Il vice ambasciatore della Russia alle Nazioni Unite Vladimir Safronkov.
: APIl vice ambasciatore della Russia alle Nazioni Unite Vladimir Safronkov. Fonte: AP
Il Presidente americano Donald Trump ha “ringraziato” Mosca per aver espulso 775 diplomatici Usa, che lavoravano nell’ambasciata e nel consolato statunitense, come risposta alle nuove sanzioni imposte da Washington alla Federazione. Rivolgendosi a Putin, il Presidente Usa ha detto di volerlo “ringraziare perché stiamo cercando di tagliare il nostro personale all'estero e ora dovremo pagare meno persone”. Secondo lui, infatti, gli Stati Uniti non avrebbero bisogno di così tanti funzionari in Russia.
Ma non tutti i funzionari americani sembrano d’accordo con Trump. Un dipendente del Dipartimento di Stato aveva infatti definito la decisione di Mosca “un atto spiacevole e sbagliato”. Ma lo scandalo, di cui hanno parlato i giornali di tutto il mondo, non è il primo a scuotere le relazioni Mosca-Washington. Ecco i casi più eclatanti degli ultimi anni.
Lo strano caso dell’ambasciatore picchiato in aeroporto
Il diplomatico russo Vladimir Titorenko. Fonte: Tass
Nel novembre 2011 Vladimir Titorenko, rispettabile diplomatico russo che aveva lavorato in diversi Paesi arabi e all’epoca era ambasciatore russo in Qatar, fu vittima di un pestaggio. Gli assalitori che presero di mira Titorenko e il suo assistente non erano però persone qualsiasi e il fatto accadde proprio alla dogana dell’aeroporto di Doha, in Qatar. Alcuni funzionari della dogana, infatti, chiesero ai due russi di consegnare loro la propria valigetta diplomatica. Ma quando i due diplomatici si rifiutarono di consegnarla, gli ufficiali li assalirono. Titorenko ne uscì con varie contusioni e la rottura della retina.
Così come ha fatto sapere un funzionario anonimo del Ministero degli Affari Esteri, la rissa potrebbe essere ricondotta alla posizione di Mosca in merito alla Siria. Al di là della reale ragione alla base delle percosse, lo scandalo fu enorme. La Russia riportò immediatamente in patria Titorenko, parlando di un caso inaccettabile. Da quel momento Mosca ridusse i rapporti diplomatici con il Qatar.
Il fallimeto di McFaul
Michael McFaul, ex ambasciatore a Mosca. Fonte: Aleksej Filippov/RIA Novosti
Michael McFaul, esperto di studi dell’Europa orientale ed ex assessore di politica estera di Barack Obama, probabilmente non avrebbe mai pensato che il suo mandato sarebbe stato così difficile. Dopo aver incontrato diversi leader dell’opposizione russa solo due giorni dopo l’inizio del suo mandato, McFaul ottenne per tutta risposta forti critiche da parte della stampa del suo Paese e la situazione peggiorò durante la permanenza di McFaul in Russia. Egli si ritrovò infatti a dover spiegare che gli Stati Uniti non stavano finanziando l’opposizione russa e che non stavano cercando di far vacillare il governo di Mosca.
McFaul trascorse solo due anni in Russia, fino al 2014. Due anni più tardi il suo nome venne inserito nella lista delle persone sanzionate, alle quali era stato vietato l’ingresso nella Federazione. Secondo la portavoce del Ministero russo degli Esteri Maria Zakharova, McFaul avrebbe avuto la responsabilità di aver compromesso le relazioni Russia-Usa. Ancora oggi per McFaul vige il divieto di attraversare la frontiera russa.
Consiglio di Sicurezza ad alta tensione
Il vice ambasciatore della Russia alle Nazioni Unite Vladimir Safronkov, 12 aprile 2017. Fonte: Reuters
In alcuni casi le tensioni diplomatiche si possono rivelare piuttosto aspre. Ma nell’aprile 2017 il vice ambasciatore della Russia alle Nazioni Unite Vladimir Safronkov si lasciò andare a esternazioni davvero dure: rispondendo all’ambasciatore della Gran Bretagna all’Onu Matthew Rycroft, che aveva criticato Mosca per il suo sostegno al Presidente siriano Bashar al-Assad, Safronkov tuonò: “Rycroft! Guardami in faccia quando parlo! Non ti azzardare a insultare ancora una volta la Russia!”.
L’esclamazione di Safronkov suscitò varie critiche da parte dell’Occidente e di alcuni funzionari russi: Valentina Matvienko, portavoce della Camera alta del Parlamento russo, puntò il dito contro l’esternazione del collega mentre il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, affermò di non averci visto nulla di offensivo nelle parole di Safronkov, giustificate dalla tensione del momento.
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