Energia, diritti, banche, Ue: il punto di Medvedev

A destra il primo ministro russo Dmitri Medvedev con il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso, a Mosca il 21 marzo 2013 (Foto: Ap)

A destra il primo ministro russo Dmitri Medvedev con il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso, a Mosca il 21 marzo 2013 (Foto: Ap)

Il premier russo, in un colloquio con la stampa europea, bacchetta Bruxelles su decisioni come quella riguardo la situazione di Cipro, che può minare la fiducia negli istituti finanziari

Il capo del governo Dmitri Medvedev ha parlato con i rappresentanti dei mass media europei della democrazia in Russia, della crisi di Cipro e della cittadinanza concessa a Gérard Depardieu. Riportiamo alcuni stralci della conversazione con i giornalisti.  

Cipro
Mi sembra che tutti gli errori che si potevano commettere in questa situazione siano già stati commessi, compreso quello di minare la fiducia verso gli istituti finanziari, e non solo verso quelli ciprioti o con sede a Cipro.

La misura che è stata proposta ha un evidente carattere di espropriazione e di confisca, e per la sua natura è assolutamente senza precedenti... Noi viviamo nel Ventunesimo secolo, nelle condizioni dell'economia globale di mercato, e insistiamo sempre sul fatto che si devono rispettare il diritto di proprietà e le norme fondamentali del regolamento bancario.  

Per di più, è sorprendente che, oltre all'idea di mettere in atto quella che in sostanza è una confisca, sia stata bloccata l'attività di tutte le banche di Cipro, comprese le maggiori e le banche a partecipazione russa, assolutamente normali e in buona salute, che non hanno alcun problema di bilancio né problemi con il fisco. 

Noi in questo abbiamo, naturalmente, le nostre ragioni e i nostri interessi statali, perché le nostre banche custodiscono a Cipro i propri attivi, e così pure un gran numero di uomini d'affari russi, e non si può certo dire che tutti costoro cerchino di nascondersi dietro lo scudo della speciale legislazione di Cipro. Non è così, è semplicemente un modo più comodo di operare.    

Quanto alle voci sui depositi che sarebbero di un tipo particolare e proverebbero l'esistenza di schemi semilegali per esportare capitali dalla Russia, le dimensioni di questi depositi non sono poi così ingenti come si sente dire, perché un numero enorme di nostre aziende pubbliche possiedono conti sia presso le nostre banche, sia presso le banche estere: è semplicemente per comodità, per ragioni comprensibili. Quella cipriota è sempre stata una legislazione con cui è comodo lavorare, eseguire operazioni standard che comprendono l'acquisto di azioni, i servizi per l'attività finanziaria corrente e l'attività economica corrente. Pertanto si tratta di una questione da precisare. Posso dire però con certezza che per noi, per lo Stato russo, sarebbe di estrema importanza che Cipro ci fornisse tutte queste informazioni per far sì che coloro che hanno sottratto denaro alla nostra economia siano almeno giudicati come si meritano dallo Stato e siano tenuti a rispondere delle loro azioni.

Pertanto, se si tratta di rendere questa situazione più trasparente, noi siamo assolutamente favorevoli; ma la cosa più importante è non turbare la normale esistenza del sistema finanziario, perché una grande quantità di nostre società pubbliche di tipo aperto operano attraverso Cipro. 

Le trattative con l'Unione Europea sulla questione dei visti
Qui ci sono due strade. La prima riguarda la circolazione senza visti, ossia la possibilità di viaggiare dalla Russia verso gli Stati dell'Unione Europea e viceversa senza visto d'ingresso. In questa direzione abbiamo già ottenuto alcuni risultati: siamo riusciti a concordare la cosiddetta lista dei passi comuni (nel 2011); ma abbiamo anche dei problemi, perché in tutta una serie di direzioni le cose non si stanno muovendo. 

I nostri partner, i nostri colleghi adducono il fatto che i singoli Stati mantengono posizioni diverse e che bisogna coordinarle con le nostre diverse procedure. La mia risposta rimane la stessa di un tempo: io ritengo che l'abolizione dei visti sia nell'interesse tanto dell'Unione Europea quanto della Federazione Russa, l'interesse qui è assolutamente reciproco. Insomma, che bisogno c'è di convincerci a vicenda di questa necessità? Quanto alla seconda strada, si tratta della cosiddetta semplificazione dei visti, ossia della possibilità di viaggiare con il visto, ma in presenza di un regime agevolato per determinate categorie di persone che vengono da noi in Russia. Anche in questa direzione i lavori stanno procedendo. 

In generale, potremmo raggiungere determinate intese su singole categorie di persone dirette in Russia dall'Europa e viceversa. Ma la seconda strada non sostituisce la prima. Si tratta piuttosto di una direzione ausiliare, e non dell'obiettivo principale. Proseguiamo comunque il dialogo anche in questa direzione.

Il Terzo Pacchetto Energia
Non siamo contrari al Terzo Pacchetto Energia in sé e per sé. Comprendiamo che si tratta del diritto sovrano dell'Unione Europea di regolare le forniture di gas verso il proprio territorio. Siamo però contrari ad alcune clausole del pacchetto energetico, che a nostro modo di vedere pregiudicano i nostri interessi, il che è naturale, e che tra l'altro contravvengono ad alcuni documenti fondamentali, compreso l'accordo base tra la Russia e l'Unione Europea; ma anche alcuni accordi bilaterali ne risultano compromessi. 

Noi invece parliamo del Terzo pacchetto energetico come di un modo per risolvere determinati compiti. Se davvero è così, allora, a nostro modo di vedere, non cerchiamo di intrometterci nella legislazione dell'Unione Europea, però di alcune cose ci sembrerebbe giusto semplicemente che si discutesse con noi, perché in fondo siamo dei fornitori di energia piuttosto importanti per l'Europa: forniamo fino a un terzo del gas e del petrolio totali... 

L'incremento delle spese militari
Ho aumentato le spese militari, e quindi il principale militarista sono io; di questo argomento ho dovuto discutere con alcuni membri del governo, che hanno espresso il loro disaccordo. Ma, per parlare in modo semplice e diretto, noi comprendiamo l'importanza del settore dell'industria militare in qualsiasi Paese, e tanto più in un Paese come la Federazione Russa, che è una nazione enorme e una potenza nucleare. Non è solo un pretesto per gonfiare i nostri muscoli militari, ma si tratta in sostanza di un passo verso la modernizzazione della nostra economia...

Inoltre, a esser sinceri, abbiamo attraversato un periodo molto difficile negli anni '90 e siamo semplicemente rimasti indietro, abbiamo armamenti sorpassati che dobbiamo sostituire.  

Diritti umani
Noi partiamo dal fatto che nel nostro approccio allo sviluppo del sistema politico - la difesa dei diritti e delle libertà umane, le libertà fondamentali della costituzione - non ci distinguiamo affatto dai Paesi europei. Non vediamo alcun cammino di democrazia separato o specifico, che si basi su un qualche metodo peculiare della Russia.

Stiamo ancora compiendo i primissimi passi nello sviluppo del nostro sistema politico, degli istituti democratici del nostro Paese e non possiamo essere giudicati con criteri troppo severi, dalle posizioni più alte. Facciamo così: se tra 100 anni, poniamo, ci saranno ancora dei problemi, vorrà dire che probabilmente qualcosa non è andato come doveva in questi anni. Io però ho sempre affermato, e lo ripeto ancora oggi, che le nostre istituzioni democratiche hanno solo vent'anni. Bisogna considerare che da noi un tempo non esistevano neppure molte delle tradizioni democratiche.  È questa la particolarità dello Stato russo, e non si può non tenerne conto.

Gérard Depardieu
A me, come telespettatore, è sempre sembrato un attore di grande talento. Quanto alla sua decisione, beh, è stata una sua decisione. A me sembra che sia stata da una parte una decisione emotiva, ma dall'altra, probabilmente, è stata anche ben calcolata. Depardieu è una persona adulta e un attore affermato: se ha compiuto questa scelta significa che aveva delle ragioni per farlo. In ogni caso, nella risoluzione presa da parte della Russia (nel caso specifico è il Presidente che concede la cittadinanza) non vi è alcun particolare intento politico.   

La Banca Centrale della Federazione Russa
Ci siamo effettivamente consultati con il Presidente a proposito della figura in grado di sostituire in modo ottimale il signor Ignatev (Sergei Ignatev, presidente della Banca Centrale della Russia), che è una persona di grande esperienza, ma per legge non può più aspirare a quella posizione. Ed ecco il risultato delle nostre consultazioni. A me sembra una buona candidatura, assolutamente appropriata, perché anche Elvira Nabiullina è una persona di grande esperienza. Quanto all'impostazione comune ai due manager, naturalmente le direttive fondamentali non dovrebbero cambiare.

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