La voce dei moscoviti dopo gli scontri etnici nella periferia della capitale

Nella notte del 13 ottobre 2013, la polizia di Mosca, in tenuta anti sommossa, è intervenuta nel quartiere meridionale Biryulevo per sedare una rivolta scoppiata a causa dell'assassinio di un giovane russo, Egor Shcherbakov, ucciso pochi giorni prima presumibilmente da un uomo di origine caucasica

I manifestanti si erano riuniti davanti alla casa dove viveva il ragazzo. Un altro gruppo di persone si è diretto verso il mercato della zona, urlando slogan nazionalisti, dicendo di voler trascinare fuori l'assassino di Shcherbakov che, secondo alcune voci, era nascosto proprio in quel luogo.

"La cosa preoccupante è che la gente vede negli immigrati la base di tutti i problemi. Mosca è la capitale di un Paese multietnico. E per questo deve essere una città multietnica per definizione -- ha dichiarato Ludmila Alexeeva, capo del Moscow Helsinki Group (un'organizzazione non governativa che si batte per la difesa dei diritti umani, ndr) -. Mi chiedo perché ci fossero così poche forze dell'ordine a Biryulevo: le persone coinvolte negli scontri di Biryulevo erano veramente aggressive, al contrario di coloro che hanno riempito piazza Bolotnaya il 6 maggio 2012 per protestare contro i risultati delle elezioni. A Biryulevo sono state rovesciate auto e cassonetti, e la polizia ha subito numerose aggressioni. Perché le nostre forze dell'ordine vengono impiegate in manifestazioni pacifiche e al contrario non sono sufficientemente efficaci quando si verificano dei disordini così seri?".

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