(Foto: Lucia Bellinello / Russia Oggi)
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Credit: Niyaz Karim |
28 settembre 2013
Spesso, passeggiando da straniera tra le vie di quella che è ormai la mia seconda patria, mi capita di domandarmi se Mosca sia una città a misura di turista. La risposta a questa domanda non è delle più semplici.
Certo, è facile imbattersi nelle comitive di turisti europei e giapponesi (sempre più spesso anche cinesi) che trotterellano dietro alle guide locali nei Giardini di Alessandro, o che rimangono col naso all’insù ad ammirare i fregi delle stazioni più belle della metropolitana, da Komsomolskaya a Oktjabrskaya, mentre i pendolari si affrettano a schivarli per infilarsi nei vagoni dei treni.
Ma fuori dai luoghi canonici dei tour, nell’area compresa grosso modo tra la Piazza Rossa, il Cremlino e l'Arbat, c’è una metropoli immensa e modernissima che, per molti versi, rimane curiosamente inaccessibile al visitatore di passaggio.
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Un week end a Mosca |
L’ostacolo più grande è senza dubbio la lingua: un’autentica rivoluzione è avvenuta nell’estate 2013, quando l’amministrazione comunale ha piazzato su parecchie strade dei cartelli bilingue, in russo e in inglese, con le indicazioni della stazione metro più vicina. Per il resto, anche se tanti vagoni della sotterranea sono muniti di display e mappe con i nomi delle fermate traslitterati, le indicazioni sulle pensiline della metropolitana sono tuttora scritte esclusivamente in caratteri cirillici: motivo per cui, se avete intenzione di muovervi solitari per la città, studiate un po’ di alfabeto; qualche giorno prima di partire, può aiutarvi tantissimo (ed è molto più facile di quanto sembri, ve lo garantisco!).
Stessa cosa per quanto riguarda i musei, compresi i più famosi: al Museo Storico di Stato, così come al Museo Pushkin delle belle arti o all’Armeria di Stato del Cremlino, targhette e spiegazioni delle opere sono leggibili solo per i russofoni. Più internazionale l’atmosfera alla Galleria Tretjakov o nelle chiese del Cremlino: in queste ultime è disponibile una serie di pieghevoli in varie lingue, tra cui l’italiano, dove però non mancano traduzioni particolarmente curiose.
Nella metropolitana di Mosca (Foto: Lucia Bellinello / Russia Oggi)
E i moscoviti? Con molti di loro, qualche espressione tipica in russo e nel codice universale dei gesti può aiutare a capirsi molto più della padronanza di una lingua straniera (un consiglio: tenete sempre carta e penna a portata di mano, possono servire per indicare prezzi o numeri civici!). Di solito non più di una persona su due, anche tra quanti hanno a che fare più spesso coi turisti come i taxisti, i camerieri o i bigliettai della metro e dei musei, vi risponderà in inglese.
D’altra parte lo studio delle lingue si è diffuso su larga scala solo negli ultimi vent’anni, anche se a Mosca sta già prendendo piede al punto che, mi assicura un’amica russa insegnante di inglese, i docenti madrelingua sono ricercatissimi e molto ben pagati.
In ogni caso, non fatevi scoraggiare: non c’è difficoltà linguistica che non si possa superare con un po’ di buona volontà. E le cose a Mosca, anche da questo punto di vista, cambiano in fretta. Giusto lo scorso venerdì (27 settembre 2013, ndr), il Ministero degli Interni ha annunciato che presto verranno organizzati appositi corsi di lingue per insegnare ai poliziotti di Mosca a comunicare con i sempre più numerosi visitatori stranieri. Insomma, mai più turisti dispersi nella metro!
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