I russi e i loro dubbi su Depardieu

Vignetta di Sergei Elkin

Vignetta di Sergei Elkin

Entusiasti e non, i cittadini della Federazione si interrogano sull'integrità della scelta dell'attore francese, che ha voltato le spalle alla patria per ottenere una più vantaggiosa cittadinanza in Russia. E c'è chi, dietro a questa decisione, ci vede qualcosa di marcio

La decisione non tanto repentina con cui il Presidente della Federazione Vladimir Putin ha concesso la cittadinanza russa al leggendario attore francese Gérard Depardieu dovrebbe riempie i russi d’orgoglio.

L’attore a cui si devono numerose, magnifiche interpretazioni – tra cui quella di Cyrano de Bergerac, Danton e Napoleone – ha deciso di rinunciare alla nazionalità francese dopo che il governo del presidente François Hollande ha introdotto un’imposta sul reddito che tassa del 75 per cento i contribuenti che guadagnano più di un milione di euro all’anno.

Depardieu ha promesso che imparerà il russo e si stabilirà a qualche decina di chilometri da Mosca, in campagna.

I russi tuttavia, forse inaspettatamente, hanno accolto la sua decisione con reazioni contrastanti: mentre la maggioranza di loro sarà indubbiamente felice di avere come connazionale un attore di fama mondiale, la minoranza si pone dei dubbi circa l’integrità di Depardieu. Personalmente non trovo ci sia nulla di male nel non voler pagare il 75 per cento di tasse sul proprio reddito: una percentuale esorbitante, e palesemente iniqua.

I dubbi riguardano semmai un ambito puramente morale. Depardieu è noto per essersi dimostrato ossequioso con personaggi quali il dittatore uzbeko Islam Karimov (o, piuttosto, con la figlia di questi, Gulnara), quello azero Ilham Aliev e il ceceno Ramzan Kadyrov. Un filmato reperibile su YouTube e girato nell’autunno 2012 nella capitale cecena Grozny, in occasione dei festeggiamenti pubblici per il compleanno del leader ceceno, mostra l’attore intento a urlare, in un russo approssimativo, “Gloria a Ramzan!”. Si presume che Depardieu sia profumatamente retribuito per simili apparizioni, e di certo non è il solo. Tuttavia altri, come Hilary Swank, hanno in seguito espresso rammarico per la loro scelta, devolvendo in beneficenza quanto ricevuto.

Ma non Depardieu. L’attore sembra provare un immenso piacere dall’intascare quel denaro (ammesso che davvero lo riceva), e dall’offendere l’opinione pubblica. Nella sua lettera di ringraziamento a Vladimir Putin egli ha elogiato la “grande democrazia” della Russia. Tutto ciò ha spinto molti intellettuali russi a lamentare una mancanza di scrupoli morali da parte dell’attore francese. Il dibattito riflette da vicino le problematiche della Russia contemporanea, dove nel 2012 si è molto discusso della moralità e della reputazione di alcuni personaggi pubblici.

Solo di recente l’autore satirico Mikhail Zhvanetsky e l’economista – nonché ex ministro – Evgeny Yasin (entrambi membri dell’élite liberal-metropolitana tradizionalmente opposta al Cremlino) sono stati aspramente criticati per aver accettato delle onorificenze da Putin. Il problema non sembra destinato a svanire. Il Cremlino stesso ha compiuto una chiara scelta a favore della radicalizzazione dell’opinione pubblica, tacciando di essere “anti-russo” chiunque si opponga alle politiche di Putin.

In circostanze simili, per molti intellettuali russi sarà sempre più difficile mantenere un’atmosfera positiva e solidale senza fare alcun riferimento alle reciproche prese di posizione. Solo sei o sette mesi fa ignorare queste differenze ideologiche era ancora possibile.

La sfilza di leggi volute dal Cremlino e mirate a limitare le libertà civili, e la recente legge “anti-Magnitsky”, che vieta ai cittadini Usa di adottare bambini russi, hanno però spinto molti a compiere delle chiare scelte morali e politiche.

Tali scelte hanno delle conseguenze, come ad esempio quella di danneggiare i rapporti personali su entrambi i lati dello spartiacque politico. Se deciderà di stabilirsi in Russia, Gérard Depardieu potrebbe scoprire molto presto cosa significhi tutto ciò.

Konstantin Eggert lavora come commentatore e presentatore radiofonico per Kommersant FM, la prima stazione russa all-news. Negli anni Novanta è stato corrispondente diplomatico per Izvestia, e in seguito ha diretto da Mosca la redazione russa della Bbc. Konstantin ha inoltre rivestito per qualche tempo l’incarico di vice presidente della ExxonMobil in Russia. È stato nominato membro onorario dell’Ordine dell’Impero britannico dalla regina Elisabetta II.

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