L'atleta sovietica Tatjana Kazankina (Foto: Yuri Somov / Ria Novosti)
Un passerotto che volava sulle piste d’atletica. Un pizzico sopra i 160 centimetri, peso piuma con un metallo pesante al collo, l’oro olimpico a Mosca 1980, doppio addirittura alle Olimpiadi di Montreal 1976. Tatjana Kazankina per molti anni è stata l’unica donna ad aver centrato la doppietta negli 800 e nei 1.500 metri ai Giochi estivi.
Era soprannominata “passerotto” per il suo aspetto gracile. Ma erano le avversarie in gara contro di lei a restare deboli, senza fiato. A 18 anni, i medici le consigliavano di abbandonare l'attività agonistica per non pregiudicare la salute (pesava meno di cinquanta chilogrammi). Ma la sovietica – nonostante i suoi progressi in pista non facevano presagire una carriera da star - continuava con caparbietà a lanciarsi sulla distanza del doppio giro di pista e dei 1.500 metri.
Un lavoro che dava risultati a cinque stelle. Alla vigilia dei Giochi canadesi migliorava di cinque secondi e quattro decimi il record mondiale dei 1.500 metri. A Montreal - nella finale degli 800 metri - , "il passerotto" con uno sprint eccezionale riusciva a superare la bulgara Nikolina Chtereva, stabilendo il nuovo primato mondiale.
Dopo quattro giorni, nella finale dei 1.500 metri la Kazankina vinceva un altro oro battendo la tedesca orientale Gunhild Hoffmeister: ecco la storica doppietta. Venti anni dopo toccherà alla russa Svetlana Masterkova (Atlanta 1996, le Olimpiadi del doppio oro sui 200 e 400 metri dello statunitense Michael Johnson) eguagliare il suo primato. E otto anni dopo, Olimpiadi ateniesi, si aggiungeva all’Olimpo del mezzofondo femminile anche la britannica Kelly Holmes.
Per la Kazankina, il successo che valeva la carriera arrivava a Mosca, vinti con un tempo (3.56 secondi) di nove secondi inferiore rispetto a quello fatto segnare in Canada. E in una gara postolimpica, al meeting Iaaf di Zurigo, il tempo scese di altri quattro secondi.
La Kazankina cominciava a vincere anche sui 3.000 metri, stabilendo un record mondiale abbattuto dopo anni solo grazie alla clamorosa invasione delle cinesi (tempi inferiori di 10-15 secondi) nel 1993. Terzo posto ai Mondiali di Helsinki 1983, altro successo importante e Leningrado, l’anno successivo. Ma, a fine 1984, veniva sospesa dalla Iaaf per essersi negata a un esame antidoping, dopo un successo sui 5.000 metri.
Dopo la squalifica, svanite condizione fisica e motivazioni, si dedicava alle gare su strada.
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email