L'irruzione della polizia in un cantiere durante un controllo di contrasto all'immigrazione clandestina, a Mosca nel settembre 2013 (Foto: Tatiana Kravtchenko / RG)
I deputati della Duma delle due maggiori città della Russia, Mosca e San Pietroburgo, hanno deciso di limitare il numero di lavoratori immigrati. La Duma municipale di Mosca ha approvato al primo esame il disegno di legge che prevede l'espulsione dalla capitale russa per i lavoratori stranieri che abbiano commesso due illeciti nell’arco dello stesso anno. E a San Pietroburgo hanno messo a punto un disegno di legge volto a proibire l’ingresso in Russia agli stranieri che non dispongono di almeno 37mila rubli (844 euro circa) – somma mediamente indispensabile per una permanenza di sei giorni in Russia – e l’hanno inviato all’esame della Duma di Stato. A detta degli esperti, tuttavia, è assai improbabile che simili misure possano servire a far emergere l’immigrazione clandestina.
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Uno straniero, che per due volte nell’arco dello stesso anno sia stato fermato dalla polizia per aver, per esempio, fatto rumore nel proprio appartamento dopo le 11 di sera o aver attraversato una strada dov’era vietato, oppure aver bevuto una birra in un parco pubblico o superato i limiti di velocità alla guida della propria auto, rischia di fatto l’espulsione dal Paese. Violare il codice amministrativo non è difficile e ogni volta è a discrezione della polizia redigire il verbale di denuncia o limitarsi a un ammonimento.
“Per i migranti la questione non si risolve mai con un semplice ammonimento. Nei loro confronti la soglia di attenzione è elevata e i controlli oltremodo scrupolosi. Le norme del codice amministrativo che si possono violare sono talmente tante che risulta facile subire una denuncia o finire al commissariato”, spiega l’addetto di polizia moscovita Ilja Krasnov.
La norma che prevede la deportazione per i migranti, rei di aver commesso due illeciti nell’arco dello stesso anno, non è stata immediatamente messa a punto dai deputati. Inizialmente era stata presa in esame la possibilità che fossero soggetti a espulsione dal Paese i lavoratori immigrati che avevano trasgredito anche solo una volta le regole del Codice della strada. A suggerire di adottare una simile misura era stato, a luglio 2013, il sindaco della capitale russa, Sergei Sobjanin, dopo un disastroso incidente, in seguito al quale un camionista di nazionalità armena, non in possesso di una patente di guida russa, aveva travolto col suo veicolo un pullman, provocando la morte di 18 passeggeri.
“Occorre far sì che si rafforzi il senso di responsabilità delle persone immigrate nel nostro Paese che non vogliono rispettare le nostre regole”, aveva dichiarato Vladimir Platonov, portavoce della Duma municipale di Mosca, in appoggio al sindaco. “E anche trovare i modi per impiegare cittadini moscoviti. È assolutamente possibile riuscirci. Per esempio, a Zelenograd si è cominciato a individuare i passeggeri che viaggiavano sui mezzi pubblici senza biglietto e si è trovata la possibilità di aumentare il salario dei conducenti e si sono potuti assumere cittadini del luogo”.
Tra l’altro, entro dicembre 2013 saranno assunti come autisti solo gli stranieri che hanno ottenuto la patente di guida russa. La Duma di Stato ha già approvato gli emendamenti alla “Legge sulla sicurezza stradale”, che diventeranno effettivi dall’8 novembre 2013. Si è proposto persino di privare per due anni dei diritti internazionali i conducenti non in possesso di una patente di guida russa e di multare i loro datori di lavoro con un’ammenda di 100mila rubli. I funzionari della capitale hanno intenzione di aumentare le sanzioni per i conducenti di pullman e camion che non hanno sottoposto i loro veicoli a revisione e di decuplicare le multe ai possessori di tali veicoli fino a 100mila rubli (vale a dire 2.280 euro circa).
“Tutte queste misure insieme possono funzionare, ma noi ci adoperiamo per conseguire un unico obiettivo, quello di combattere l’immigrazione clandestina”, ha dichiarato Andrei Klychkov, deputato della Duma municipale di Mosca.
Tuttavia, la mancanza di forza lavoro di cui soffre la Russia può essere risolta solo grazie ai migranti. Secondo i dati in possesso di Zhanna Zajonchkovskaja, direttrice del Laboratorio Migrazioni dell’Istituto di previsione economica dell’Accademia delle Scienze russa, nel corso dei prossimi cinque anni la popolazione attiva è destinata a ridursi di un milione di unità all’anno. Attualmente il tasso di crescita della popolazione immigrata è di 250mila persone l’anno, di cui il 70 per cento lavoratori attivi. Dei tre, quattro milioni di immigrati presenti in Russia, più di un quarto è riuscito a mettersi in regola.
“Le statistiche dimostrano che abbiamo bisogno dei migranti, ma esistono dei problemi. La nostra economia necessita di lavoratori stranieri specializzati, poiché la nostra crescita avviene in ambiti altamente qualificati”, spiega l’economista Vladimir Milov, ex vice ministro dell’Energia. “Agli asiatici, che ci offrono solo lavoratori scarsamente qualificati, noi spalanchiamo le porte, mentre a europei, americani e giapponesi, che in maggior misura sarebbero in grado di garantire i quadri necessari al nostro Paese, concediamo con difficoltà i visti”.
Politica migratoria russa, cambiamenti in arrivo
A detta degli esperti, una caratteristica peculiare dell’economia russa sarebbero la bassa produttività del lavoro e il basso livello di automazione, il che motiverebbe l’esigenza di una grande quantità di manodopera.
“Se anche in futuro in Russia continuerà a entrare lo stesso flusso di lavoratori immigrati, ciò determinerà nel Paese il permanere di un basso livello di automazione e di produttività del lavoro, - aggiunge Milov. - Tutti i nuovi disegni di legge proposti sono volti a ridurre il numero dei migranti, ma nessuno di essi prevede la loro legalizzazione e la riscossione delle imposte derivate dal loro lavoro. Non bisogna combattere i migranti, ma quei funzionari e quegli imprenditori che traggono vantaggi dalla loro condizione di illegalità”.
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