Putin estende il segreto di stato

Il Presidente russo Vladimir Putin (Foto: Reuters)

Il Presidente russo Vladimir Putin (Foto: Reuters)

Il Presidente ha ampliato le liste delle informazioni coperte dal vincolo. In particolare si tratta delle notizie riguardanti le perdite subite dal Ministero della Difesa in tempo di pace. Le critiche dell'opposizione

Vladimir Putin ha esteso l'elenco delle informazioni coperte dal vincolo del segreto di Stato. Il decreto, appena approvato, è entrato in vigore il 28 maggio. D'ora in poi saranno secretate anche le informazioni riguardanti le perdite subite durante le operazioni speciali in tempo di pace. Finora erano protette  solo le informazioni relative alle perdite subite in tempo di guerra. Il decreto presidenziale contiene un ampio spettro di modifiche. Saranno secretate anche le informazioni sulle piante degli acquedotti dei centri urbani con una popolazione superiore ai 200mila abitanti, sugli impianti minerari, sulle metropolitane "o su altri impianti di interesse militare". Il decreto non potrà  essere esteso alle persone della cui collaborazione gli organi di sicurezza della Federazione Russa intendono servirsi in via confidenziale. Saranno vincolate al segreto di Stato anche le informazioni relative a forze, mezzi e metodi finalizzati a garantire la sicurezza degli obiettivi strategici, e il loro finanziamento.

Un decreto che arriva in ritardo

La Commissione Difesa della Duma ha reputato l’estensione della lista “corretta” e “necessaria”. “Ho lavorato anch’io in un’impresa militare e ricordo che negli anni '80 non si potevano scattare fotografie neppure dall’esterno. Negli anni '90 si susseguivano senza sosta le visite delle delegazioni straniere e si copiava tutto ciò che era possibile copiare. Abbiamo praticamente distrutto l’intero apparato della sicurezza” ha dichiarato in un’intervista a Rbth Aleksey Zhuravlev, uno dei membri della commissione, aggiungendo che oggi lo Stato “ha cominciato finalmente a ripristinarlo”. Il parlamentare ha rilevato inoltre che “ogni operazione speciale è già di per sé vincolata dal segreto di Stato, così come le informazioni sul numero dei suoi partecipanti, sulle tecnologie impiegate, ecc.”.

Il general maggiore Sergey Kanchukov, ex capo dei servizi segreti del Circondario militare della Siberia e dei reparti del Ministero della Difesa distaccati in Cecenia, ritiene che la promulgazione del decreto è dettata da motivi legati alla sicurezza, dalla situazione geopolitica e dal tentativo da parte dello Stato di difendere i propri interessi e non “di sottrarsi al controllo sociale”. “Non capiterebbe mai di veder circolare negli Stati Uniti notizie sulla morte del personale militare dell’esercito dislocato in Iraq, Siria, Arabia Saudita o dei consiglieri militari nello Yemen” afferma l’esperto. A suo avviso, prima i dicasteri russi non riservavano l’attenzione dovuta al problema della sicurezza ed “erano troppo aperti”. “In generale siamo arrivati tardi all’approvazione di questo decreto, si sarebbe dovuto adottarlo prima. E oggi tutte le strutture se la prendono con noi, imputandoci questa o quest’altra responsabilità” dice Kanchukov.

Il diritto di accesso

"Ora cercare di ottenere informazioni sulle vittime delle “operazioni speciali” in Ucraina sarà ritenuto una violazione del segreto di Stato. Lasciamo pure che i soldati muoiano e che i loro parenti se ne stiano zitti. E se qualcuno non è d’accordo, verrà incriminato per spionaggio”, ha scritto nel suo blog l’oppositore Aleksey Navalnyi, commentando il decreto. A detta dell’avvocato Aleksandr Manov, docente di diritto presso l’Università statale di Mosca, la comparsa di questo decreto potrebbe di fatto limitare le prerogative della società civile: “Il decreto è volto a tutelare le persone in qualche modo coinvolte nei conflitti militari”. E anche i tribunali militari, “questione ripetutamente posta dai rappresentanti delle organizzazioni internazionali e locali”, rileva Manov. A dire il vero, “gli osservatori permanenti dell’Onu non sono stati ancora cancellati” ricorda Manov “e sotto questo profilo le decisioni adottate dal signor presidente o dai nostri deputati sono assolutamente ininfluenti”. In considerazione di ciò Manov non esclude che nell’applicazione della legge potrebbero insorgere molti problemi, anche se l’estensione della lista è legittima: la legislazione per regolare l’utilizzo del segreto di Stato e della confidenzialità si sta potenziando in tutto il mondo”.

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