Sochi 2014, ultima curva verso la leggenda. A 40 anni, per la sesta medaglia olimpica. Armin Zoeggeler è l’immagine mondiale dello slittino. Due ori, un argento e due bronzi ai Giochi, sedici medaglie mondiali, altrettanti nelle competizioni europee, dieci Coppe del Mondo, 55 successi nel circuito maggiore.
Il fuoriclasse di Merano ha già visionato il tracciato della prova olimpica. Impressionato dalla qualità dell’organizzazione russa, racconta le aspettative personali e della nazionale italiana, a meno di un anno dai Giochi invernali russi.
Sochi
è l’ultima fermata della sua carriera. Quali sono le sue sensazioni?
L’Olimpiade cade nella mia ultima
stagione agonistica. Vorrei un’altra medaglia, ma sono realista. Aumentano gli
acciacchi, il tempo passa.
Invece
per lei il tempo sembra non passare mai, visto il suo recente successo a Lake
Placid, in Coppa del Mondo. Perché ha scelto di saltare i Mondiali?
Una scelta dolorosa e necessaria. Da
tempo la mia mente è proiettata solo alle Olimpiadi. Come tutta la squadra
azzurra. Si può far meglio di Vancouver 2010.
Che
ne pensa della pista di slittino e più in generale degli impianti olimpici
russi?
Sono stato a Sochi tre volte per
svolgere allenamenti e gare internazionali (è giunto al quarto posto
nell’ultima prova di Coppa del Mondo, ndr) e a breve ci tornerò per le finali
di Coppa del Mondo. Ho analizzato la pista olimpica (completata pochi giorni
fa), ma per dare giudizi devo effettuare altri rilievi tecnici. In generale, avverto
l’atmosfera delle grandi occasioni. Le infrastrutture - alberghi, trasporti, villaggio
olimpico - sono modernissime. I russi respirano lo spirito olimpico, lavorano
come se l’evento cominciasse domani. Vogliono presentarsi competitivi al mondo
attraverso lo sport.
In
Russia debutteranno sei nuove discipline, tra cui lo slittino a squadre. Un
vantaggio per l’Italia?
Grande risultato aver contribuito a
farlo inserire tra le prove olimpiche. È una concreta possibilità per il
futuro dello slittino italiano. Anche se patiremo a lungo la chiusura della
pista di Cesana Pariol, costruita per le Olimpiadi di Torino 2006. Ora l’Italia
non ha una pista d’allenamento per slittino e bob. Siamo costretti a prenotare
piste estere per testare i materiali. Costi che sostiene la nostra federazione
ma che vengono sottratti ad altri ambiti della nostra disciplina. Così è
complicato fare meglio di russi e tedeschi, i migliori in circolazione.
A
Sochi lei non sarà l’atleta più esperto in gara. Il russo Albert Demchenko, che
ha partecipato a sei edizioni delle Olimpiadi, avrà 42 anni. Non è uno stimolo
per lei per proseguire fino al 2015, per i Mondiali di Sigulda, dove ha vinto 9
volte in Coppa del Mondo?
Devo solo pensare ad allenarmi e
avvertire le sensazioni del mio corpo, giorno dopo giorno. Ho dolori alla schiena,
quindi posso solo concentrarmi su Sochi 2014.
Intravede
possibili outsider nella prova individuale di slittino? E quali sono le
prospettive italiane nel medagliere?
Manca poco meno di un anno, verranno fuori di sicuro
nuovi protagonisti, d’altronde lo slittino è sport in evoluzione. Sul
medagliere, punterei forte sullo sci alpino, discipline tecniche e veloci. Sono
in grande crescita, possono ottenere grandi risultati.
Intervista pubblicata in versione ridotta sul numero cartaceo di "Russia Oggi" del 28 febbraio 2013
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