Elezioni Duma, chi vigilerà sulle votazioni

Nel centro di informazione "Vybory 2012" (Elezioni 2012), allestito presso la Commissione elettorale centrale della Federazione Russa, le telecamere monitorano le votazioni.

Nel centro di informazione "Vybory 2012" (Elezioni 2012), allestito presso la Commissione elettorale centrale della Federazione Russa, le telecamere monitorano le votazioni.

: Valerij Sharifulin/TASS
Mentre in Russia divampa la campagna elettorale, l’organizzazione non governativa “Golos”, che vigila sul corretto svolgimento del sistema elettorale, è stata liquidata. Chi ci sarà a monitorare le elezioni per il rinnovo della Camera bassa del parlamento?

Il tribunale del quartiere Presnya il 27 luglio ha liquidato l’associazione non governativa “Golos” che vigilava sui diritti degli elettori e monitorava il corretto svolgimento delle elezioni, con l’accusa di essere un “agente straniero”. L'associazione è stata accusata di svolgere attività politica durante le presunte azioni di monitoraggio, ricevendo tra le altre cose finanziamenti dall’estero. Il suo statuto, poi, non risulterebbe in regola con la legge.

La messa al bando dell’associazione a un mese dalle elezioni della Duma, in piena campagna elettorale, è un evento emblematico. Una parte degli esperti ha già dichiarato che le prossime elezioni della Duma si caratterizzeranno per l’impossibilità di trovare osservatori indipendenti (nonostante il Cremlino abbia ufficialmente parlato di un ritorno di fiducia verso i risultati elettorali). Gli “agenti stranieri” non hanno, tra l’altro, il diritto di vigilare sul corretto svolgimento delle elezioni, né possono accedere ai seggi.

Nuove regole per gli osservatori

A “Golos” sono convinti che il verdetto non cambierà nulla. L’associazione è stata inclusa nel registro degli “agenti stranieri” già dal 2014 e da allora contesta la definizione che le è stata attribuita. Oltretutto “Golos” continua a conservare la sua funzione, solo che è risorta con lo stesso nome in una nuova forma, cessando di essere un’associazione per diventare il movimento sociale “Golos”, privo di uno status giuridico.

Nella sua nuova identità “Golos” ha potuto adeguarsi alle norme e inviare i propri osservatori in veste di giornalisti: si spacciavano per volontari accreditati dai giornali, ma i legislatori hanno posto fine a questa scappatoia. Nel 2016 sono cambiate le regole sul monitoraggio delle elezioni. Se finora un giornalista poteva liberamente recarsi in un seggio solo con le credenziali della redazione per cui lavorava, ora è costretto ad “accreditarsi” ufficialmente. Inoltre deve dimostrare che faceva parte dello “staff” dei media accreditati già due mesi prima dell’inizio delle elezioni.

È diminuito anche il numero degli osservatori dei partiti. Attualmente per ogni seggio è consentito nominare solo due rappresentanti per seggio, che, tra l’altro, possono essere allontanate solo dal tribunale.

“La situazione degli osservatori nazionali è assai più complessa”, sintetizza Boris Makarenko, presidente del Centro informativo-analitico. “Sono soggetti a controlli più severi, cosa che non vale per gli osservatori internazionali”.

Gli osservatori internazionali

In questa campagna elettorale le autorità si sono dimostrate molto aperte nei confronti degli osservatori internazionali. La Russia ha invitato una struttura internazionale autorevole come la Missione di monitoraggio elettorale dell’Osce, che non è certo l’organizzazione più “leale” verso il Paese.

“Alle ultime elezioni la Russia sembrava formalmente gradire la presenza di questi osservatori e infatti aveva posto delle condizioni anomale rispetto a quelle previste per un vero osservatore internazionale”; afferma Makarenko. La pietra del contendere sta nell’aver ammesso gli osservatori solo nel giorno delle elezioni e di non averli autorizzati a effettuare nel periodo pre-elettorale dei monitoraggi a lungo termine; clausola senza la quale le operazioni di monitoraggio dei seggi elettorali perdono qualunque senso. “Il fatto che questa volta abbiamo acconsentito ad accoglierli sulla base di regole comunemente accettate è un ottimo segno”, conclude.

Come ha rilevato nei commenti rilasciati a Rbth Ella Pamfilova, capo della Commissione elettorale centrale, ora “non esiste più alcuna necessità di imporre all’Obsce delle regole severe”. Perdipiù, mentre loro verranno da noi per le elezioni, gli osservatori russi si recheranno a loro volta negli Stati Uniti in occasione delle prossime elezioni. Siamo assolutamente aperti a invitare tutti gli osservatori da noi. È nel nostro interesse che siano presenti”, dice.

Oltre che dall’Obsce si attendono altri osservatori della Csi, dell’Organizzazione di Shangai per la cooperazione, dalle assemblee parlamentari dell’Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva e altri ancora. L’eccezione è rappresentata dagli osservatori dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa che non sono stati volutamente invitati in quanto l’assemblea ha privato, tra l’altro, la delegazione dei rappresentanti plenipotenziari della Russia del diritto di voto.

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