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Credit: Niyaz Karim |
Le donne russe sono quelle che più di tutte amano fotografarsi. Sorridono poco, è vero. Però davanti all’autoscatto non assumono pose straordinariamente stravaganti. Come invece avviene a San Paolo, in Brasile, dove ci si mette in posa inclinando particolarmente la testa. È il veloce resoconto di un ampio progetto, “Selfiecity”, realizzato da un gruppo di ricercatori della City University di New York, che ha cercato di capire come il selfie (l’autoritratto realizzato con un telefonino), stia influenzando il concetto di fare fotografia. E il modo di immortalare e raccontare il mondo, al tempo degli smartphone.
La ricerca ha preso in esame cinque città campione: Mosca, New York, Bangkok, Berlino e San Paolo, dove ogni giorno migliaia di persone sorridono - non sempre - davanti alla fotocamera. Non tutti però amano sfoggiare il proprio smile: i russi sono quelli più seri. Prediligono pose composte, sensuali, ammiccanti, perplesse, o stupefatte. Purché siano a denti stretti. Tanto da spingere gli ideatori del progetto a scrivere, in una nota: “Moscow? No fun, apparently”. Nessun divertimento, a quanto pare, a Mosca. Anche se a tal proposito, onestamente, avrei qualcosa da ridire.
Foto: Ufficio Stampa
Gli scatti più allegri vengono da Bangkok, dove sono stati registrati “a lot of smiles”, moltissimi sorrisi.
Nella gara tra uomini e donne, Mosca vince in assoluto il primato del gentil sesso più “fotografato” e “fotografante”. Sono le ragazze russe, infatti, a mettersi in posa più spesso. In casa, per strada, in ufficio, al bar o nel camerino di qualche negozio. E rappresentano l’82 per cento dei volti analizzati su questo territorio (a fronte del 65,4 per cento di San Paolo, del 61,6 per cento di New York, del 59,4 per cento di Berlino e del 55,2 per cento di Bangkok). L’età media delle ragazze russe che amano fotografarsi con il telefonino è di 23 anni; 25 quella degli uomini.
Molte foto scattate a Mosca, comunque, oltre alle persone immortalano anche cani, gatti, cibo, scarpe e oggetti vari. Sfogliando i vari selfie Made in Russia, spuntano infatti interi cabaret di sushi, scarpe dai tacchi vertiginosi, tazze di tè fumante e colbacchi di pelo appena comprati. È il ritratto moderno di un’intera società, che conferma di avere estrema confidenza con le nuove tecnologie. E che ha voglia di mettersi in mostra.
È solamente una moda passeggera, o rappresenta un modo nuovo di realizzare e condividere le foto? Ci sono sostanziali differenze culturali nel modo in cui le persone si ritraggono nei vari angoli del mondo? Gli esperti hanno cercato di dare una risposta a questi quesiti, attraverso le 656mila fotografie di Instagram analizzate.
E in attesa della risposta, un inaspettato grido d’allarme si leva sulla moda del selfie, il cui termine è addirittura stato eletto “parola dell’anno”: favorisce la diffusione dei pidocchi. Soprattuto fra i teenager. Così come hanno rivelato gli operatori statunitensi del "lice removal service", un centro anti-pidocchi.
Via libera all’autoscatto, quindi. Sotto al Cremlino o in Piazza Rossa. L'importante è che sia distanza di sicurezza.
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