L'odissea di Yulia Tymoshenko

Yulia Tymoshenko, al centro, circondata da poliziotti ucraini nel corso del processo che la vide condannata a 7 anni di reclusione (Foto: Aleksandr Prokopenko / Reuters)

Yulia Tymoshenko, al centro, circondata da poliziotti ucraini nel corso del processo che la vide condannata a 7 anni di reclusione (Foto: Aleksandr Prokopenko / Reuters)

Accusata di essere coinvolta nell’omicidio di un deputato avvenuto nel 1996, l’ex primo ministro ucraino rischia l’ergastolo. E continua il balletto sulle sue condizioni di salute

Si mette male per l’ex primo ministro ucraino Yulia Tymoshenko. Dopo le voci che si erano rincorse negli ultimi mesi, è arrivata la notizia che la procura di Kiev aprirà ufficialmente un procedimento contro l’eroina della rivoluzione arancione con l’accusa di essere coinvolta direttamente nell’omicidio di Evgeni Sherban, deputato ammazzato nel 1996.

Tymoshenko e l’ex premier Pavlo Lazarenko, alla metà degli anni Novanta alleati politici e soci d’affari, sarebbero i mandanti dell’assassinio di Sherban e il movente si troverebbe nella spietata lotta tra clan che oltre quindici anni fa ha attraversato il Paese lasciando una lunga scia di sangue.

Nella fattispecie si sarebbe trattato della guerra per il controllo del mercato del gas. Secondo la procura generale ci sarebbero le prove che sui conti bancari dei due accusati sarebbero transitati i soldi per pagare i killer che all’aeroporto di Donetsk assaltarono l’aereo su cui era Sherban facendo una strage, uccidendo anche la moglie del deputato e le guardie del corpo.

Yulia Tymoshenko, già condannata a sette anni di galera per abuso di potere, ha negato ogni addebito, esattamente come Lazarenko. Quest’ultimo è uscito a scorso 2012 da un carcere americano, dopo la condanna a nove anni per frode e riciclaggio, che gli era stata appioppata da un tribunale statunitense.

Entrambi accusano il presidente Viktor Yanukovich di un complotto. La questione è difficile da decifrare, ma non nuova. Già oltre dieci anni fa erano venuti fuori i loro nomi dietro l’omicidio di Sherban, poi la vicenda era precipitata nell’oblio, complice il cambio di regime con l’arrivo di Viktor Yushchenko al posto di Leonid Kuchma e la rivoluzione arancione.

Dopo gli anni di governo di Yulia Tymoshenko e il suo passaggio all’opposizione, la pentola è stata di nuovo scoperchiata nel 2012. Le posizioni non potrebbero essere più differenti in vista delle udienze: da una parte l’accusa che dice di avere prove schiaccianti, dall’altra la difesa che sostiene la totale estraneità.

Visti i precedenti e chi tiene il coltello dalla parte del manico, non è difficile prevedere come andrà finire. E altri processi sono in vista, come ha annunciato il vice procuratore generale Renat Kuzmin. Mentre continua il balletto sulle condizioni di salute dell’ex premier ricoverata sempre nell’ospedale di Kharkiv - secondo i medici sta bene, secondo i suoi avvocati e la figlia la situazione sarebbe per l’ennesima volta precipitata - la comunità internazionale sta alla finestra e attende sviluppi.

A febbraio 2013 è in programma il summit tra Ue e Ucraina, che dovrebbe forse portare un po’ di chiarezza sul destino dell’accordo di associazione ora congelato e che ha isolato Kiev. Mosca non si è immischiata direttamente nella vicenda della Tymoshenko, aspetta però le mosse della Bankova per raggiungere un accordo su gas e Unione doganale.

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