fino al primo negozio di scarpe.
12:50
Se aveste visto come mi guardavano i commessi del negozio quando sono entrata di corsa, spettinata, e ho chiesto di provare delle scarpe che fossero rigorosamente di fabbricazione russa! Qualche paio sono riusciti a trovarlo; io non ne sono rimasta entusiasta, ma comunque ho preso un paio di semplici ballerine.
13:20
Eccomi al lavoro. Mi siedo alla mia scrivania e mi rendo conto che oggi non potrò usare il computer: in ufficio ho un iMac. Per fortuna, il mio capo è al corrente del mio piccolo esperimento: non dovrò inventarmi una scusa per non accendere il computer. All'inizio mi osserva e ridacchia, poi ha pietà di me e mi presta il suo vecchio portatile di una marca di Taiwan.
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La lista nera del cibo |
14:05
Che disastro! Mi rendo conto di non poter fare niente senza internet. Meno male che tra poco inizia la pausa pranzo: almeno comprerò dei giornali e leggerò le notizie.
15:15
Evviva! Ho fatto un salto a comprare dei giornali e dei cosmetici, ho trovato un burro cacao russo e anche una matita per gli occhi. Già che c'ero ho comprato per pranzo del kefir (latte fermentato) e una tavoletta di cioccolato nostrano; resisterò fino all'ora della cena.
19:55
La mia giornata di lavoro volge al termine. Non posso dire che sia stata molto produttiva, ma qualcosa sono riuscita a fare. Senza l'ausilio di internet ho potuto solo rivedere il testo di un'intervista fatta ieri, trascrivere al computer gli appunti del taccuino e fare una traduzione dall'inglese che mi ha chiesto un collega. Ora mi aspetta la cena in un caffè con un'amica. Bisognerà andare al "Kamchatka": i proprietari del locale lo hanno improntato alla nostalgia per l'Unione Sovietica, e il menù comprende molti piatti preparati con prodotti nazionali. Si possono ordinare salsicce con i piselli e per dessert un pasticcino alla marmellata.
21:10
La cena con la mia amica è andata bene. Solo, la cameriera era visibilmente stufa di sentirmi domandare se questo o quel piatto fossero preparati con ingredienti nazionali. Spero non mi abbia mentito sul fatto che le salsicce erano di carne russa al cento per cento.
23:36
Ho passato il resto della serata a leggere riviste russe: Esquire, Cosmopolitan. Mi preparo ad andare a letto. Le lenzuola sono made in Russia, va bene.
È il momento di trarre un bilancio. Rinunciare alla merci di importazione restringe notevolmente il ventaglio della scelta, ma organizzandosi adeguatamente è una cosa del tutto fattibile. Si può comprare uno smartphone della YotaPhone e un tablet della teXet, e aggiungere al proprio guardaroba dei capi di stilisti russi. Trovare delle belle scarpe di fabbricazione russa è difficile, ma non impossibile, e studiando bene l'assortimento dei nostri prodotti cosmetici si può trovare un'alternativa accettabile a quelli occidentali. In tutta sincerità, ho tirato un sospiro di sollievo quando il giorno dopo ho potuto tornare a usare i prodotti a cui sono abituata. In compenso, grazie alle mie ricerche ho scoperto alcuni siti web di giovani stilisti pietroburghesi che confezionano vestiti molto carini, e ho capito anche che una semplice crema per bambini come rimedio per la pelle secca non ha nulla da invidiare ai più costosi prodotti di importazione.
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