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Credit: Niyaz Karim |
23 settembre 2013
Ebbene sì, anche io non resisto al fascino dei tacchetti (ricordate il mio tifo per l'Italia, mentre ero a Mosca, durante Euro 2012?), preferendolo a quello dei tacchi. O almeno mi lascio tentare.
Dunque, partiamo dall’inizio: domenica scorsa (22 settembre 2013, ndr) andava in scena l’evento calcistico più importante della stagione, il derby tra Spartak e Cska. Per chi non fosse pratico di calcio russo - non lo ero nemmeno io prima di venire a vivere qui - preciso che Spartak e Cska sono le due principali squadre di Mosca.
I festeggiamenti in campo degli 11 dello Spartak per la conquista del derby (Foto: Anton Denisov / Ria Novosti)
Lo Spartak, a quanto mi dicono gli amici russi, è la squadra di gran lunga più popolare sia in città che nel resto del Paese, perché insieme alla Dinamo Kiev era quella che vinceva di più negli anni dell’Urss e forse anche perché era la più indipendente dal potere di allora, a cui invece facevano capo direttamente il Cska (il club dell’Armata Rossa) e la Dynamo (la squadra della polizia).
Negli ultimi anni è cambiato tutto: i club polisportivi, come la maggior parte delle imprese, sono stati privatizzati e i nuovi miliardari russi si sono gettati a capofitto nelle avventure del pallone, come sappiamo leggendo le cronache sugli acquisti folli dei vari Anzhi, Zenit o Rubin Kazan.
Attualmente la squadra più forte è il Cska, che ha vinto l’ultimo campionato. Orbene, insieme a un amico russo (tifoso dello Spartak), avevo deciso di aggiungere un “derby di Mosca” all’elenco delle mie esperienze in questa città: “Vai tranquilla - mi diceva con l’aria di chi la sa lunga, - qui i biglietti si trovano sempre”.
Immaginatevi, allora, la faccia che ha fatto quando cinque giorni prima del match ha scoperto che… i posti erano andati esauriti già tre giorni dopo l’inizio delle vendite. A nulla è servito telefonare prima all’ufficio informazioni del club, poi ad altri amici in grado di trovarci, forse, qualche ticket dell’ultima ora. A quanto ho capito, il guaio è che quest’anno c’erano ben pochi biglietti (e molto cari) rispetto al solito, perché lo Spartak è stato costretto a traslocare dallo stadio olimpico Luzhniki (il più grande della città, che sta per essere abbattuto e ricostruito: nel 2018 ospiterà la finale dei Mondiali) a quello più piccolo del Lokomotiv.
Solo a partire dai Mondiali 2018 lo Spartak avrà finalmente uno stadio tutto suo: insomma, se credevate che gli stadi da ammodernare fossero un problema solo in Italia, vi sbagliate!
Alla fine, comunque, ci siamo goduti la partita davanti alla Tv: per la cronaca - e per la gioia del mio amico moscovita - ha vinto lo Spartak per 3-0, raggiungendo proprio i cugini del Cska in testa alla classifica.
Anch’io, trascinata dall’atmosfera casalinga, ho esultato per questo successo, in attesa, naturalmente, di potervi dire com’è una partita del campionato russo dal vivo!
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