Amministrative di Mosca, un voto che diventa un referendum sull'esecutivo

Un sostenitore del blogger Alexei Navalny, il leader dell'opposizione che corre per la poltrona di sindaco di Mosca (Foto: Ruslan Sukhushin)

Un sostenitore del blogger Alexei Navalny, il leader dell'opposizione che corre per la poltrona di sindaco di Mosca (Foto: Ruslan Sukhushin)

Un'analisi sulle amministrative dell'8 settembre 2013 nelle quali i due principali contendenti alla poltrona di primo cittadino della capitale sono il sindaco uscente Sergei Navalny e il blogger leader dell'opposizione Alexei Navalny

Il sindaco di una città, grande o piccola che sia, deve prima di tutto affrontare le questioni infrastrutturali. Non basta essere un buon oratore per essere un buon sindaco.

Sergei Sobyanin rappresenta la stabilità, ma non è un demagogo: sta lavorando per ammodernare le infrastrutture e costruire nuove strade. Allo stesso tempo, la società è divisa in due, e alla fine tutto si riduce a una scelta tra Putin e l’opposizione.

Alexei Navalny rappresenta coloro che si sono dall'altra parte della barricata, quelli a cui non necessariamente Sobyanin non piace, ma che vogliono soprattutto un nuovo governo. Vogliono costruire una nuova democrazia. Coloro che criticano il sistema, votano per Navalny.

Il resto dei candidati ha bassissime probabilità di vincere, in quanto faticano nel loro tentativo di coinvolgere gli elettori. Questa è la prima volta da anni che l'opposizione sfida apertamente il governo. La campagna di Navalny è piuttosto insolita. Sta usando i social network e una vasta rete di volontari; il suo team conduce propri sondaggi, campagne per le strade, e incontra di persona la gente nei quartieri: in questo modo le persone comuni stanno imparando a conoscere il candidato Navalny. Un secondo posto sarebbe un grande successo per lui.

L'autrice è una sociologa ed ex consulente del Cremlino

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