Quel Giro del 1998 e lo storico duello Pantani-Tonkov

Edizione epica della Rosa per il ciclista russo che nella Cavalese–Montecampione, 19ma tappa del 4 giugno 1998, diede filo da torcere al Pirata, anche se alla fine dovette arrendersi e concedergli la vittoria

Pavel Tonkov e Marco Pantani nel duello
in salita sulle Dolomiti nel 1998
(Foto: Reuters/Vostock Photo)

La sfida al Pirata, 15 anni fa. Sui ruvidi stradoni della Marmolada. Il Giro d’Italia 2013 entra nella fase decisiva con gli arrivi in salita, con il Team Katusha già protagonista con successi di tappa (Maksim Belkov) e con la maglia rosa indossata per alcuni giorni da Luca Paolini. E la mente degli appassionati della Rosa corre a uno dei duelli in salita più appassionati della corsa rosa, al duello tra Marco Pantani e Pavel Tonkov nel Giro 1998, sulle Dolomiti.

Tonkov, il passista russo che sceglieva l’Italia per correre in bici e vivere, la Lombardia come seconda casa. Che adorava Gianni Bugno e Claudio Chiappucci, i migliori ciclisti italiani dell’epoca. Al Giro 1998 il favorito era l’elvetico Alex Zulle, bravo in salita, un treno a cronometro. Poi c’erano Pantani, Ivan Gotti e il russo.

La strada però disegnava scenari diversi. Pantani era una furia, Tonkov diventava l’unico ostacolo alla vittoria finale del romagnolo nella corsa rosa. A un passo dal Pirata, senza mollarlo un attimo.

Un campione, Tonkov. Potente, resistente, adatto alle lunghe scalate. Si era distinto già al Giro 1992, settimo nella classifica finale della gara, nell’anno del primo successo del mito Miguel Indurain. Poi, la crescita, l’esplosione, la vittoria finale nel 1996, braccia sollevate sul podio di Milano, due anni dopo un altro russo, Evgeni Berzin.

Ma Tonkov, a differenza del biondo Berzin, è ricordato soprattutto per una sconfitta, fantastica sconfitta contro il miglior Marco Pantani della sua controversa carriera. Cavalese–Montecampione, 19ma tappa, 4 giugno 1998. Ultima, durissima settimana del Giro. Il giorno prima, il russo aveva battuto il Pirata in volata all’Alpe di Pampeago, sempre arrivo in salita. Il romagnolo aveva provato ad attaccarlo, a scattargli più volte nei denti.

Tonkov, più pesante di almeno dieci chili, una maschera di fatica, non arretrava mai. Restando a meno di un minuto in classifica generale, con il vantaggio di una cronometro (punto debole di Pantani) di 34 chilometri nella penultima tappa del Giro. Poi, l’ascesa a Montecampione. Pantani e il russo si braccano su ogni tornante. Sui pedali il primo, incollato alla sella il secondo. Senza caschi, senza occhiali. Le pendenze erano feroci, l’acido lattico scavava il volto dei due corridori.

Così, per chilometri. Poi Pantani ripartiva, per l’ultima volta. Tonkov non reggeva il passo. Un ritmo infernale, il russo restava da solo su un lungo stradone che non concedeva respiro. Senza però arrendersi. Pantani arrivava al traguardo da solo, abbracciato dai tifosi su strada e da milioni di italiani incollati alla tv, con un minuto scarso di vantaggio su Tonkov. Per poi vincere il Giro.

Per il russo, una sconfitta che scriveva il suo nome nella storia della corsa rosa.

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