Adozioni, cosa cambia per l'Italia?

Federica Giardini, professore Straordinario di Diritto Privato Comparato presso la Scuola di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Padova, avvocato, membro della International Society of Family Law (Foto: archivio personale)

Federica Giardini, professore Straordinario di Diritto Privato Comparato presso la Scuola di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Padova, avvocato, membro della International Society of Family Law (Foto: archivio personale)

Dopo l'approvazione della legge Dima Yakovlev, che vieta ai cittadini americani di adottare minori russi, l'esperto rassicura sulla buona intesa in materia tra Mosca e Roma

Il provvedimento normativo emanato dalla Federazione Russa nei confronti degli Stati Uniti in materia di adozioni non riguarda in alcun modo l’Italia.

Da un punto di vista strettamente tecnico-giuridico esso non comporta per noi alcun tipo di conseguenza: si tratta di una misura che, nell’ottica della legislazione russa, è stata presa a tutela dei minori a fronte di gravi episodi che si sono verificati in alcuni casi di adozione da parte di coppie americane.

Come italiani siamo estranei ad esso e dal punto di vista giuridico (ma anche politico), non ci sono ragioni per pensare che questa iniziativa possa avere conseguenze anche al di fuori del suo ambito oggettivo. L’impostazione italiana in materia di adozioni è completamente diversa rispetto a quella statunitense; si basa su un grande rigore e su un’attenta selezione delle coppie.

Da questo punto di vista la complessità della nostra burocrazia e le sue “lungaggini”, che spesso vengono interpretate in maniera negativa, per gli Stati di provenienza del minore rappresentano invece una garanzia di serietà e sicurezza. Ovviamente anche all’interno del nostro iter adottivo ci sarebbero molti profili che andrebbero rivisti e migliorati.

Sono, tuttavia, fermamente convinta che, al di là delle cosiddette lungaggini, il nostro modello adottivo fornisca importanti garanzie. Senza dimenticare la grande serietà e professionalità degli enti italiani che si occupano di adozioni, anche di quelli che da anni operano in modo proficuo in Federazione Russa.

I nostri rapporti con la Federazione in materia di adozione di minori sono inoltre a uno stadio molto avanzato e basato da anni su stima e collaborazione reciproca: basti pensare all’accordo bilaterale siglato tra i nostri due Paesi, che è stato preso a modello anche da altre realtà.

La Russia, infine, è un Paese che pone molta attenzione nei confronti dell’infanzia: c’è un grande senso di appartenenza e di tutela del minore. Vorrei che passasse un messaggio di rassicurazione nei confronti dei genitori adottivi italiani, sia per quanto riguarda l’iter adottivo nel nostro Paese, sia per quanto riguarda i rapporti con la Federazione. I loro timori sono condivisibili, in quanto futuri genitori adottivi, ma non devono essere in alcun modo influenzati da situazioni che riguardano solo ed esclusivamente gli Stati Uniti d’America.

Federica Giardini è professore straordinario di Diritto Privato Comparato nella Scuola di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Padova, avvocato e membro della International Society of Family Law

L'intervento è stato pubblicato nell'edizione cartacea di "Russia Oggi" del 28 marzo 2013

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