Gli scienziati del Centro russo di esplorazione artica sono riusciti finalmente a raggiungere il fondo di un cratere nella penisola dello Yamal. La penisola dello Yamal è situata nella parte settentrionale della Siberia Occidentale, al confine con il Mare di Kara e il Mar Glaciale Artico. Il cratere è piuttosto lontano dalle zone abitate, ma si trova vicino a un gasdotto. Lo si può raggiungere solamente per via aerea
Vladimir Pushkaryov / TASSSi tratta di un buco nella terra con un diametro di circa 40 metri e una profondità di 200 metri. Durante la prima spedizione avvenuta a luglio, gli scienziati non sono riusciti a calarsi nel cratere a causa delle pareti instabili e franose. Con l'arrivo dell'inverno e dei primi geli, però, le pareti si sono congelate, permettendo ai membri della spedizione di prelevare campioni di ghiaccio e terreno
Vladimir Pushkaryov / TASSVista la vicinanza del cratere al giacimento di gas di Bovanenkovskoye, si pensava che il buco si fosse creato a causa dell'intervento umano. Tuttavia gli scienziati hanno decretato che si tratta di un cratere di origine naturale
Vladimir Pushkaryov / TASSGli scienziati non escludono che, con il passare degli anni, il cratere possa riempirsi di acqua dando così origine a un piccolo lago, simile a molti altri laghetti situati in questo territorio. Non si è ancora capito come si formino questi laghi: una delle teorie ipotizza che siano nati da eruzioni sotterranee di gas
Vladimir Pushkaryov / TASSVladimir Melnikov, studioso e capo della divisione siberiana di Tyumen dell'Accademia russa delle scienze, ha detto che il cratere probabilmente si è formato tra il 2012 e il 2013 come risultato di un processo di riscaldamento. "Le formazioni rocciose congelate hanno iniziato a sciogliersi. In alcuni punti sono diventate meno spesse, consentendo al gas di fuoriuscire in superficie"
Vladimir Pushkaryov / TASSL'aria fuoriuscita da questo buco non contiene sostanze nocive o pericolose per gli organismi viventi
Vladimir Pushkaryov / TASSI test di laboratorio devono ancora essere analizzati e studiati. Tuttavia i dati preliminari indicano che la formazione di un buco di queste dimensioni potrebbe nascere da una seria degradazione del permafrost. Il professor Vasily Bogoyavlensky, vice direttore dell'Istituto di ricerca sul petrolio e sul gas dell'Accademia russa delle scienze, fa notare che crateri analoghi sono stati rinvenuti anche sul letto del Mar Artico e del Mare di Kara. Fino ad ora però non sono stati condotti studi approfonditi
Vladimir Pushkaryov / TASSIl permafrost è un terreno tipico delle regioni dell'estremo nord Europa dove il suolo è perennemente ghiacciato
Vladimir Pushkaryov / TASSIl permafrost è un'enorme riserva di gas, che comprende soprattutto il metano, accumulatosi nel corso dei millenni
Vladimir Pushkaryov / TASSSecondo l'Istituto di Criosfera della Terra, che fa parte dell'Accademia russa delle scienze della divisione siberiana, il permafrost ricopre oltre il 70% del territorio russo. Si tratta di circa 12 milioni di chilometri quadrati di superficie: un'area che è rimasta immutata nel corso degli anni
Vladimir Pushkaryov / TASSIl permafrost lo si può ritrovare anche in Alaska, Canada, Europa, Asia e in Antartico. Esiste anche in alcune regioni montuose dell'Africa. L'unico continente in cui non si trova il permafrost è l'Australia
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