Putin: “Difenderemo i diritti dei russi”

Il Presidente russo Vladimir Putin (Foto: Ministero degli Affari Esteri)

Il Presidente russo Vladimir Putin (Foto: Ministero degli Affari Esteri)

Il leader del Cremlino durante una riunione con i diplomatici della Federazione nel mondo: “Non interromperemo le relazioni con gli Usa”. E in merito all’Europa: “È il nostro vero e più importante partner economico e commerciale”

A Mosca si è svolta una riunione che ha coinvolto gli ambasciatori e i rappresentanti permanenti della Federazione Russa. Il clou del Forum è stato l'intervento del Presidente russo Vladimir Putin.

Davanti ai diplomatici, il leader russo Vladimir Putin si è attenuto alla stessa linea percorsa in primavera davanti all'Assemblea federale. Allora, la tesi principale del discorso era stata il fallimento del modello unipolare dell’assetto mondiale. Ora, secondo Putin, la politica mondiale sta diventando sempre meno prevedibile: rivivono vecchi conflitti e ne sorgono di nuovi: “Nel mondo sempre più regioni sono cronicamente instabili. C’è un problema di sicurezza in Europa, in Medio Oriente, in Asia meridionale, nelle regioni dell’Asia Pacifica, in Africa”.

L'esempio più eclatante è la crisi in Ucraina. Il Presidente ha spiegato ancora una volta le ragioni per le quali la Russia è stata coinvolta in essa. Ha sottolineato che in Ucraina si è creata una situazione rischiosa per i russi, per la loro lingua, storia e cultura e inoltre è stata minacciata anche la sicurezza della stessa Russia. “Quale altra reazione i nostri partner si aspettavano da noi a seguito degli eventi che accaduti in Ucraina? Noi, ovviamente, non avevamo alcun diritto di lasciare la Crimea e Sebastopoli alla mercé dei militanti nazionalisti e radicali, non potevamo permettere che venisse seriamente limitato il nostro accesso al Mar Nero”.

Putin ha promesso che la Russia continuerà a difendere i diritti dei russi all'estero, utilizzando tutti i mezzi a disposizione: da quelli politici a quelli economici. In particolare, non ha escluso anche la conduzione di missioni umanitarie. Dalla maggior parte degli osservatori questo è stato visto come un avviso pubblico rivolto alle autorità ucraine, che avevano ripreso il giorno prima un'operazione militare nel sud-est, prevalentemente con popolazione russofona.

Il Presidente russo ha messo particolare enfasi sulla necessità di costruire relazioni basate sull'uguaglianza e sul reciproco rispetto: "Quelli che continuano a rivendicare la propria esclusività, di fatto non amano la politica indipendente della Russia. Gli eventi in Ucraina lo hanno confermato. Questi hanno confermato anche che il modello di relazioni basato su doppi standard con la Russia non funziona".

Mosca si rivolge ad est

Non è difficile indovinare quale paese Putin avesse in mente quando ha parlato di pretese di esclusività. Tuttavia, parlando ai diplomatici, il Presidente ha sottolineato che la Russia non sta per 'interrompere' le relazioni con gli Stati Uniti. Per migliorarle, Washington dovrebbe mettersi su un piano di parità e tenere in considerazione i legittimi interessi della Russia. "È possibile e necessario cercare un terreno comune, per vedere l'altro non solo come avversario, ma anche come partner”, ha sottolineato il Presidente.

Il leader russo ha espresso maggiore ottimismo per lo sviluppo dei contatti con l'Europa: "L'Europa è il nostro vero e più importante partner economico e commerciale. Ci sforziamo di garantire che ci siano sempre nuove opportunità per l’allargamento della cooperazione commerciale... Noi siamo da sempre apprezzati come fornitori affidabili di risorse energetiche, abbiamo investito nello sviluppo di infrastrutture di gas".

Tuttavia, secondo Putin, al momento le relazioni con l'Occidente sono estremamente difficili. Quindi, la Russia intende prestare particolare attenzione alla cooperazione con i suoi vicini, soprattutto con la Bielorussia e il Kazakistan, così come con l'Asia e l'America Latina. "Possiamo dire che oggi nell’arena internazionale c’è una forte coalizione diplomatica russo-cinese”, ha detto Putin.

Come ha osservato in un’intervista a RBTH, il Presidente del Comitato del Consiglio della Federazione per gli Affari Internazionali Mikhail Margelov (presente alla riunione svoltasi presso il Ministero degli affari esteri), i recenti avvenimenti hanno accelerato il desiderio della Russia di ampliare le proprie opportunità economiche verso est. “Hanno ‘accelerato’ perché la visita in Cina di Vladimir Putin è stata programmata molto prima che scoppiasse la crisi in Ucraina. Un programma di diverso tipo di relazioni economiche dettagliate della Russia con la regione della zona Asia-Pacifico, richiede almeno dieci anni”, ha precisato il senatore. La Russia si è inserita nel sistema complesso dei paesi dell'Estremo Oriente e del sud-est asiatico, sfruttando, tra le altre cose, la propria posizione geopolitica unica tra i centri dell'economia mondiale. E questo non significa uscire dall'Europa, ma si tratta di una precisa decisione economica”.

Il Presidente dell'Istituto per le valutazioni strategiche Alexander Konovalov è d’accordo col fatto che la Russia rafforzerà la cooperazione con la Cina e i paesi della regione dell’ASIA-Pacifico, alla quale in precedenza ha dedicato meno attenzioni rispetto a quelle che meritavano. Tuttavia, a suo parere, sarebbe opportuno non provocare emozioni negative in Occidente.

"Nelle relazioni con l'Occidente si deve iniziare a ripristinare ciò che è stato distrutto da entrambe le parti in questi ultimi mesi. La Russia non è per niente interessata all'introduzione di una terza fase di sanzioni che colpirà le nostre banche, i settori dell'energia e della difesa. Inoltre è possibile che si profilino inaspettate alleanze come quella tra Russia, USA e Iran contro gli estremisti sunniti. Questo è ciò che Mosca ha iniziato offrendo un velivolo di combattimento di Iraq, e Washington non ha obiettato alla nuova tendenza”, ha affermato Konovalov in una conversazione con RBTH.

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