Svizzera: nessuna prova contro Artem Chajka

Bandiere svizzere sull’edificio del parlamento a Berna, Svizzera.

Bandiere svizzere sull’edificio del parlamento a Berna, Svizzera.

: Reuters
Era stato accusato dalla Fondazione di lotta alla corruzione, guidata da Aleksej Navalnij, di riciclaggio e appropriazione indebita. Ma dall’indagine non è emersa alcuna prova contro di lui

Nessuna prova per incastrare Artem Chajka. La procura svizzera ha portato a termine le indagini su Artem Chajka, figlio del pubblico ministero russo Yurij Chajka, senza individuare alcun tipo di prova contro di lui. 

L’indagine era stata aperta dopo la richiesta avanzata dalla Fondazione di lotta alla corruzione, guidata da Aleksej Navalnij, esponente dell’opposizione russa: il 1° dicembre 2015 la Fondazione aveva pubblicato i risultati di una propria indagine, nella quale i figli del pm venivano accusati, oltre che di omicidio, di aver creato un impero imprenditoriale, di appropriazione indebita di imprese statali e di mantenere contatti con gruppi criminali.

Oltre a far riferimento a un presunto permesso di residenza illegale e al possesso di un’impresa e immobili di lusso, il documento della Fondazione parlava di una presunta attività in Svizzera legata a operazioni di riciclaggio di denaro. L’8 dicembre la Fondazione ha inviato alla procura la richiesta di avviare un’indagine su Artem Chajka. 

La procura ha quindi confermato la legittimità della cittadinanza di Chajka, dichiarando l’effettivo possesso di immobili e attività imprenditoriali, ma che la sua impresa non è ufficialmente registrata e che la costruzione della casa non è ancora stata ultimata. 

“Senza dubbio non abbiamo riscontrato nessun elemento concreto che dimostri alcun tipo di attività legata al riciclaggio di denaro”, si legge nel documento. 

Al momento non c’è ancora stata alcuna reazione da parte della Fondazione di lotta alla corruzione. In precedenza, l’8 dicembre 2015, Aleksej Navalnij aveva scritto sul suo blog che “casi come questo rappresentano per la Svizzera un affronto, e non sono altro che il segnale del fatto che truffatori stranieri si approfittano del suo sistema e delle istituzioni finanziare”.

La Fondazione di lotta alla corruzione in Russia ha presentato sei richieste contro la procura generale, ma sono state tutte respinte. Dal canto suo, Chajka ha dichiarato che l’indagine di Navalnij è “deliberatamente falsa”.

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