Georgia, la lunga marcia verso la distensione

Vignetta di Niyaz Karim

Vignetta di Niyaz Karim

Dopo anni di scontro a causa della guerra del 2008, tra i due Paesi pare essere cominciata la fase di disgelo. Anche se la strada resta molto lunga, il neo-premier di Tbilisi si mostra più conciliante verso Mosca

Il peggio sembra essere passato. Quasi cinque anni fa la guerra del Caucaso tra Russia e Georgia, che ha portato all’indipendenza di Abkhazia e Ossezia del Sud, ha diviso le strade di Mosca e Tbilisi.

Ora, però, arrivano i primi segnali di riavvicinamento, dovuti soprattutto al fatto che la leadership geor­giana è divisa tra un capo di Stato uscente che non potrà più ricandidarsi alle prossime elezioni d’autunno e il nuovo primo ministro Bidzina Ivanishvili, su posizioni più concilianti verso il Cremlino.

Il premier ha vinto le elezioni parlamentari del 2012 e ha dato il via al disgelo, come promesso in campagna elettorale. Dal lato russo, con il ritorno di Putin alla presidenza e l’attenzione per il Caucaso, anche in vista delle Olimpiadi del 2014 a Sochi (a due passi dal confine con la Georgia), la linea del dialogo ha avuto nuovi impulsi.

Come è stato confermato recentemente dal Ministero degli Affari Esteri a Mosca, i rapporti tra i due Paesi stanno vivendo un’evoluzione positiva: il Presidente Putin ha ricevuto la visita del Patriarca di Georgia Ilia II a Mosca; il premier Medvedev si è intrattenuto con Ivanishvili a Davos, le delegazioni speciali che sotto l’ombrello dell’Onu a Ginevra si occupano delle questioni di Abkhazia e Ossezia del Sud hanno programmato un calendario di incontri per accelerare il confronto.

Negli ultimi giorni sono giunti anche segnali più tangibili in campo economico, come la possibile eliminazione a breve dell’embargo sui vini e sull’acqua minerale georgiana imposto da Mosca nel 2006, segnale che già prima della guerra nell’estate del 2008 i rapporti si erano notevolmente deteriorati.

Anche per la ripresa dei collegamenti aerei diretti e l’allentamento del regime dei visti per i cittadini georgiani in Russia paiono esserci buone prospettive. Si tratta in ogni caso di un percorso ancora lungo, segnato dalle incomprensioni del passato, che dipende soprattutto da quello che succederà a Tbilisi alle presidenziali di ottobre 2013.

L'articolo è stato pubblicato nell'edizione cartacea di "Russia Oggi" del 28 marzo 2013

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