La campionessa russa Svetlana Masterkova (Foto: Itar-Tass)
Due ori olimpici, negli 800 metri e nei 1.500 metri, e due record del mondo. In quattro settimane. Protagonista: una perfetta sconosciuta dell’atletica leggera russa. L’impresa di Svetlana Masterkova, la sceneggiatura hollywoodiana sulla sua estate 1996, rende al meglio il significato del sogno olimpico: cogliere al volo l’appuntamento con la storia.
Nei tre anni precedenti ai Giochi statunitensi, la Masterkova in pista non si era proprio vista. Faceva la mamma, con la piccola Anastasia. E non c’era tra i possibili medagliati messi in conto dalla spedizione russa per le Olimpiadi. Aveva ricominciato a correre qualche mese prima, centrando il bronzo agli Europei indoor di Stoccolma. Ma solo dopo il successo nei campionati nazionali sui 1.500 metri otteneva il pass per i Giochi.
Insomma, andava forte ma non contava sui favori del pronostico, “anche se preferirei riposare, piuttosto che correre”, ripeteva la russa. Ad Atlanta il 28 luglio 1996 negli 800 metri era favoritissima Maria Mutola, mozambicana che arrivava da 40 successi consecutivi tra gli 800 e i 1.000 metri.
Masterkova la metteva in fila, assieme all’altra potenziale campionessa, la cubana Ana Fidelia Quirot. E dopo cinque giorni, ecco il bis, stavolta sulla distanza doppia (1.500 metri), complice l’assenza del totem irlandese Sonia O’Sullivan.
E pensare che Svetlana voleva evitare di correre i 1.500 metri, fu costretta dalla squadra. “Non sapevo neppure in quanti giri di pista si completasse la gara, mi sono affidata alla campana che segnalava l’ultimo giro”, dirà anni dopo la campionessa russa.
Doppietta storica a cinque cerchi; eguagliata la compatriota Tatiana Kazankina (Giochi di Montreal 1976). Con lo status di regina dell’atletica mondiale, assieme alla sprinter francese Marie Josè Perec. Lo show di Svetlana non era ancora finito.
Il 14 agosto centrava il record del miglio al meeting di Zurigo. E nove giorni dopo completava l’opera con il primato nei 1.000 metri (tuttora imbattuto), sottratto alla Mutola. Dopo i successi olimpici, i record del mondo, la Masterkova si aggiudicava anche il premio di atleta europea dell’anno, grazie a un mese perfetto, irripetibile.
La storia, però, concede la scena e poi presenta il conto. Ai Giochi di Sidney 2000 la Masterkova, dopo stagioni di problemi fisici, si presentava per difendere i titoli vinti quattro anni prima. Ma s’infortunava, ritirandosi nelle batterie di qualificazione dei 1.500 metri. Uno stop che portava al ritiro a fine stagione.
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