Quali le mosse della Russia in Medio Oriente?

Vignetta di Niyaz Karim

Vignetta di Niyaz Karim

Stando agli esperti del Consiglio degli Affari Esteri della Russia, Mosca dovrebbe rivedere la propria strategia con i Paesi della cosiddetta primavera araba, a un anno dallo scoppio della stessa

Gli esperti del Consiglio degli Affari Esteri della Russia ritengono che la Federazione debba rivedere la propria strategia con i Paesi della cosiddetta “Primavera araba”. Mosca potrebbe porre la propria attenzione, finora concentrata sul gruppo dirigente, su altri gruppi e diversificare i suoi contatti, così da mantenere e sviluppare la propria influenza nella regione.

Allo stesso tempo, la Russia deve liberarsi di una serie di percezioni negative della primavera araba, che rappresenta una “zavorra” per ulteriori sviluppi. In particolare, l’idea che si tratti di una “provocazione degli Stati Uniti e dell’Occidente” e che il risultato sia una “vittoria degli islamisti radicali”.

La primavera araba: implicazioni per la Russia
I cambiamenti politici che hanno avuto luogo nei Paesi della "primavera araba” hanno causato una riduzione della presenza russa nella regione. Va sottolineato che anche altri grandi attori internazionali e regionali hanno perso, in parallelo, il loro peso nell’area: Stati Uniti, Unione Europea, Arabia Saudita e Cina.

Mentre, però, tutti questi Paesi conservano ancora un elemento chiave del loro “soft power” - ovvero, agli occhi del mondo arabo, il loro modello di sviluppo risulta ancora attraente, un faro verso il quale navigare - la Russia moderna ha smesso di contare su questa risorsa, che vantava invece durante l’Unione Sovietica.

Il nocciolo della questione risiede nella natura della politica attuata dalla Russia in Medio Oriente. All’inizio si concentrò esclusivamente sulle relazioni con i regimi al potere e ora è priva di flessibilità concettuale e informativa. Negli ultimi dieci anni, questa politica si è ridotta a un confronto politico con gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali, limitando così la portata dei suoi successi, la maggior parte dei quali si limitano alla cooperazione nell’ambito tecnico-militare.

La politica regionale e internazionale dei Paesi della primavera araba è ancora in fase di definizione e gli “attori” esterni devono ancora prendere una posizione ferma. Mi riferisco, innanzitutto, ai Paesi occidentali. Una cosa è appoggiare il movimento di protesta, un’altra è costruire relazioni paritarie con i principali Paesi arabi.

Va anche detto che l’atteggiamento distintivo dell’Occidente, volto a esercitare un ruolo di “leadership” nei processi politici di questi Paesi, può disturbare i nuovi leader. Ciò costituisce un’opportunità per la Russia, che dovrebbe agire in maniera rapida ed efficiente.

 La strategia ideologica e l’immagine della Russia in Medio Oriente
È importante creare un sistema chiaro che evidenzi il rispetto di certi valori da parte della Russia. Questo quadro ideologico e questa strategia volta alla creazione di una nuova immagine devono essere diretti non solo ai Paesi della primavera araba, ma alla regione intera.

Alla base di tutto vi sarebbe la seguente “immagine con tre facce”, basata sui principi di sovranità, giustizia e sviluppo.

“Sovranità”. Secondo questo principio, né la globalizzazione né i conflitti con intervento straniero dovrebbero soverchiare il principio della sovranità dello Stato: dopo ogni conflitto, le truppe straniere devono ritirarsi.

“Giustizia”. Secondo gli analisti dei mezzi di comunicazione, fu il termine più usato durante le manifestazioni di massa in tutti i Paesi della “primavera araba”.

“Sviluppo”. Termine relazionato con lo spirito di rinnovamento, fu utilizzato dopo la “primavera araba” per riferirsi alla liberalizzazione della società in generale.

La diplomazia pubblica
Sarebbe importante stabilire, in un modo prudente e riservato, un “nuovo inizio” per quanto riguarda i contatti con la nuova leadership dei Paesi arabi.

A tal fine, risulterebbe conveniente la partecipazione di rappresentanti di diversi ambiti della Russia - scientifico e tecnico, tra i tanti - per sviluppare nuove forme di cooperazione con i Paesi arabi di modo che possano risultare allettanti per la nuova élite.

Lo sviluppo dello scambio di informazioni
Sarebbe anche utile che i media russi che operano nella regione rivedessero il contenuto delle loro informazioni, eliminando la propaganda diretta e la disinformazione manipolata, giacché vi è molta diffidenza da parte del pubblico arabo nei confronti dei media russi.

L’obiettivo non dovrebbe essere quello di conseguire una buona immagine, bensì fornire informazioni attendibili, basate sul contributo di esperti in diversi settori, come la politica, la scienza e la cultura.

L’inclusione del “soft power” nell’arsenale delle priorità della politica estera della Russia per la costruzione di nuove relazioni con le élite arabe è una necessità evidente.

È difficile parlare dei risultati e della velocità di questi ultimi, anche perché la “gentilezza assoluta” nei confronti della Russia ha subito un ribaltamento in questa zona. La nuova élite non si fiderà più della Russia in qualità di partner straniero prioritario, bensì di sponsor economico.

Ho delineato quali potrebbero essere alcuni punti possibili di interazione reale, dopo quello che è accaduto in Siria. Per concludere: nonostante tutti gli sforzi in termini di relazioni pubbliche, il ritorno massiccio di turisti russi nella regione e lo sviluppo potenziale della predisposizione psicologica del Paese, la Russia non riuscirà a sviluppare un’immagine attraente, a meno che questa non sia compatibile con le realtà politiche nazionali e internazionali.

Il rapporto “La Russia e la ‘nuova élite della Primavera araba: opportunità e prospettive di cooperazione” è stato elaborato da esperti del Consiglio russo per gli Affari Esteri, sotto la direzione di Aleksandr Shumilin, laureato in Relazioni Internazionali e direttore del Centro di analisi dei conflitti in Medio Oriente dell’Accademia russa delle Scienze

L’articolo è stato pubblicato in versione ridotta. L’originale in lingua russa si trova sul sito del Consiglio degli Affari Esteri della Russia

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