Il peso dell’Occidente nella partita ucraina

Vignetta di Konstantin Maler

Vignetta di Konstantin Maler

Le potenze straniere dovrebbero fare da intermediario per sanare il conflitto, giocando con tatto, sensibilità e buonsenso

Le tensioni tra Russia e Stati Uniti, relative alla questione ucraina e alla Crimea, sembrano non volersi distendere. Tale nervosismo in parte è dovuto alla percezione distorta delle notizie che vengono riportate in Occidente, e ai conflitti in seno alla popolazione ucraina.

Il vantaggio dei media occidentali sul Presidente russo Vladimir Putin è enorme, perché l’influenza di quest’ultimo è perlopiù limitata ai confini della Russia.

Ucraina, il vicolo cieco

La prima visione distorta della situazione, nonché la più importante, è quella che dipinge la situazione in Ucraina come un conflitto tra essa e la Russia, e non tra popoli diversi dal punto di vista culturale, etnico, linguistico e religioso, come l’ambasciatore Jack Matlock ha sostenuto in modo convincente.

Per parecchie settimane ho seguito alla televisione la protesta di Piazza Maidan, originariamente pacifica, farsi poco alla volta sempre più violenta, finché non si è arrivati a lanci di sassi e bottiglie molotov contro contingenti di polizia disarmati e in continuo ripiegamento per settimane.

Quante più concessioni faceva Viktor Yanukovich, compresa la proposta di nominare primo ministro Arseniy Yatsenyuk, tanto più violenta diventava la Piazza. Infine, proprio dopo l’accordo di compromesso firmato tra la coalizione di Maidan e Yanukovich - alla presenza dei ministri degli Esteri di Francia, Germania, Polonia e di Vladimir Lukin, noto difensore civico dei diritti umani in Russia - le violenze non solo non sono diminuite, come ci si sarebbe potuti aspettare, anzi, sono aumentate. E la situazione si è aggravata. Yanukovich, in pratica, ha accolto tutte le richieste presentate da Piazza Maidan, compreso un ritorno alla Costituzione del 2004, accettando di indire le elezioni per la presidenza prima della scadenza del suo mandato.

I manifestanti del movimento Maidan avevano tutti i motivi per festeggiare, ma la piazza si è fatta invece molto violenta e decine di persone sono rimaste uccise. Questa svolta degli eventi è stata molto difficile da comprendere, almeno finché non è stato reso noto il contenuto del colloquio avvenuto tra l’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue, Catherine Ashton, e il ministro degli Esteri estone Urmas Paet. In tale conversazione si citano le parole di Olga Bogomelets, personaggio dell’opposizione, secondo la quale i leader di Maidan non erano interessati a scoprire chi avesse sparato colpi di cecchino in Piazza Maidan, perché la violenza ha aiutato il movimento di opposizione. E così l’opposizione, invece di cercare di unificare questa nazione già lacerata da problemi religiosi ed etnici, ha seminato zizzania tra l’Ucraina occidentale, che perlopiù è cattolica o cattolica-orientale, e l’Ucraina meridionale e orientale, in maggioranza ortodossa.

Alcuni cittadini ucraini che vivono nel Sud e a Est del Paese sono di etnia russa, ma la maggior parte di loro si identifica come ucraini russofoni. Questa divisione è stata percepita quanto mai in maniera dolorosa da parte della maggioranza di etnia russa in Crimea. Temendo per il proprio status, all’idea di ritrovarsi sotto un nuovo governo capeggiato dai leader di Maidan, hanno preso la decisione di indire un referendum che possa dare alla regione la possibilità di mantenere la propria autonomia all’interno della compagine russa. Se l’opposizione avesse onorato l’accordo del 21 febbraio e avesse mantenuto Yanukovich presidente fino alle elezioni straordinarie del 25 maggio, la Crimea non si sarebbe ribellata. La morsa del potere di Kiev ha messo in moto vari tentativi nelle regioni di ghermire il potere. Se vi è un ruolo che possono rivestire le potenze straniere, compresi gli Stati Uniti, l’Unione europea, la Russia e altre componenti della Comunità degli stati indipendenti o le Nazioni Unite, si tratta di quello di intermediario tra questi segmenti divisi della nazione ucraina.

Queste forze esterne dovrebbero dare prova del medesimo tatto, della medesima sensibilità, del buonsenso e della perseveranza utilizzati nei confronti di Irlanda del Nord e del Quebec, del popolo basco e della Scozia. Per il momento, invece, pare proprio che i sostenitori occidentali dell’Ucraina stiano utilizzando due pesi e due misure.

Vladislav Krasnov è presidente dell’Associazione russo-americana Goodwill, che promuovere le relazioni tra i due Paesi

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