Vignetta di Alexei Yorsh
I rapporti tra Russia e Unione Europea nel 2013 si svilupperanno in maniera attiva a livello economico, mentre nella sfera politica, gli esperti ritengono che si faranno più cauti.
“Per le imprese europee, la Russia continua a essere un mercato interessante. Non è di certo il Klondike, eppure sullo sfondo dei mercati stagnanti dell’Europa e ora che la Cina non sembra più destinata a una crescita incontrollata, la Russia rimane ancora un Paese attraente a livello di investimenti, nonostante alcuni evidenzino delle difficoltà”, ha dichiarato a Russia Oggi Fedor Lukjanov, presidente del Consiglio per la politica estera e di difesa della Russia.
Le ragioni di questo interesse economico, dimostrato dall’Europa nei confronti della Russia, sono semplici da spiegare. La Russia rimane, rispetto agli standard europei, un mercato con un alto tasso di crescita con un saggio di profitto elevato. Se in Germania, l’incremento del Pil nel 2012 è stato solo dello 0,7 per cento, in Russia ha raggiunto il 3,5.
Sempre più imprese europee stanno aprendo in Russia non solo uffici rappresentativi per lo smercio dei loro prodotti, ma anche impianti produttivi. La Germania, che ha l’economia più forte dell'Unione Europea, rimane il partner economico più importante della Russia. Nel 2012, il volume degli scambi tra i due Paesi ha raggiunto il record storico di 105 miliardi di dollari. Per il 2013, l’ufficio economico e commerciale dell'Ambasciata russa a Berlino attende un nuovo record.
Russia ed Europa sono particolarmente legate in materia energetica. “L'esistenza del gasdotto Nord Stream (dal 2011 trasporta direttamente in Europa il gas naturale proveniente dalla Russia attraverso il Mar Baltico, ndr) non fa che riconfermare l’importanza della Russia quale fornitore di risorse energetiche”, ha dichiarato Felix Hett, esperto di Russia del Fondo tedesco Friedrich-Ebert-Stiftung.
In ogni caso, le relazioni economiche tra Russia e Unione Europea non sono tutte rose e fiori. Come sottolineato da Lukjanov, nel 2013, le esportazioni energetiche russe si scontreranno con una crescente resistenza da parte del mercato europeo.
“I cambiamenti che si stanno verificando nel settore energetico non vanno a favore della Russia. Le estrazioni di shale gas, a cui per anni la Gazprom si era opposta, e l’implementazione del Terzo pacchetto energia preoccupano sempre più la Russia. In questo settore, i Paesi dell'Unione Europea stanno facendo davvero un ottimo lavoro. In termini di normativa antitrust e di questioni energetiche, l’Ue ha dimostrato che tra la Commissione Europea e i singoli Stati nazionali vige un’eccellente cooperazione”, ha affermato Lukjanov.
Le esportazioni di prodotti energetici costituiscono fino al 70 per cento del volume totale delle esportazioni russe e un indebolimento della posizione delle risorse energetiche russe in Europa potrebbe comportare degli spiacevoli sviluppi per la Federazione.
Secondo gli esperti, per quanto riguarda la sfera politica, nonostante gli importanti eventi previsti nel 2013 - dai due tradizionali summit Russia-Ue, al vertice del G20 a San Pietroburgo – non si registreranno progressi importanti nelle relazioni Russia-Ue.
“Stiamo assistendo a un processo di formulazione di nuovi valori da parte della Russia che si contrappongono a quelli dell'Occidente. Prima la Russia era solita dire: non immischiatevi nei nostri affari, sappiamo da soli come arrivare al modello europeo. Oggi, invece, sembra aver cambiato idea: non abbiamo intenzione di diventare come voi. Il vostro modello non ci piace”, ha affermato Lukjanov.
Anche il professore Hans-Henning Schröder, responsabile della Fondazione tedesca “Scienza e Politica” (Swp) ha osservato questo progressivo allontanamento della Russia dall’Europa. “In Europa, si è consolidata l’opinione secondo cui lo sviluppo al quale stiamo assistendo in Russia, non corrisponda ai principi dell’Ue e del Consiglio d'Europa in materia di democrazia e di diritti umani, e che si stia muovendo nella direzione opposta. L’Ue nutre dei forti dubbi ed esercita una certa pressione. Ciò, a sua volta, non fa che rendere la Russia meno interessata a sviluppare eventuali relazioni”, ha osservato Schröder.
Per il 2013, non è attesa nessuna svolta nemmeno per quanto riguarda l’abolizione del regime dei visti tra Russia e Unione Europea. “L’esperienza che sta maturando ultimamente l'Unione Europea con i singoli Paesi dei Balcani occidentali è un ottimo spauracchio, di cui si servono le politiche conservatrici”, ritiene Hett.
Gli esperti non escludono in ogni caso che nel 2013 la situazione a livello politico possa “raddrizzarsi”. Secondo le loro stime, una delle ragioni di questa stagnazione prevista per il 2013 sono le elezioni parlamentari che si svolgeranno a settembre in Germania. “Le relazioni tra Russia e Unione Europea dipendono in gran misura dal rapporto tra Berlino e Mosca. Tuttavia, nei prossimi mesi, ci si potrà aspettare ben poco, dal momento che in Germania tutto ruoterà intorno alle elezioni. Dopodiché verrà formato un nuovo governo. I primi grandi successi si potranno osservare solo a partire dal 2014, quando verrà presentata una nuova strategia a livello di politica estera”, ha concluso Schröder.
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