Il sindaco dimissionario di Mosca Sergei Sobyanin (Foto: Kommersant)
Il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, il 4 giugno 2013 ha annunciato le sue dimissioni. Lascia l'incarico, che gli era stato conferito nell'ottobre 2010, due anni prima della scadenza. Sobyanin, dando la notizia del suo addio, ha anticipato che le elezioni del nuovo primo cittadino della capitale, le prime dopo 10 anni, si terranno l'8 settembre 2013, in concomitanza con le elezioni del governatore dell'oblast di Mosca.
La mossa a sopresa di Sobyanin è stata vista come un tentativo di assicurare al prossimo sindaco un mandato di cinque anni nel momento in cui i due suoi maggiori rivali alla poltrona, il miliardario Mikhail Prokhorov, e il blogger Alexei Navalny rischiano di rimanere fuori dalla corsa.
Sobyanin ha annunciato la sua decisione in una riunione della Camera Pubblica di Mosca, dove i suoi membri avevano convocato il sindaco, nominato nel 2010 dall'allora Presidente Dmitri Medvedev, per indire elezioni anticipate che avrebbero rafforzato la sua legittimità tra i moscoviti. Si pensa che probabilmente continuerà ad agire come sindaco dopo aver presentato formalmente le sue dimissioni al Presidente Vladimir Putin, nel periodo che precederà le elezioni.
Il 54enne Sobyanin è stato dal 2005 al 2010 a capo dello staff presidenziale. Prima di allora, nel 2001, era stato eletto governatore della più ricca regione di petrolio e gas della Russia, Tyumen. Da quando è diventato sindaco di Mosca, ha rivisto profondamente le politiche del suo predecessore, Yuri Luzhkov, e sostituito molti dei suoi amici al Comune.
Luzhkov era stato licenziato da Medvedev dopo 18 anni da sindaco in carica nel settembre 2010, per "una perdita di fiducia", dopo una campagna mediatica che accusava la sua amministrazione di corruzione.
L'ultima elezione del sindaco di Mosca aveva avuto luogo nel 2003, quando Luzhkov aveva vinto con il 75 per cento dei voti. Nel settembre 2004, dopo l'attacco terroristico di Beslan, nel Caucaso del Nord, Vladimir Putin decise di nominare i governatori e i sindaci di Mosca e San Pietroburgo senza il voto popolare, in una mossa interpretata come il rafforzamento del controllo del Cremlino sulle élite regionali.
A giugno 2012, le elezioni sono state ripristinate per i governatori regionali, pur se con alcune limitazioni, in ciò che gli esperti politici indicano come una concessione ai manifestanti anti-Cremlino della classe media, che chiedevano più autogoverno nelle grandi città, soprattutto a Mosca.
Un sondaggio condotto nel mese di febbraio 2013 dalla Fondazione Opinione Pubblica, agenzia statale di sondaggi nazionali, dimostrò che il 51 per cento dei moscoviti approvavano la gestione Sobyanin, mentre il 23 per cento era critica nei suoi confronti. Il 50 per cento degli intervistati diceva che Mosca avrebbe tratto benefici se Sobyanin fosse rimasto in carica, mentre il 14 per cento non era d'accordo. L'indice di gradimento personale di Sobyanin a Mosca era del 66 per cento, stando a quel sondaggio.
Ipotesi su possibili dimissioni di Sobyanin erano emerse la sera del 3 maggio 2013, quando Gazeta.ru, quotidiano online, diede voce a una fonte vicina al municipio, la quale parlava dell'idea di una riprogrammazione delle elezioni del sindaco: "Se ne parla da una settimana, ma non è stata presa alcuna decisione definitiva".
Le indiscrezioni sono state confermate da un deputato del distretto moscovita di Otradnoe, Mikhail Velmakin, secondo il quale ai membri della commissione elettorale di Mosca sarebbe stato recentemente chiesto di non andare in vacanza a settembre 2013, nonostante per quel mese non fossero previsti appuntamenti elettorali.
Gazeta.ru ha citato il capo redattore del portale di informazione di Mosca Mossovet, Yuri Zagrebnoy, sostenendo che le elezioni a settembre impedirebbero al miliardario Mikhail Prokhorov di correre per la carica di sindaco.
Il 1° giugno 2013 è entrata in vigore una legge che vieta a deputati, sindaci e governatori di avere conti e patrimoni all'estero. Lo stesso Prokhorov il 29 maggio 2013 ha riferito al giornale Rbc che riporterà il suo patrimonio in Russia entro il 2014, per avere tutte le carte in regola per candidarsi alle elezioni previste per settembre 2014.
L'oligarca attualmente vanta maggior sostegno a Mosca che in altre regioni del Paese. Si è posizionato al secondo posto, dopo Vladimir Putin, alle elezioni presidenziali a Mosca avvenute nel marzo 2012, guadagnando il 20,5 per cento dei voti. Mentre a livello nazionale ha ottenuto l'8 per cento. Putin ha invece ottenuto il 47 per cento a Mosca. Il 64 per cento a livello nazionale.
Il direttore del Centro Levada, Lev Gudkov, ha stimato che Prokhorov potrebbe guadagnare il 20-25 per cento in caso di un'eventuale chiamata alle urne a settembre 2013.
Anche Alexei Navalny, il blogger anti-corruzione, divenuto un politico piuttosto noto a Mosca, molto più critico di Prokhorov nei confronti di Putin, ha dichiarato alla radio Eco di Mosca di voler diventare sindaco.
Così come per l'oligarca, anche per Navalny le possibilità di ottenere la carica di primo cittadino sono piuttosto complesse. Per diverse ragioni. Innanzitutto Navalny si trova sotto processo con l'accusa di frode. Un processo, secondo l'opposizione, puramente di stampo politico. In caso di condanna, a Navalny verrebbe vietata la possibilità di candidarsi.
Il vice presidente del Centro di Tecnologie Politiche Alexei Makarkin ha dichiarato a Ria Novosti che Sobyanin avrebbe scelto il momento giusto per indire le elezioni, per via del suo alto rating e della sua bassa attività di protesta. Secondo Makarkin, vincendo le elezioni, aumenterà la legittimità di Sobyanin.
In un'intervista rilasciata a Kommersant a febbraio 2013, invece, Sobyanin aveva affermato di non aver intenzione di indire elezioni anticipate, sostenendo che, secondo i sondaggi, "il 70-80 per cento dei moscoviti non vorrebbero tornare così presto alle urne".
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