Quel filo rosso da Lake Placid a Sochi

Anatoly Alyabev, allenatore di biathlon ed ex biatleta, prese parte ai Giochi di Lake Placid (Foto: Imago/Legion Media)

Anatoly Alyabev, allenatore di biathlon ed ex biatleta, prese parte ai Giochi di Lake Placid (Foto: Imago/Legion Media)

Una danza sul ghiaccio lunga 34 anni. E la scuola del pattinaggio russo si conferma una delle migliori al mondo

La danza russa resta dorata. Dagli Stati Uniti fino a Sochi, trentaquattro anni dopo. Oggi con il successo di Tatiana Volosozhar e Maxim Trankov nella prima gara di pattinaggio di figura nei Giochi sul Mar Nero. Ieri, nell'Olimpiade bianca ospitata dagli Stati Uniti sulle nevi di Lake Placid, con Natalia Linichuk e Gennady Karponosov, mentre altri due fenomeni come Irina Rodnina e Aleksandr Zaitsev si confermavano sul trono olimpico nell'artistico. E come le Olimpiadi di Sochi sono state condizionate – prima di lasciare spazio alle gare – da polemiche che nulla avevano a che vedere con lo spirito olimpico.

Lo stesso avveniva a Lake Placid, tredicesimi Giochi della storia, terza località a ospitare due volte la competizione, dopo St. Moritz e Innsbuck. Giochi caratterizzati dalla pessima organizzazione, in particolare dei trasporti per spettatori e addetti ai lavori.

E dal clima decisamente teso a livello internazionale: la Guerra Fredda raggiungeva forse un punto quasi di non ritorno dopo l'invasione sovietica dell'Afghanistan nel dicembre 1979. Gli americani gareggiarono minacciando di disertare i Giochi estivi di Mosca - cosa poi avvenuta - se i sovietici non avessero ritirato le truppe da Kabul. Ma furono soprattutto le Olimpiadi del grande duello nel medagliere tra Urss e Germania Est. Due laboratori di atleti quasi perfetti. Dieci ori contro nove.

Grandi esibizioni sulle nevi statunitensi. Da Aleksandr Tikhonov, che vinceva per la quarta volta consecutiva la staffetta di fondo e tiro, a Nikolai Zimyatov, che finiva primo nella prova individuale e nella staffetta del biathlon. Fino a Raisa Smetanina, oro nella 5 chilometri di fondo. I 1000 metri femminili del pattinaggio di velocità se li aggiudicava Natalya Petruseva ma fu il singolo femminile dello slittino a far pendere la bilancia a favore dell’Urss nel medagliere: non vinsero infatti le tedesche orientali bensì Vera Zozuļa, atleta lettone che tuttora è l’unica di madrelingua non tedesca uomini compresi ad aver vinto un oro olimpico nello slittino. Ma Lake Placid regalava all'Urss uno dei momenti più dolorosi nella storia dell'hockey su ghiaccio: la sconfitta degli eredi del Dream Team sovietico contro i dilettanti statunitensi. Che ribattezzavano la gara (vinta 4-3) “the Miracle on Ice”, producendo addirittura tre film sull'evento. Per loro, il successo simbolico del capofila del blocco capitalistico su quello orientale.  

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